In orbite d'anedonia
nelle deserte campagne
attorno al camposanto,
dove i miei simili
beatamente riposano
nella Pace di Dio,
inconsapevole ruotavo
dello stesso dono.
E in quell'armonia
vestita di noia
che si fa prerogativa,
un magma nell'anima
ribolliva di creatività,
dal mio evitare il male
non incontrando il bene
nascevano crisantemi
che posavo sulle tombe
dei miei morti.
Quanto ho sperato
di impattare la cometa
variando l'ellittica:
invece solo una pioggia
di asteroidi perforanti.
Non so attorno a quale
stella immaginaria
perpetuo io ruotassi,
ma so che non vi è altro
a cui io possa ambire.
Frana la terra
sotto ai miei piedi
in un vicolo cieco.
Come fossi io prima
della tempesta solare,
come mi sentissi
prima del disastro,
quasi non lo rammento più.