Inverno pigro e solenne,
sotto al tuo manto silenzioso
dormono l'indaffarata città
e l'interminata campagna, ove
placido il rio gelido sussurra
un tempo che pare immobile.
Piccoli ed infiniti diamanti
nell'oscura e lunga notte
sono gli sciami di stelle
che adornano la tacita Luna,
baciata da remote galassie.
Al suo tenue chiarore
e al morso dalla galaverna,
in egual maniera brillano
i magri rami degli alberi,
i bianchi e spinosi prati,
i tetti delle tiepide case:
un luccichio puntiforme
di una miriade di riflessi.
Mentre ramingo percorro
il lucido asfalto della via
che lontano si smarrisce,
io infine mi domando
se non sia meglio
dimenticarsi della vita
in tale rigida serenità
che ne estingue i palpiti,
piuttosto che sperare
di risvegliarsi l'indomani
tra le dispettose braccia
di una nuova primavera.