64; Holden

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Non riesco a smettere di sorridere. Sono contento di aver trovato una persona così buona, soprattutto in questo momento di grande sofferenza. Francesco mi ha aiutato ad aprire gli occhi, e mi ha fatto capire che Ginevra non ha fatto niente per tradire la mia fiducia. Ha solo cercato di venirmi incontro, poverina. Non voleva perdermi. Mi sento una merda.

Ho girovagato per tutta la notte in strada, solo che non ho trovato il coraggio di andare a casa di Ginevra. Non ci ho ripensato, semplicemente non volevo interrompere il suo sonno. Ho aspettato che rispuntasse il sole, prima di darmi una sistemata e raggiungerla. Le ho anche colto dei fiori in un prato, i suoi preferiti.

<<Che ansia>>

Sono davanti al portone del palazzo in cui abita. Non riesco a calmarmi. Mi metto seduto sul muretto e guardo i miei piedi che penzolano. Devo distrarmi...

<<Mi spieghi cosa sei tornato a fare, Joseph?>>

Una voce delicata, un vestito che mette in luce il primo accenno di un pancione da mamma. Ginevra.

<<Ti stavo aspettando, principessa>>

Sgrana gli occhi. Lo so, sono difficile da sopportare, ma dammi un'altra possibilità.

<<E per quale motivo?>>

Mi chiede. È visibilmente imbarazzata, mi viene da ridere a vedere la sua reazione. Siamo tornati indietro di due anni?

<<Ho cercato di odiarti, ci sono rimasto malissimo quando ho scoperto della gravidanza da un'altra persona>>

Mida non riesce a farsi i cazzi suoi, ecco perché non lo sopporto più di tanto.

<<Mi sono allontanato per quasi due mesi, ho fatto finta di non provare nulla per te e ho discusso con i miei fratelli per questa ragione>>

Sforzo un sorriso. Ho notato solo adesso che la consapevolezza di diventare mamma l'ha resa ancora più bella. Il suo viso è sempre lo stesso, riesco a perdermi nei suoi occhi esattamente come prima, ma ha qualcosa di diverso.

<<Solo che stanotte ho avuto la conferma di non essere riuscito nel mio intento. Ho parlato con un ragazzo, Francesco. Sono andato a bermi una birra con l'intenzione di dimenticarmi per un po' di te, solo che non ci sono riuscito. E sono contento che sia andata così, per l'ennesima volta>>

Mi scappa una risata isterica. Sembro un ragazzino delle medie che si sta dichiarando alla compagna di classe bella e popolare. Che figuraccia.

<<Se proprio voglio darti una colpa, hai sbagliato a sperperare le nostre cose in giro senza prima confrontarti con me... per il resto sono stato io lo stronzo, e ti chiedo infinitamente scusa>>

Mi avvicino con cautela, non voglio renderla nervosa. Deve sentirsi di nuovo a suo agio con me.

<<Ti amo, Ginevra, e non ti lascerò più sola. Posso continuare a fare musica anche con un figlio, non credi?>>

Annuisce.

<<Ricominciamo da zero, facciamo finta di non aver vissuto quest'ultimo periodo e viviamoci come abbiamo sempre fatto. Sempre se vuoi, ovviamente>>

Tentenna un poco, ma poi scoppia in lacrime e si lancia tra le mie braccia. Mamma mia, che bella sensazione. Il suo profumo alla vaniglia mi inebria le narici, finalmente mi sento nel posto giusto. Questa è casa.

<<Scusa>>

Mi dice.

<<Mi prometti che non te ne vai più e che quando succedono cose brutte ne parliamo con tranquillità?>>

Sembra una bimba.

<<Te lo prometto, amore mio>>

Le mordo il labbro inferiore e la bacio con delicatezza. Mi era mancato tutto di lei.

<<Da oggi in poi saremo una famiglia... e tu torni a casa da me, non ce la faccio più a starti lontano>>

Le scappa una risata. Questa è la melodia più bella del mondo, nessun artista riuscirebbe a ricrearla.

Cadiamo insieme// HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora