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I miei genitori non hanno mai avuto la possibilità di organizzare una festa per il mio compleanno. In realtà, a pensarci, è stata anche una cosa positiva, dato che non ho mai avuto tanti amici e quindi non si sarebbe presentato nessuno. A rendermi felice ci hanno sempre pensato i miei nonni, che mi preparavano il mio dolce preferito e mi invitavano a guardare un film insieme a loro.

In questo momento, invece, sto festeggiando con i miei amici che mi hanno fatto una sorpresa. Gaia ha organizzato la cena, le ragazze hanno allestito la casa e i ragazzi hanno scelto la musica da mettere.

<<Sei contenta?>>

Mi chiede Sofia.

<<Certo che sono contenta, grazie per quello che avete fatto>>

Le rispondo.

<<Sei sicura? Hai una faccia strana>>

Insiste.

<<Sono solo dispiaciuta per Joseph, non mi ha fatto neanche gli auguri e adesso è sparito>>

Sforzo un sorriso. Le ragazze si avvicinano e mi stringono in un abbraccio forte.

<<Non pensarci adesso, è il tuo compleanno e devi stare bene>>

Mi dice Martina.

<<Noi ti abbiamo organizzato una sorpresa, ma dovresti darti una sistemata prima di andare>>

Sgrano gli occhi.

<<Ragazze... ma vi avevo detto di non esagerare>>

Gaia mi prende la mano e mi accompagna in camera.

<<Ti meriti questo ed altro amore, tu lo sai quanto ti vogliamo bene>>

Sorrido e mi faccio spiegare tutto quello che devo fare.

<<Non possiamo dirti molto, altrimenti roviniamo la nostra sorpresa. Quello che devi fare adesso è scegliere un vestito e fidarti di noi>>

Annuisco. Mi faccio aiutare a scegliere un vestito adatto alla situazione, dato che è il mio compleanno, sono tutti vestiti bene e io sono l'unica in tuta.

<<Dobbiamo muoverci, ci aspettano in palestra>>

Avrei tante domande da fare, ma preferisco non pensare a niente e farmi guidare dalle ragazze. A dir la verità non mi fido molto di loro in questo momento, però posso fare uno sforzo.

<<Siamo arrivate>>

Dice dopo un po' Gaia, che mi sistema un'ultima volta i capelli con le mani e mi bacia la fronte.

<<Mi raccomando, divertiti>>

Annuisco.

<<Lo farò, anche se non so cosa ci sia lì dentro... deduco che questo sia il mio regalo di compleanno>>

Le mie amiche mi dicono di stare tranquilla, mi salutano e mi lasciano sola. Prima di aprire la porta penso a quello che mi hanno detto: divertiti. Cerco di cancellare tutti i miei brutti pensieri e di concentrarmi sulla sorpresa. Dopo un lungo respiro, apro la porta e mi fiondo all'interno della stanza. La prima cosa che intravedo è un ragazzo girato di spalle, seduto su una poltroncina: Joseph.

Il mio cuore inizia a battere forte, e il rumore della porta che si chiude da sola lo fa voltare. I miei occhi si perdono nei suoi, come al solito. Le gambe vacillano e la schiena viene colpita da una serie di brividi.

<<Ciao, Ginevra>>

Mi dice lui.

<<Ciao, Joseph>>

Si avvicina con un passo deciso.

<<Buon compleanno>>

Mi sussurra. Io sorrido e mi guardo intorno. Lui passa subito al dunque.

<<Le tue amiche mi hanno raccontato tutto. Non sono loro il problema, ma io che ho insistito per saperlo>>

Annuisco.

<<E Ginevra, io non ho mai detto che non ti voglio vicino. Ti ho chiesto di fare le cose con calma, non di allontanarci drasticamente e di non parlarci più>>

Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<Ho pensato tanto in questi giorni, ti ho vista e ti ho sentita parlare, ho avuto un dialogo lunghissimo con me stesso>>

Mi dice.

<<Mi sento molto meglio rispetto all'ultima volta in cui abbiamo parlato. Non ho ancora risolto i miei problemi, non ho dato nessuna risposta alle mie domande... ma ho capito che sei importante e che ti voglio nel mio percorso>>

Sorrido.

<<Sei l'unica in grado di leggermi dentro e di capire quando è il momento di parlare e quale non lo è. Sei l'unica capace di farmi sorridere in un momento di panico o di rabbia>>

Mi afferra una mano e mi stringe forte al suo petto. Così tanto vicino da sentire il battito del suo cuore.

<<Non ti voglio mettere fretta. Viviamoci con più calma qui e poi ne riparliamo fuori, d'accordo?>>

Gli chiedo. Lui sorride come un bambino e annuisce.

<<Grazie per la sorpresa, comunque>>

Gli dico.

<<Pensavi mi fossi dimenticato o rifiutato di farti gli auguri, vero?>>

Annuisco.

<<Allora, cosa hai organizzato per me oggi?>>

Mi avvicino al tavolo e lui mi segue.

<<Ho parlato con i tuoi genitori a dir la verità... e gli ho chiesto di preparare il tuo dolce preferito>>

Cadiamo insieme// HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora