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Stiamo discutendo di nuovo, nonostante io sia andata contro il mio orgoglio e gli abbia dimostrato
che non tutti i suoi amici sono veri e fedeli.

Riesce sempre a trovare il pretesto per farmi passare come la stupida della situazione, ma stavolta proprio non ci sto.

<<Pensi di essere il più bravo di tutti, in ogni tipo di discorso>>

Rotea gli occhi verso il cielo. Vorrei rimanesse con questa espressione per sempre, soltanto per dispetto.

<<Per tua informazione Joseph, chi sa di essere meglio degli altri non sente il bisogno di screditare nessuno>>

Si ammutolisce e l'accenno di una risata sulle labbra di Mida mi fa capire che sto colpendo il tasto dolente del suo migliore amico, quindi quello giusto.

<<Io non scredito nessuno, ho solo espresso un mio pensiero. Come tu quando parli di quanto sono brave le tue amiche, io parlo di te>>

Sgrano gli occhi. Ha seriamente il coraggio di paragonare le due situazioni?

<<Non stiamo parlando di bravura nel nostro percorso artistico, ma nel nostro percorso di crescita personale e convivenza. Tu dici di essere quello che non sbaglia mai, che pulisce sempre le cose sue e degli altri, che non usa internet perché in realtà è vietato...>>

Dico tutto d'un fiato. Avevo proprio bisogno di sfogarmi e dire quello che mi passa per la testa da tempo. Proprio come ha fatto lui, ma commettendo un errore ingiustificabile.

<<Eppure le immagini parlano chiaro e hai ricevuto un provvedimento disciplinare per questi motivi. Neghi l'evidenza e cerchi di nascondere i tuoi veri sbagli, e poi accusi me di cose che non ho davvero fatto?>>

Il mio tono di voce è serio, il mio sguardo glaciale e la freddezza delle mie parole devastanti spaventa addirittura me medesima, ma non tornerò indietro sui miei passi.

Non stavolta che ho trovato il coraggio di difendermi e soprattutto come si deve.

<<Quindi tu ritieni di essere perfetta e di non fare mai niente di male?>>

Annuisco in modo deciso. In cucina cala il silenzio, perché vuoi o non vuoi Joseph crea una sorta di tensione ogni qualvolta si discute. Incute timore, ecco cosa intendo.

<<Dato che non ho voglia di ascoltare l'ennesima cazzata che sicuramente sparerai, io me ne vado. È stato un piacere>>

Dice in modo scontroso, andandosene veramente con passo spedito. A giudicare dalla direzione della sua camminata, sta andando nel giardino sul retro.

<<Cosa avete da guardare?>>

Indico con il dito Angela e Valentina, ma mi scuso subito con grande dispiacere e mi ritiro in camera mia per restare un po' da sola.

Questo percorso, che doveva essere un sogno, si sta trasformando in un incubo.

Il poco tempo che ho scorre velocemente e ogni momento potrebbe diventare l'ultimo.

Non sono riuscita a fare amicizia con tutti i miei compagni, perché anche se non sembra sono molto timida e faccio fatica a relazionarmi con qualcuno che non siano i miei protetti.

In più il rapporto con Joseph, che mi manda il sangue al cervello. Non capisco perché ci sia questo accanimento nei confronti l'un dell'altro.

All'improvviso mi viene voglia di prendere dell'aria fresca, quindi mi incammino in direzione del giardino.

Spalanco la porta con spontaneità, finché una nube di fumo non mi fa tossire esageratamente.

Mi ero dimenticata ci fosse Holden qui. Dio santo.

<<Scusa, me ne vado>>

Faccio un lungo respiro e faccio per rientrare in casa quando lui mi rivolge la parola.

<<Puoi restare>>

Sgrano gli occhi. Dice così perché non gliene importa niente di quello che è successo oppure vuole uccidermi a mani nude?

Nel dubbio rimango, altrimenti sarebbe troppo sospettoso scappare come una ragazzina delle medie.

<<Come fai a fumarti questa roba?>>

Chiedo facendo una faccia schifata, giusto per sciogliere il ghiaccio e non rendere la questione più pesante.

<<È soltanto una sigaretta, e comunque mi aiuta a rilassarmi. Dovresti provare anche tu>>

Alzo gli occhi al cielo e trattengo una risata per la frecciatina arrivata alla perfezione.

<<Non riusciremo mai a trovare un punto d'incontro vero?>>

Insisto e faccio un'altra domanda. Lui mi guarda attentamente, letteralmente dalla testa ai piedi.

Il suo sguardo si sofferma lievemente sulla scollatura della mia maglietta. Arrossisco per la sua sfacciataggine.

<<No... sempre se non decidessimo di collaborare e impegnarci nel renderlo possibile>>

Dice. Sforzo un sorriso.

<<Sempre se tu ne avessi voglia, ma so che non ne hai>>

Gli rispondo io. L'accenno di un sorriso sulle sue labbra mi rende più serena.

<<Punzecchiarti mi piace, ma detesto litigare in questo modo con chiunque. Vorrei farmi il mio percorso tutto tranquillo, capisci cosa intendo?>>

Certo che ho capito. Evitiamo di litigare ma per il resto continuiamo ad odiarci.

<<Sono d'accordo con te. Allora ci si vede dopo, io voglio andare a dormire presto oggi>>

Annuisce, con lo sguardo perso nel vuoto e la sigaretta a penzoloni tra le labbra. Mi soffermo sulla sua figura mascolina, sulla folta barba e e il taglio degli occhi.

Ha una bellezza particolare. Credo sia uno dei ragazzi più attraenti della casetta, se non il più attraente.

O mio Dio Ginevra! Cosa ti passa per la testa?

<<Gine?>>

Arrossisco esageratamente.

<<E-ehm scusa, io devo proprio andare. Ciao, buonanotte>>

Mi alzo e corro alla porta. Il suo ghigno mi preoccupa, ma sono troppo imbarazzata per darci peso.

<<Buonanotte principessa delle nevi...>>

Giuro di averglielo sentito sussurrare mentre chiudevo la porta.

Cadiamo insieme// HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora