Questa sera nessuno dei due ha deciso di cambiare stanza, ma ci siamo semplicemente adattati alla nostra situazione.
Stare a discutere per ogni cosa è soltanto estenuante, quindi tanto vale lasciare i punzecchiamenti per quando servono e nel frattempo ignorarsi.
Il problema è che ho molti pensieri per la testa, un dubbio di cui non voglio parlare e non riesco a dormire.
Sono stanchissima e la testa mi scoppia, inoltre domani devo svegliarmi presto per andare a lezione. Un vero e proprio casino.
<<Vado a farmi una camomilla>>
Sussurro per non farmi sentire. Mi alzo, indosso le mie ciabatte bizzarre e mi dirigo in cucina.
<<Ginevra?>>
Indietreggio spaventata e vado a sbattere contro la superficie fredda della parete.
<<Joseph! Mi hai spaventata tantissimo, ma come ti salta in mente di fare una cosa del genere?>>
Tiro un sospiro di sollievo.
<<Da quando bere un bicchiere d'acqua è un reato?>>
Roteo gli occhi verso il cielo. Il tono della sua voce mi fa capire che la sua era un battuta, veramente pessima e per nulla divertente.
<<Da quando l'ho deciso io>>
Alza gli occhi al cielo, però non risponde alla mia frase. Direi per fortuna, altrimenti ci sarebbe stata una lotta tra titani che nessuno avrebbe potuto fermare, non in piena notte.
<<Tu perché sei sveglia a quest'ora?>>
Mi chiede incuriosito.
<<Non mi sento tanto bene, voglio prepararmi una camomilla per rilassarmi un pochino>>
Annuisce. C'è un attimo di silenzio snervante.
<<Siediti, te la preparo io>>
Sgrano gli occhi e arrossisco. Per fortuna è tutto buio e quindi il rossore sul mio viso non è ben visibile.
<<Cosa?>>
Chiedo in modo sconcertato.
<<Cosa che? Ho detto siediti che ti preparo io una camomilla. Non sarai la mia persona preferita ma se stai male ti aiuto>>
Sforzo un sorriso.
<<Oh, va bene. Grazie mille>>
Mi metto comoda su uno sgabello e aspetto che la conversazione continui. In realtà proprio non ci voleva.
Avrei preferito rimanere un po' da sola, per ragionare su quello che sento... e la presenza di Joseph non rende le cose così semplici. È lui il mio più grande dubbio.
<<Hai più parlato con la maestra Celentano?>>
Mi chiede. Io picchietto le dita sul tavolo e cerco di lavorare ad una risposta breve e coincisa.
<<Sì. Non sta andando come dovrebbe andare>>
Comincio a torturare il mio anello portafortuna. Joseph nel frattempo si volta e mi passa la mia tazza fumante, che mi riscalda le mani in modo piacevole.
<<In che senso?>>
Insiste, osservando con attenzione il punto in cui le mie mani si incontrano e fanno danzare il mio anellino scintillante e colorato.
<<Che il tempo scorre e non sto dimostrando alla maestra di meritare il banco. Ogni momento potrebbe diventare l'ultimo e al solo pensiero mi viene voglia di piangere>>
Faccio un lungo respiro.
<<Perché quando sei emozionata o nervosa torturi il tuo gioiellino?>>
Mi scappa una risata isterica. Come ha fatto a notarlo?
<<Lo faccio da sempre. Mi aiuta a tranquillizzarmi. La stellina con i brillantini fucsia ha un significato profondo per me>>
Lo guardo con occhi luminosi e un sorriso malinconico.
<<Puoi raccontarmela?>>
Annuisco sorpresa.
<<Quando ero piccola mio nonno mi chiamava sempre stellina, perché diceva che brillavo come una di loro ed ero stata mandata>>
Sorrido.
<<Per questo, per il mio ultimo compleanno insieme, mi ha regalato questo bellissimo anello. Rosa perché è sempre stato il mio colore preferito>>
I miei occhi diventano lucidi.
<<Non ho più trovato il coraggio di festeggiare il mio compleanno...>>
Una lacrima riga il mio volto, Joseph la scaccia via con il pollice della sua mano sinistra.
C'è un attimo in cui i nostri sguardi si perdono l'uno in quello dell'altro, e mi sembra di sprofondare in una valle di incertezze e paura.
<<Il tuo nome significa "spirito bianco", ma anche "elfo splendente">>
Sussurra, avvicinandosi un po'. Spero che non possa vedere il mio viso rosso come un pomodoro.
<<Bevi la tua camomilla e vai a nanna, principessa. È tardi>>
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Cadiamo insieme// Holden
RomanceC'è questo filo, tra me e te, che ha un nome solo nostro. Un filo che, in qualunque posto sarai, anche a chilometri di distanza, anche con le vite stravolte e le decisioni prese, anche tra un'eternità, quando tu tirerai un po', io tirerò a mia volta...