Ombrelloni chiusi e lettini vuoti
in una spiaggia solitaria
d'umida rena,
ove il nero mare
nel plumbeo cielo si specchia.
Nei lidi abbandonati
tira un'aria strana;
una fresca brezza
foriera di settembre
la torrida stagione spazza via
e le sue memorabili avventure,
gli instancabili eccessi,
l'assetata cupidigia,
i deludenti miraggi.
La spuma delle onde
ritmicamente culla
i miei sperduti pensieri,
tra l'oscurità di un avvenire
che per i più è consuetudine,
e l'effimera immortalità
di una tresca vacanziera.
Sul far della sera,
un sole ormai pallido
si fa spazio tra le nubi
che presto fa arrossire
coricandosi all'orizzonte
e specchiandosi nelle ruvide,
immani acque salate.
Cala infine la notte stellata:
sull'argentea battigia
due ombre si baciano
per l'ultima volta
al chiaro di luna.
Tutto ha un termine:
ma quanta malinconia porta
la fine dell'estate,
a lungo attesa
e che subito se ne va?!