Capitolo 36

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Amber

«Strabiliante vero?»

«Cosa?» chiedo mentre entriamo nella scuola e R.J. fa roteare gli occhi seccato.

«I due ragazzi che ci hanno appena salutato, non li hai visti? È fantastico»

«Se lo dici tu». Alzo le spalle non riuscendo a comprendere il suo entusiasmo, è su di giri da quando ci siamo incontrati poco fa in cortile anche se credo che lo sia da quando abbiamo lasciato casa sua venerdì sera.

«Non è colpa sua, alcune cose per lei sono ancora poco note» risponde Ollie mettendomi una mano sulla spalla. «Devi sapere Amber che non riuscirai a scalfire il suo buon umore nemmeno se volessi»

«Non intendevo...»

«Avrai notato che il mio ragazzo è abbastanza appariscente quando si veste con quei colori strani» mi interrompe lui guardando R.J. che stamattina indossa degli accecanti pantaloni giallo limone e una camicia a quadri rossi e bianchi. Al contrario di Ollie che veste sempre in modo pacato, R.J. ama esagerare infischiandosene delle occhiate degli altri e spesso gli ammiro quel coraggio che a me ancora manca.

«Tutti sanno chi è» prosegue Ollie mentre lo guardiamo salutare un paio di ragazze che incrociamo nel corridoio. «Ma non ha mai avuto quest'accoglienza da quando lo conosco e tutto grazie a una festa. Anche se abbiamo trovato un nostro equilibrio e siamo felici, è bello per una volta essere guardati davvero e Rick poi adora la notorietà l'avrai capito. Sicuramente non durerà per molto, la gente è superficiale e limitata ma se adesso ci salutano con grandi sorrisi è solo merito di Simon quindi quello che volevo dirti è grazie perché so che dietro il suo invito di venerdì ci sei tu».

«Ho fatto ben poco» minimizzo. Mi dispiace parecchio che nel ventunesimo secolo ci sia ancora la discriminazione dei sessi. È profondamente ingiusto e sono davvero contenta di aver convinto Simon a partecipare a quella stupida festa.

«Io direi il contrario» replica Ollie. «E poi è stato anche il tuo battesimo e potrei quasi giurare che ti sei divertita ieri»

«Ammetto che non è stato male» l'ammonisco mascherando un sorriso. In realtà è andata meglio di quello che credevo, certo alcune cose continuo a non approvarle come la musica troppo alta, tanti corpi eccessivamente vicini e decisamente troppa gente. A un certo punto mi è sembrato che l'intera scuola fosse in quella casa, non si riusciva quasi a respirare però erano tutti allegri sicuramente grazie a quelle birre apparse all'improvviso. Simon si è assicurato che bevessi solo coca cola o aranciata e ha monitorato attentamente anche i bicchieri che venivano offerti alle gemelle e devo ammettere che è stato rassicurante sapere di avere qualcuno in grado di prendersi cura di me. Non mi era mai successo ed è stata una bella sensazione.

«Devo scappare in sala informatica!» esclama all'improvviso Ollie quando suona la campanella. «Ci vediamo dopo».

Corre via dopo aver salutato R.J. che scuote la testa con rassegnazione.

«Tanto entusiasmo per dei computer ti rendi conto?»

«Dovresti essere contento che abbia una materia che lo appassiona, qual è invece la tua?»

Ci stiamo dirigendo insieme verso la classe di chimica che frequentiamo insieme, il corridoio si sta man mano svuotando. R.J. risponde qualcosa alla mia domanda, ma lo sento appena perché mi accorgo di Simon che sta svoltando l'angolo del corridoio insieme a Mitch e Brittany. Mi ha detto che doveva tenere una riunione speciale con il coach, ma questo non spiega la presenza della cheerleader che sembra attaccarsi a lui come una colla vivente.

«Perdono la tua momentanea perdita di interesse perché ammetto che la situazione di fronte è più interessante» sussurra R.J. con aria complice. «Qual è il piano? Le buttiamo una bibita in faccia o il buon vecchio sgambetto?»

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