33

1.2K 30 0
                                        

Joseph è appena entrato in casetta, ma non sembra essere di buon umore.

È da quando ha varcato la soglia della porta che mormora tra sé e sé di quanto Rudy lo stia mandando al manicomio.

«Cosa sta succedendo?»

Mi chiede Gaia.

«Rudy lo ha rimproverato e lui non l'ha presa bene, a quanto pare»

Ho così tanta paura che preferisco non dilungarmi troppo e raggiungere il mio ragazzo in camera.

«Lo so che non vuoi parlare con nessuno, ma io voglio aiutarti»

Gli dico.

«Ti ringrazio per questo, Ginevra, ma non voglio aggiungere altro. Io me ne vado»

Mi fulmina con lo sguardo e continua a preparare la sua valigia.

«Non puoi lasciare tutto così. Per quale motivo poi? Pensi che uscire a questo punto del programma ti aiuti a risolvere i tuoi problemi?»

Lo sento sbruffare.

«Questo non è il posto giusto per me. Io non posso rimanere qui, con le loro regole e i miei comportamenti. Non sto bene, Ginevra, capiscimi e basta»

Alzo gli occhi al cielo.

«Io non voglio perderti e non voglio vederti soffrire»

Chiude la valigia, si alza di scatto e mi guarda.

«Andare via mi sarà di grande aiuto. Fuori farò di tutto pur di tornare ad essere felice come prima, ma qui non ci riesco»

Lo sto perdendo per davvero? Non riesco più a fare un ragionamento serio, sento che mi manca il fiato.

«Dopo quello che è successo oggi, ho capito che così non può più andare avanti. Rudy mi ha fatto intendere che finché rimango in questa scuola, io devo mettermi in secondo piano e non ci sto. Non ci sto perché lo faccio da sempre, ma tutti si sono concentrati solo sulla volta in cui ho avuto una difficoltà e non l'ho fatto»

Si avvicina a me, mi afferra la mano e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«L'unica cosa bella che ho in questo posto, sei tu. Mi dispiace allontanarti così, ma spero che tu capisca che è inevitabile»

I miei occhi diventano lucidi.

Io e Gaia siamo migliori amiche in tutto, anche nell'essere lasciate sole.

«Mi raccomando, prenditi cura di te stessa»

Mi asciuga una lacrima e bacia i miei occhi con estrema dolcezza.

«E non piangere. Non per uno stronzo come me»

Faccio un lungo respiro.

«Questo non posso promettertelo, non credo che farò altro nei prossimi giorni»

Sforza un sorriso, prende tutte le sue valigie e saluta i suoi compagni più cari. Se ne va, mi spezza il cuore e mi chiede di non piangere.

«Non ho capito, cioè se ne è letteralmente andato?»

Mi chiede Kumo.

«Ha detto che non può più restare, soprattutto dopo quello che è successo oggi»

Gli rispondo con la voce spezzata dal dolore. Il mio amico mi abbraccia, mi sussurra qualcosa per tirarmi su il morale.

«Cerca di essere forte per lui»

Cadiamo insieme// HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora