Gli dei sono morti e sepolti,
sono defunti i celesti garanti
dei principi e dei valori,
i grandi maestri
della legge universale.
Piangono sotto la pioggia
le statue screpolate
e abbandonate tra le erbacce.
Dalla loro bocca uscivano
metafore di millenni d'evoluzione
e di selezione naturale.
In questi tempi,
pesanti come parole di piombo,
smarrito nella cacofonia
di stimoli plurimi,
il sentire della mente si annebbia
ed ogni cosa si porta appresso
la zavorra di un nuovo perché.
Ed ora ci tocca spiegare
anche le cose ovvie.
Ed ecco, non sono più ovvie.