Sto chiacchierando con i ragazzi, ci stiamo divertendo molto e sono felice di aver dato ascolto a Ginevra. Lei ha insistito per venire in discoteca nonostante non fosse di suo gradimento solo per farmi stare bene, più tardi devo assolutamente ringraziarla.
Sto mandando giù un sorso di birra quando vedo Gaia correre nella nostra direzione, seguita da tutte le altre ragazze.
<<Holden!>>
Sgrano gli occhi.
<<Gaia cerca di calmarti e spiegaci quello che è successo>>
Le dice Mida. I suoi occhi sono lucidi, l'espressione delle ragazze è piena di panico. Guardo meglio dietro le loro spalle, ma non riesco a trovare Ginevra.
<<Ginevra>>
È l'unica cosa che riesce a sussurrare. Involontariamente fulmino tutti con lo sguardo, mi tolgo la giacca e faccio un lungo respiro. Afferro Gaia per le braccia e la obbligo a farmi raccontare tutto ciò che è successo.
<<È andata in bagno ma non è più tornata, siamo andate a cercarla ma la porta è chiusa a chiave!>>
Guardo i ragazzi, annuiscono senza neanche chiedermi cosa voglio fare. Vado in direzione del bagno e busso con forza.
<<Ginevra!>>
Urlo come un pazzo, prendo a calci la porta e continuo a bussare. Nessuno apre, nessuno dice niente, e allora prendo la via più facile. Mi allontano un po' e poi corro con forza verso la porta, rompendola in piccoli pezzi. Le porte delle discoteche non valgono un cazzo e non ne sono mai stato così felice.
La prima cosa che vedo è Ginevra seduta in un angolo, piena di lividi e graffi sul corpo. I suoi occhi sono atterriti, la sua bocca trema con insistenza e i capelli sono sparpagliati in modo disordinato. Mi giro verso destra, e vedo una testa di cazzo con in pantaloni mezzi calati e la cintura in mano. Mi ribolle il sangue, sento il cuore battere all'impazzata e una rabbia dentro di me che non ho mai provato.
Mi avvicino a lui, lo aggredisco e lo faccio cadere a terra. Non riesco a smettere di riempirlo di pugni e calci, non riesco a smettere di guardarlo soffrire. All'improvviso Mida mi prende e mi tira via con uno strattone.
<<Joseph basta! Abbiamo chiamato la polizia, adesso ci pensano loro>>
Annuisco. Insieme ci voltiamo in direzione di Ginevra, senza neanche accorgermene inizio a piangere come un disperato. Mi metto seduto vicino a lei e la tengo stretta al mio petto.
<<Non preoccuparti principessa, adesso ci sono io qui con te>>
Ma lei non parla, non mi guarda, non mi ascolta... a malapena si fa toccare. La polizia porta via quel pezzo di merda, ci dà delle indicazioni per aiutare Ginevra a riprendersi. Non vuole andare in ospedale, si lamenta e si nasconde dietro di me. Obbligarla non serve, non dopo un trauma del genere.
<<Andiamo a casa>>
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Cadiamo insieme// Holden
RomanceC'è questo filo, tra me e te, che ha un nome solo nostro. Un filo che, in qualunque posto sarai, anche a chilometri di distanza, anche con le vite stravolte e le decisioni prese, anche tra un'eternità, quando tu tirerai un po', io tirerò a mia volta...