Straniera,
bronzea pelle di velluto,
occhi di mandorla
e di pietre nere,
perché mi abbandoni
come la notte di stelle
che al primo chiarore
sulle sponde del lago
ove la luna si specchia
sciacqua via i sogni?
Come posso convincerti a restare
se tenere parole non saziano,
se tenacia sincera non basta,
se il falò che timidamente
illuminava e scaldava
la clandestina oscurità
nella quale ci amammo,
di fronte a Venere più non arde?
Restano solo braci spente
e mucchietti di cenere al mattino.
Il tuo posto non è qui, lo so:
come il vento sei arrivata,
come il vento te ne andrai.
Ma ora guardami, straniera:
io sono un disperato
senza patria ormai,
né destino.
Se con me non resterai,
allora verrò io con te,
lontano.
Non lasciare la mia mano:
iniziamo insieme
questo nuovo cammino!