Capitolo 50

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Amber

Quando mi sveglio sento gli occhi pesanti. La stanza è in penombra e mi passo una mano sul viso cercando di capire perché mi sento così spossata. Mi sollevo a sedere e il movimento fa sobbalzare zia Tess al mio fianco. Ha un'aria stanca, le occhiaie sono così evidenti così come gli occhi lucidi.

«Tesoro come stai? Vuoi un po' d'acqua?»

Annuisco perché ho la gola secca e bevo il bicchiere che mi porge con avidità fino all'ultima goccia. La luce della lampada illumina parzialmente la stanza, le tende sono tirate e non riesco a vedere se il sole sia già sorto. Quanto ho dormito? Che giorno è oggi? Mi porto una mano alla testa cercando di concentrarmi e l'ultima cosa che mi viene in mente sono io che svengo tra le braccia di...

«Simon» mormoro guardando la zia. «Simon mi ha sorretto quando sono svenuta».

«Credo di si. La dottoressa Thomas mi ha detto che appena sveglia avresti dovuto mangiare qualcosa. Che ne pensi se ti scaldo un po' di pasta? Oppure potremmo ordinare qualcosa o magari ti andrebbe del latte con biscotti? Forse....»

«Zia» le poso una mano sul braccio bloccando quel fiume infinito di parole. «Non ho fame grazie».

«Con la pancia piena si ragiona meglio» replica sicura. «Vado a preparare qualcosa».

Schizza via senza lasciarmi il tempo di rispondere qualcosa e io sospiro lasciando cadere la testa sul cuscino. Con la coda dell'occhio noto il mio cellulare lampeggiare accanto alla lampada, lo prendo sbattendo più volte le palpebre che sembravano non aprirsi da parecchio.

Ho molte chiamate di Simon. R.J. e Alyssa mi hanno inviato un'infinità di messaggi e c'è anche Ollie che mi ha chiamata più volte. Sto per aprire la lista dei messaggi per vedere cosa è successo di così grave da intasare la mia casella quando il cellulare suona tra le mie mani.

È R.J. e decido di rispondere anche se ho la testa ancora intontita.

«Ciao».

«Amber! Tesoro, finalmente! Stavo perdendo le speranze, stai bene?»

«Un po' frastornata, ma sì, sto bene».

«Quando stamattina non sei venuta a scuola abbiamo temuto il peggio» ammette agitato. «Ollie e io eravamo preoccupati, mi fa piacere che finalmente hai risposto».

«Scuola?» ripeto confusa.

«Ieri sei svenuta e poi non abbiamo più avuto notizie. Stamattina non sei venuta e con l'assenza di Simon e Holden ti lascio immaginare i pettegolezzi che ne sono derivati».

Non mi sono resa conto di aver dormito un giorno intero, c'è un buco temporale che non torna e la cosa mi spaventa. Mi sollevo dal letto e il ricordo della dottoressa Thomas che mi fa prendere delle pillole per dormire si affaccia nella mia testa.

«Credo di aver preso dei sonniferi, è per questo che mi sento confusa. Che cosa vuol dire che Simon non era a scuola?».

«Non sai niente?»

«Cosa dovrei sapere?»

«Ti metto in vivavoce così senti anche Ollie ci teneva a salutarti»

«Ciao Amber, come sono felice di sentirti» mi saluta il mio amico e io sento un moto d'affetto enorme per entrambi.

«Non volevo farvi preoccupare».

«L'importante è che stai bene» minimizza R.J.. «La stessa cosa non si può dire di Holden. Il tuo ragazzo l'ha preso a pugni, uno studente di solito viene espulso per molto meno, ma ovviamente Simon Torres si è preso solo un giorno di sospensione e tutti ne siamo contenti perché Holden è uno stronzo che faceva uso di doping. Si è scatenato un polverone e stamattina hanno perquisito ogni armadietto per controllare se c'erano complici, era da solo ma si vocifera che fosse in combutta con quelli della festa di Natale. Simon e Mitch sono gli eroi della scuola e domani, quando il tuo ragazzo tornerà a scuola non si parlerà nemmeno di espulsione ma di aver difeso la sua compagna. In un modo o nell'altro il nostro quaterback riesce ad essere sulla bocca di tutti».

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