Capitolo 23

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Amber

Mi sto ambientando bene a scuola e ormai sono soddisfatta del ritmo che stanno prendendo le mie giornate. Le lezioni che non seguo con R.J. arrivo sempre in anticipo per assicurarmi un posto isolato dagli altri e alla fine mi attardo sempre più degli altri in aula, in modo da lasciare che la folla quotidiana esca e mi lasci indenne. Non so come la dottoressa Thomas possa dire che stia facendo dei progressi, io vedo solo modi diversi per rassicurare me stessa. Non mi piace il contatto con gli altri, non amo parlare con nessuno e so che da molti vengo additata come quella strana e non hanno tutti i torti perché è così che mi sento. Non mi è mai interessato cosa pensano gli altri di me, ma adesso le cose sono diverse e la colpa è di quel quaterback che non fa altro che affollare i miei pensieri.

«Sei più lenta del solito oggi, andiamo?» chiede R.J. affacciandosi nell'aula vuota. Di solito ci incontriamo nel corridoio, ma devo essermi persa coi miei pensieri.

«Arrivo» rispondo gettando lo zaino in spalla. «Quando ci sarà esattamente questo ballo di Natale?»

«Aspettavo che me lo chiedessi!» esclama elettrizzato il mio amico. «Prima delle feste natalizie, abbiamo un mucchio di tempo per decidere cosa indossare. Hai invitato Simon?»

«Non sono del tutto sicura di venire».

R.J. si ferma nel bel mezzo del corridoio facendomi quasi andare a sbattere contro.

«Tu cosa? Non puoi nella maniera più assoluta perderti una festa del genere hai capito?»

«L'hai appena detto, c'è tempo per pensarci giusto? Quindi per favore non mettermi pressione» sbuffo spingendolo di lato per riprendere a camminare. Lo sento mugugnare qualcosa in risposta e poi ritrovare in fretta la solita allegria.

«Ho un'idea. Per apprezzare meglio quella di Natale, devi prendere confidenza con le festa quindi verrai a quella che voglio organizzare questo fine settimana».

Stavolta sono io che rallento, non avevamo mai parlato di una festa e non capisco perché adesso sembrano perseguitarmi ovunque giri lo sguardo.

«Tranquilla, non sarà nulla di brutto. I miei genitori partono per lavoro e ho la casa libera, quale modo migliore di sfruttarla se non con una festa? Verrai vero?»

«Veramente...»

«Sono sicuro che se invitasse un certo quaterback, saresti più motivata» mi guarda allusivo lui. «Non credo che verrà, ma possiamo sempre provare»

«Perché non dovrebbe venire?» chiedo confusa e R.J. mi guarda con una strana espressione.

«Me lo stai chiedendo davvero o è una domanda retorica? Certe volte stare dietro al tuo cervello contorto è difficile anche per me»

«Certo che sono seria» lo ammonisco. «Davvero non capisco, i ragazzi come Simon adorano le feste»

«Sì, ma quelle del suo giro. Io non ne faccio parte se non te ne fossi accorta. Ammetto che la sua presenza a casa mia darebbe prestigio, ma non voglio che si senta obbligato. Il tuo ragazzo è la persona più disponibile che conosca, ma mi piacerebbe arrivasse a casa senza costrizioni»

«Non credo che nessuno possa costringerlo a fare niente» replico sicura. «Posso parlarci io se vuoi, secondo me stai esagerando»

«Sei tanto buona e ingenua cara Amber» mi pizzica una spalla R.J. «Ecco perché mi sei simpatica, hai bisogno di me in questo covo di pazzi che è la scuola e puoi strare tranquilla perché ti proteggerò».

Reprimo una risata quando ci fermiamo di fronte al suo armadietto, il mio amico è la persona che incute meno timore al mondo ma ammiro la sua sicurezza, forse dovrebbe insegnarmi come si fa a ottenerla.

