Capitolo 8

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Amber

«Avevo ragione» commenta Simon passandomi il foglio dell'insegnante.

«A quale proposito?» chiedo confusa.

«Sei permalosa Florida. E anche tanto»

«Non è per niente vero» replico subito prendendo il foglio. Quando leggo il nome in alto vorrei urlare dalla gioia. «Dobbiamo leggere Jane Austen?»

«Sì, e prima che tu lo dica, ho già chiesto in prestito il libro a Holly» risponde Simon indicando quello sul tavolo. «Mi ha dato le opere complete anche se Stammer ha predisposto un solo titolo su cui lavorare»

«Orgoglio e Pregiudizio» rispondo contenta. «Puoi prenderlo tu per leggerlo meglio, io lo conosco benissimo»

«È la verità o stai cercando un pretesto per non leggere vicino a me?»

«Amare la danza era un passo certo verso l'innamoramento» rispondo godendomi la sua occhiata sorpresa. «Conosco il libro e non ho bisogno di nessuna scusa»

«Danzare insieme non vuol dire sposarsi, è un modo assurdo anzi per convolare a nozze» obietta Simon.

«Danzare con qualcuno significava conoscersi un po' di più, era l'unico modo in realtà per le giovani in età da marito»

«Vuoi dire quei balli impossibili dove ci si sfiorava con la mano?» chiede scettico. «Che modo assurdo di conoscersi».

Stavolta sono io ad essere stupita perché ne sta parlando come se sapesse davvero di cosa stiamo parlando.

«Hai letto il libro» commento impressionata e non me l'aspettavo proprio.

«Sbagliato» sorride lui. «Ho visto il film e, prima che tu abbia da dire a riguardo, è stato solo perché le mie sorelle erano malate e adorano quel tipo, Colin Firth».

Non sapevo che avesse delle sorelle e questo lato di lui, da fratello premuroso mi piace più di quanto dovrebbe.

«Non lo credevo possibile»

«Che avessi delle sorelle o che fossi premuroso?» mi chiede Simon come leggendo i miei pensieri. La sua sedia si avvicina alla invadendo un po' troppo il spazio vitale e facendo subito scattare mille campanellini d'allarme nella mia testa.

«Che ne dici se cominciamo?» chiedo mettendo la borsa sul tavolo come se fosse una barriera tra noi. Prendo il mio blocco degli appunti e tolgo il tappo alla penna evitando di guardarlo. «Possiamo partire parlando dei suoi scritti e poi concentrarci su quello più famoso, questo tomo unico si rivelerà molto utile con le date».

Potremmo usare Internet lo so, ma mi piace perdermi tra le pagine d'inchiostro e apprezzo molto che Simon non ponga obiezioni in proposito accettando la mia richiesta e aprendo il libro in silenzio.

Per un po' lavoriamo in silenzio ed è un pace che placa la mia agitazione, poi la sua voce mi bisbiglia all'orecchio e ogni cellula del mio corpo si tende all'istante.

«Non potremmo fare una pausa?»

«Puoi fare quello che vuoi» rispondo senza guardarlo. «L'importante è che completi la tua parte di ricerca».

Sbuffa contrariato, ma non replica e io sto per esultare della mia vittoria quando lo sento di nuovo parlare.

«Chi non cambia la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin dal principio».

Sollevo gli occhi a guardarlo sorpresa. Ha appena pronunciato una citazione del libro ed era perfetta.

«Come...?»

Indica il telefono che ha in mano con un largo sorriso e non so per quale motivo un leggero calore si propaga attorno al mio cuore inaridito.

«Forse Darcy era permaloso come te» osserva Simon.

«Il mondo in cui viveva era molto diverso da quello di Elizabeth» gli spiego parlando sottovoce quando mi accorgo che le nostri voci sovrastano quel silenzio che qui vige incontrollato. «Quando si sono incontrati ogni cosa è entrata in collisione, non si tratta di essere permalosi»

«Quindi devono adattarsi l'uno all'altra per stare insieme, un po' come oggi quando due persone sono molto diverse»

«Le differenze di un tempo si potevano arginare, oggi no» obietto e Simon mi guarda perplesso.

«Mi stai dicendo che due persone per niente simili non possono mai stare insieme? Pensavo che tutte le ragazze credessero nell'amore incondizionato o roba del genere»

«Ti sconvolgerà sapere che non la penso così» rispondo con un'alzata di spalle. «Innamorarsi è bello solo nei libri o nei film»

«Pessime esperienze?» sussurra al mio fianco. Ignoro i brividi dietro la schiena che quella voce mi ha provocato e decido che è troppo personale rivelargli la verità e confessargli che non ho mai avuto un ragazzo in vita mia.

«E tu?» chiedo riportando l'attenzione su di lui. «Sei mai stato innamorato?»

«Non è tanto corretto rigirarmi la domanda» mi ammonisce con un sorriso. «Comunque se ci pensi, questo libro può essere molto attuale per certi versi».

Non mi sfugge che abbia evitato la domanda esattamente come me, ma non insisto perché lui non l'ha fatto con me. Sono invece affascinata dalla sua tesi.

«Attuale? Dici davvero?»

«Darcy si è comportato male la prima volta che si sono visti ed è stato abbastanza sulle sue per un bel po'»

«Non la conosceva ancora»

«Si è lasciato vincere dal pregiudizio che lei fosse come gli era stata descritta» prosegue Simon. «Poi ha capito di aver sbagliato ed è tornato sui suoi passi, non ti sembra una storia familiare?»

«Non ti giudico per quello che dicono di te» obietto subito. «Forse non ti è chiaro, ma non sono interessata»

«Anche la cara Lizzie Bennet la pensava così» sorride divertito lui. «E poi ha accettato di diventare sua moglie»

«Se vuoi ricordarmi che tutte le ragazze ti cadono ai piedi, sappi che io non sarò tra quelle»

«Parli così perché ancora non mi hai visto in divisa» risponde strizzandomi l'occhio. Ignoro quello stupido del mio cuore che quasi fa un balzo per quel gesto così sciocco e lo guardo scocciata.

«O forse hai incontrato solo ragazze sciocche che hanno alimentato il tuo ego smisurato» replico asciutta. «Almeno Darcy ha capito i suoi errori e si è comportato in modo egregio con Lizzie»

«Quindi dovrei scriverti una lettera per giustificare le mie azioni'» chiede Simon e c'è autentico panico nel suo sguardo che mi trovo costretta a sorridere mio malgrado.

«Mi basta che completi la tua parte di ricerca»

«Vuoi dire senza internet tanto per stare al passo con Mr Darcy?» chiede contrariato. «Potrei farlo, ma mi devi dire se sta funzionando»

«Cosa?»

«La mia tecnica di abbordaggio» risponde con serietà. «Essere un gentiluomo e fare ciò che vuoi, non era quello che volevi?»

Stavolta sono costretta a mordermi un labbro per evitare di ridere. Stare con Simon è come essere sulle montagne russe, un minuto prima vado nel panico e l'attimo dopo mi rilasso insieme a lui. Se non fosse impossibile direi che abbia qualche potere.

«Tu sei davvero pazzo, continua a scrivere» lo ammonisco senza dargli la soddisfazione di vedere il mio sorriso, ma dal suo sguardo allegro capisco che forse non sono riuscita a nasconderglielo tanto bene. 

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