Capitolo 46

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Amber

La mensa è affollata come sempre, ma adesso che ho il mio tavolo fisso che mi aspetta sono meno insicura quando entro. Ho lasciato il vassoio nelle mani di R.J. mentre andavo in bagno e mentre mi dirigo al mio solito posto, non riesco più a trovarlo. Sbatto le palpebre confusa, com'è possibile che sia sparito? È sempre stato allo stesso identico posto da quando...

«Amber!» urla R.J. nel caos che c'è sempre a quest'ora, ma la sua voce si sente a kilometri di distanza e spero che la smetta subito perché sa quanto detesti essere al centro dell'attenzione. «Amber, da questa parte!»

Altre teste si sono girate al suo richiamo, sento gli occhi puntati addosso di molti studenti mentre lo raggiungo ma il rimprovero mi muore in gola quando mi accorgo che il nostro misero tavolo è stato aggiungo a un altro molto più lungo. L'intera squadra di football è concentrata in una discussione animata, noto subito che Simon non c'è e vado nel panico.

«Ho chiesto io a Mitch se potevamo unire i tavoli» sussurra Alyssa al mio fianco facendomi sedere accanto a lei. «Di solito nessun esterno si siede qui e volevo vedere la sua reazione, quando ha accettato ho capito che con me fa sul serio».

Sono felice per lei anche se capire le dinamiche di certi comportamenti mi è ancora complicato, tuttavia non riesco a comprendere cosa centriamo noi in tutto questo.

«Non poteva chiedere semplicemente di essere aggiunta come unica ospite» spiega R.J. al mio fianco. Sa quando mi sento un pesce fuor d'acqua ed evidentemente la mia faccia ha espresso tutta la mia confusione. «Siamo al tavolo dei vip non è fighissimo?»

«Non penso che ti interessi molto e in realtà nemmeno a me, ma sarà solo per oggi» mi consola Ollie e io gli sorrido perché lui sembra lui in grado di capirmi davvero. Cerco di rilassarmi soprattutto perché tutti gli altri sono così concentrati sui loro discorsi da non aver nemmeno badato al mio arrivo. Per un po' fingo che sono solo con i miei amici come sempre finché non giunge una voce esterna a spezzare la mia falsa illusione.

«Tu eri in prima fila giusto Amber?» sta chiedendo qualcuno. Purtroppo per me non conosco nemmeno un nome dei compagni di squadra di Simon a parte Mitch e rimprovero me stessa per la mia scarsa memoria. «Secondo te chi è stato più veloce tra noi due nella prima azione?»

Non ne ho la minima idea, capire i rudimenti di questo sport è già abbastanza complicato per me, ma addirittura comprendere la velocità dei giocatori senza conoscere i loro ruoli effettivi è assolutamente impossibile. Mi accorgo però che la tavola si è zittita per ascoltare la mia risposta, con la coda dell'occhio vedo R.J. trattenere le risate e so per certo che dopo me la pagherà cara per la doppia mossa sbagliata oggi.

«Se avete bisogno di un giudice esterno che giudichi la vostra velocità forse nessuno dei due lo è stato abbastanza altrimenti lo sapreste di certo non credete?»

Un nuovo silenzio cala tra i commensali e mi chiedo se forse li ho offesi. Di norma non mi interesserebbe del loro giudizio, ma questa è la squadra di Simon e so che lui tiene molto a ognuno di loro. La stima è reciproca e forse ho combinato solo l'ennesimo guaio a causa del mio essere asociale.

«Ridotti al silenzio dalla mia ragazza, che razza di pappa molli che siete».

La familiare voce di Simon alle mie spalle rilassa i miei nervi tesi, la risata di Mitch alleggerisce gli animi e lo stesso ragazzo che mi ha posto la domanda annuisce convinto.

«Forse hai ragione Amber, dobbiamo impegnarci di più. Grazie del suggerimento».

Qualcun altro ride, altri approvano e ben presto la tavola torna ad essere ricca di quel vociare confuso che si disperde ovunque.

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