Simon
Marika mi ha dato le indicazioni per raggiungere Harlem. Non bazzico molto spesso questo quartiere di Manhattan, ma riesco lo stesso ad arrivare in orario. Tante persone di colore mi fissano con curiosità mentre percorro la strada e mi chiedo se Marika sia al sicuro vivendo qui. Senza che possa impedirlo, la sindrome di fratello maggiore sta già uscendo fuori e mi chiedo se sia un bene.
«Ciao Simon» mi saluto con un gran sorriso la mia nuova sorella quando apre la porta. Si sposta per lasciarmi passare e io abbraccio con uno sguardo la casa vecchia e pulita che mi ritrovo davanti. La seguo nel salotto dove un divano di vari colori occupa gran parte della stanza, di fronte c'è un mobile con una televisione e delle mensole piene di palle di vetro divise per dimensione.
«Le adoro» mi confessa allegra. «Appena posso ne compro sempre una nuova». Ne prendo una e la faccio girare, la neve ricade sul fondo e si sparge con grossi petali di neve sull'intera figura. All'interno c'è la Statua della Libertà che sembra salutarmi nella sua prigione fatta di vetro.
«Quando comincerà a viaggiare, le collezionerò per ogni posto che visiterò».
«E cosa ti fa pensare che la tua carriera di giornalista free lance funzioni a meraviglia?» le chiedo divertito. Mi ha raccontato che il suo sogno è quello di diventare una giornalista famosa che viaggia ogni giorno e apprezzo la sua ambizione, in questo siamo molto simili.
«Ovviamente la mia bravura. Mi dicono che è ereditaria, magari ho preso da te» mi strizza l'occhio e io rido divertito per quell'aria sicura che conosco fin troppo bene. Cominciare a considerarla una sorella non è stato semplice all'inizio perché ho sempre pensato alle gemelle come la mia unica famiglia e mi sembrava di tradirle accettando Marika nella mia vita. La dottoressa J. e la perseveranza di questa ragazza che mi assomiglia parecchio però sono riuscite a farmi capire che la nostra conoscenza avrebbe solo arricchito entrambi e così è stato. Adesso non c'è quell'impaccio iniziale, parlare è diventato più semplice anche se mi accorgo di una nota di disagio nel vedermi a casa sua per la prima volta. Disagio che aumenta quando una voce sconosciuta irrompe nella nostra trovata complicità.
«Ciao».
Poso la palla di vetro sul mobile mentre la donna avanza piano nella stanza. Non mi soffermo sulla sua andatura lenta o sui capelli neri, ma guardo quegli occhi che ogni giorno fisso allo specchio e non sono preparato a come mi sento. Mi hanno sempre detto che ho ereditato gli occhi scuri da un lontano parente e scoprire l'ennesima bugia non è piacevole. Mi ero illuso di essere preparato e ora mi chiedo se la rabbia di aver vissuto una menzogna per tutta la mia vita sparirà un giorno.
«Marika mi ha mostrato le tue foto mentre giocavi, ma dal vivo sei ancora più alto» mi sorride con calore la donna. Cassie. Mia madre. Sembra sinceramente felice di vedermi, il suo viso esprime gioia e felicità mentre mi osserva con attenzione, ma io non riesco a provare le stesse sensazioni. Mi sento con le spalle al muro e sto pensando che ho sbagliato a venire perché non riesco a dire nemmeno una parola, non so come chiamarla o in che modo relazionarmi con lei. Io che sono sempre stato bravo con le parole, adesso non ne trovo nemmeno una, perché ho lasciato che Amber mi convincesse a venire? Ho sbagliato tutto.
«Sei davvero un bel ragazzo Simon» osserva con quell'orgoglio materno che mi coglie alla sprovvista perché non sento di meritare. Non riesco a considerarla mia madre anche se so che è merito suo se sono nato, di questa donna con le occhiaie che ha tentato di nascondere con del trucco, la sconosciuta dal viso pallido, malato che però risplende di gioia mentre mi guarda.
«Siediti mamma» interviene Marika di fronte al mio imbarazzante silenzio. «Sai che non devi fare sforzi inutili». L'accompagna al divano, Cassie continua a guardarmi, forse si aspetta un contatto diverso da parte mia ma apprezzo che non tenta di toccarmi perché non so come reagirei di fronte a un abbraccio che non sono pronto a ricevere.
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Sei quello che stavo cercando
RomanceSimon Torres è il ragazzo più popolare della scuola. È bello, simpatico e ha una famiglia unita che lo supporta sempre. Sembra avere praticamente tutto dalla vita e invece nasconde un grande segreto che lentamente lo sta logorando. Amber Collins è...