«Ollie è d'accordo per questa festa?» chiedo mentre lui sta posando i libri che non gli servono, la sua risposta però mi giunge lontana perché la mia attenzione è stata catturata da altro. Simon ha appena svoltato l'angolo insieme a due ragazzi, ma non è questo a infastidirmi anzi credo che non l'abbia mai visto andare in giro da solo da quando lo conosco. Si circonda sempre di persone, un'altra dimostrazione che è del tutto il mio opposto ma nemmeno questo adesso mi preoccupata quando la presenza di quelle ragazze che sembrano accerchiarlo. Una di loro si attorciglia una ciocca perfetta di capelli attorno al dito e poi ride per qualcosa che ha detto, anche Simon sorride e io avverto una morsa dolorosa allo stomaco che non ho mai provato prima. La fisso con più attenzione e noto che è una ragazza davvero carina. Indossa una minigonna e un top che copre a malapena le sue forme piene e sicuramente lo fa per attirare gli sguardi maschili, anche quello di Simon sembra attento e vorrei correre lì a separarli animata da una folle gelosia che fatico a riconoscere.

«Ehi!» mi sventola una mano davanti alla faccia R.J. «Ci sei?»

Sposto il suo braccio seccata mentre cerco di calmarmi. Ecco cosa cercavo di spiegare alla dottoressa Thomas ieri, Simon crea una confusione esagerata nel mio sistema nervoso e non è normale.

«Sembravi incantata. Per fortuna che i tuoi occhi non lanciano fiamme o avresti incenerito Brittany».

«Brittany?» ripeto attenta e lui alza gli occhi al cielo probabilmente non sopportando la mia ignoranza in fatto di nomi.

«Il capo cheerleader» risponde come se io dovessi saperlo. «Per un po' è uscita con Simon, stavano spesso insieme, poi hanno rotto ma sono rimasti in buoni rapporti»

«Ho notato» sbotto infastidita. Non ho mai sperimentato la gelosia prima d'ora e non mi piace per niente sentirmi così.

«Se non ti conoscessi bene, direi quasi che sei gelosa».

Anche se resto in silenzio, la mia espressione deve essere parecchio eloquente perché R.J. ridacchia divertito.

«Non c'è bisogno che rispondi ho capito benissimo e posso capirti. Anche a me non farebbe piacere vedere un ex di Ollie così vicino a lui, ma se ti fidi di... ciao Simon»

«Ciao ragazzi» risponde lui mettendomi un braccio sulle spalle. «Perdete tempo prima della lezione di chimica?»

Sembra tranquillo, non si è accorto che lo stavo spiando diventando verde di rabbia e sono sorpresa che ricordi i miei orari. Devo ammettere che la mia memoria non è altrettanto buona.

«Ehi Torres!» grida qualcuno, forse un membro della squadra o uno studente, non saprei dirlo faccio ancora fatica a riconoscerli e forse R.J. ha ragione, dovrei fare un corso accelerato con i nomi.

«Arrivo» alza una mano Simon. «Abbiamo una riunione importante col coach, ci vediamo dopo?»

Mi bacia tra i capelli e poi raggiunge gli altri senza lasciarmi il tempo di dire niente. Non c'è più traccia della ragazza, Brittany, ma questo mi tranquillizza appena.

«Tutto bene?»

Posso ancora sentire la cute scottare dove le sue labbra si sono posate, è un gesto d'affetto molto tenero eppure avverto un senso d'insoddisfazione davvero forte. Non è colpa sua, me ne rendo conto e questo alimenta la mia rabbia verso me stessa. Non so se sarò mai pronta a far crollare la torre che ho costruito intorno a me, ma forse qualcosa posso aggirarla. Sospiro cercando di racimolare il coraggio necessario e poi guardo R.J. con un nuovo obiettivo da raggiungere.

«Puoi accompagnarmi in un posto dopo l'ultima lezione?»

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