Capitolo 7

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Amber

«Sei sicura che non ti serva niente?»

«Vuoi dire se sono in grado di aprire il frigorifero e prendermi da mangiare? Non lo so, fammi pensare. È difficile da capire»

«Amber» mi rimprovera zia Tess. «Non c'è bisogno di essere così sarcastica, voglio solo essere sicura che sia tutto a posto»

«Sto bene» le ripeto stancamente.

«Cerco di tornare prima dal lavoro, così ci vediamo un bel film insieme» propone e io sospiro pentita di averla trattata male. Zia Tess è l'unica persona della mia famiglia che tiene davvero a me e lo dimostra l'avermi accolta in casa sua sebbene svolga il suo lavoro all'ospedale che la tiene sempre impegnata. È un'infermiera perfetta e ricordo che ogni volta che veniva a trovarci a casa per me era una grande gioia, ero sempre triste quando andava via forse perché con lei vicino mi sentivo più normale.

«Ottimo programma, ti aspetto».

La mia espressione convinta deve rassicurarla perché mi sorride allegra quando apre la porta.

«Scegli qualcosa di bello e non passare il resto della giornata da sola in camera, potresti uscire con quei tuoi amici mi farebbe piacere»

«Ho molto da studiare e sto bene, tranquilla» la rassicuro. «Adesso vai al lavoro o farai tardi, ci vediamo dopo».

Finalmente si convince ad andar via e io sospiro decidendo di andarmi a fare una doccia prima di aprire i libri. È stata una lunga mattinata anche senza scuola, la zia Tess mi ha portato in ospedale per una visita medica e ha voluto riaccompagnarmi a casa anche se le facevo perdere tempo, sono più che certa che mia madre non avrebbe mai fatto una cosa del genere e questo dimostra la grande differenza tra loro nonostante siano sorelle.

Avvertendo il mio disagio, mi ha fatto visitare da una donna. La dottoressa è stata molto gentile e anche professionale, so che avrebbe voluto dire qualcosa sul perché non ho mai fatto analisi in vita mia. Spiegare che mia madre non mi ha mai accompagnato da un medico era alquanto imbarazzante, ma per fortuna zia Tess ha impugnato in mano la situazione e dopo tutto è andato liscio.

Ho i capelli ancora umidi quando rientro in camera e noto una nuova notifica sul telefono. Mi meraviglia che R.J. non abbia chiamato prima, non l'ho avvisato che avrei saltato la scuola e ora chissà cos'avrà pensato la sua mente fantasiosa.

Se pensavi di evitarmi, ti avviso che hai sbagliato strategia.

Ho memorizzato tre nomi sulla rubrica, i miei nuovi amici e zia Tess e ora queste parole da un numero sconosciuto mi fa pensare a uno stupido sbaglio. Non ho voglia di mettermi a giocare con queste cose e sto per cancellare il messaggio quando ne arriva un altro.

Forse non ci crederai, ma mi sei mancata in classe Florida.

I battiti del mio cuore aumentano improvvisamente senza che riesca a frenarli. C'è una sola persona che mi chiama in quel modo e sono felice che non sia qui a vedere l'effetto che mi fa.

La tua bravura con i computer ti ha portato a commettere reati? Non dovresti avere il mio numero.

La risposta arriva dopo pochi secondi.

Noto con piacere che continui a essere bene informata su di me.

«Pallone gonfiato» mormoro allo schermo per poi cominciare a scrivere memorizzando il suo contatto con un nome adatto.

Io: Non è colpa mia se tutti parlano di te, la prossima volta mi tapperò le orecchie per non sentirli.

Pazzo: Non pensavo fossi così permalosa Florida, comunque se ti fa sentire meglio è stato R.J. a darmi il tuo numero.

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