Tre anni dopo.
Ho appena parcheggiato l'auto in garage, sto controllando se il motore è a posto. Ultimamente passo più tempo dal meccanico che nel mio letto. Apro la porta lentamente, evitando di svegliare Linda, la piccolina di casa.
Ho trascorso l'intera giornata a lavoro, sono stanchissimo e non vedo l'ora di mangiare qualcosa di caldo.
<<Amore, sei tu?>>
La voce dolce di Ginevra mi aiuta a tornare a respirare. Mi avvicino a lei e la bacio sulle labbra.
<<Sì, sei proprio tu>>
Ci mettiamo a ridere come due bambini. È così bello avere una persona così leggera al tuo fianco, ti rallegra la vita.
<<Come stai? Hai fatto più tardi del solito oggi>>
Annuisco.
<<Lo so, scusami se non ti ho avvertita... comunque sto bene, sono solo molto stanco, abbiamo finito di produrre tutti i pezzi>>
Il suo sguardo mi dice che è orgogliosa di me, come ogni giorno d'altronde. È una delle cose che apprezzo di più della nostra relazione!
<<Non vedo l'ora di ascoltare il nuovo album, dev'essere veramente bello se vi siete impegnati così tanto>>
Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le accarezzo il viso.
<<Sei la prima persona a cui farò ascoltare tutto, te l'ho promesso>>
La bacio di nuovo e mi guardo intorno. Non riesco a capire dove siano i bambini, c'è troppo silenzio in questa casa.
<<James è nella sua stanza, sta attaccando le figurine di Harry Potter. Linda è in cucina, è esattamente dietro di te ma si è addormentata mentre stava mangiando>>
Mi scappa una risata. Sono proprio i miei figli. All'improvviso noto che Ginevra non fa altro che sbadigliare e sbattere le palpebre, come se le bruciassero gli occhi. Qualche giorno fa ha avuto un accenno di febbre, spero vivamente che non si stia rifacendo viva.
<<Sei stanca, principessa?>>
Annuisce.
<<Ascolta tuo marito... vai in bagno, sciacquati il viso con dell'acqua fresca e mettiti a letto. Ci penso io ai bambini, non preoccuparti>>
Sgrana gli occhi.
<<Assolutamente no, sei appena tornato da lavoro e hai bisogno di riposare>>
La fulmino con lo sguardo.
<<Anche tu lavori, forse più di me considerando che ti porti dietro anche i bambini, quindi fai come ti dico>>
Ci pensa un pochino, ma non esita nemmeno per un secondo. Si avvicina a me, circonda il mio collo con le sue braccia e mi stringe forte.
<<Grazie amore mio, ti amo>>
La bacio sulla fronte e mi perdo nei suoi occhi.
<<Ti amo anch'io, principessa. Ti raggiungo tra pochissimo>>
Mi guarda con uno sguardo triste e preoccupato.
<<Non fare tardi, lo sai che non riesco a rilassarmi se non ci sei tu>>
Perché è così tenera? Sembra una bimba. Le dico di stare tranquilla e che ci impiegherò il meno tempo possibile. La guardo salire le scale e quando sento la porta della camera chiudersi, vado a mangiare ciò che ha preparato per me. Una volta finito mi occupo di Linda, la prendo in braccio e la porto nella sua stanzetta. La cullo un po', le racconto una storia e la faccio addormentare. Poi tocca a James, il più difficile da convincere.
<<Ciao campione, non lo saluti il tuo papà?>>
James si alza e mi corre incontro. Lo prendo in braccio e mi siedo sul suo letto.
<<Guarda cosa mi ha comprato la mamma!>>
Mi mostra le sue nuove figurine, quelle di cui parlava prima Ginevra. È così bello vederlo felice.
<<Sono bellissime piccolo, sono veramente stupende>>
Gli scombino i capelli, tanto sono già disordinati e deve andare a dormire.
<<Adesso, però, dobbiamo andare a dormire. È molto tardi e domani devi andare a scuola>>
Fa la faccia triste.
<<Non mi va>>
Devo trovare una scusa per farglielo fare... infondo sono stanco anch'io e voglio sdraiarmi vicino alla principessa.
<<Però posso farti una domanda? Se mi rispondi giuro che vado a fare la nanna>>
Annuisco. Può andare, alla fine che domanda potrebbe mai farmi un bambino?
<<Tu ami la mamma, vero?>>
Sgrano gli occhi. Perché questa domanda? Ho parlato troppo presto.
<<Certo che amo la mamma, James, perché me lo chiedi?>>
Mi sorride e si mette sotto le coperte.
<<La mamma mi ha detto che quando vi siete conosciuti vi trattavate male, e tu la prendevi un po' in giro>>
Tiro un sospiro di sollievo.
<<È vero, ma lo facevamo perché eravamo già innamorati e non riuscivamo ad ammetterlo a noi stessi. Lo capirai anche tu quando sarai più grande>>
Mi guarda con un'espressione curiosa in viso.
<<Come ti sei innamorato di lei?>>
Sforzo un sorriso.
<<Non c'è molto da dire, James. Quando ti innamori di una persona, non c'è un motivo. Semplicemente un giorno incroci il suo sguardo, senti le farfalle nello stomaco e perdi completamente la testa>>
Come si può spiegare ad un bambino di neanche dieci anni cos'è l'amore? È impossibile per un adulto, pensa per lui.
<<In che senso le farfalle nello stomaco? Quando divento grande mi devo mangiare le farfalle per amare qualcuno?>>
Mi scappa una risata.
<<No, ma che stai a di'. È una cosa retorica>>
Non mi sembra molto convinto, ma va bene così.
<<Tua madre è la donna più speciale con cui io abbia mai avuto a che fare. Non so come ho fatto ad innamorarmi di lei, semplicemente un giorno l'ho vista sul balcone di un hotel, struccata e in pigiama, e il mio cuore è quasi scoppiato>>
E poi è diventata mia moglie. Lo scorso anno ci siamo promessi di restare insieme per sempre. Finalmente, cazzo, dopo anni e anni di attesa.
Non so cosa ci aspetta in questa vita, ma so che qualsiasi cosa sia, voglio viverla con lei. Perché se cadiamo, Cadiamo Insieme.
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Cadiamo insieme// Holden
RomantizmC'è questo filo, tra me e te, che ha un nome solo nostro. Un filo che, in qualunque posto sarai, anche a chilometri di distanza, anche con le vite stravolte e le decisioni prese, anche tra un'eternità, quando tu tirerai un po', io tirerò a mia volta...