Stamattina mi sono svegliata con un giramento di testa atroce, la fronte bollente e lo stomaco sottosopra... ma in questo momento sto comunque andando a lezione, perché non posso permettermi di mancare.
Il tempo scorre, la maestra è determinata a mandarmi a casa e quindi devo sfruttare ogni momento possibile per dimostrarle che sto migliorando.
<<Cosa ti sta succedendo?>>
Mi domanda Joseph. Il tono della sua voce è particolarmente fastidioso quest'oggi, non so perché.
<<Niente che ti riguardi>>
Lo sento sbuffare. So che sono più scontrosa del solito, ma è già tanto se io abbia avuto il coraggio di svegliarmi e non riesco a ragionare lucidamente.
Lui in questo preciso istante è dietro di me, che cammina con passo deciso con l'intento di andare a fare lezione. Io gli faccio da intralcio, perché sto camminando molto lentamente.
<<Non hai una bella cera Ginevra, non credi sia il caso di avvertire i tuoi insegnanti e tornare a casa?>>
Alzo gli occhi al cielo.
<<Certo che no. Io sto benissimo, sono semplicemente stanca ma posso benissimo fare lezione>>
L'espressione di lui mi fa capire quanto sia contrariato a questa situazione.
<<Poi non ti impicciare, non sono fatti tuoi>>
Fa un lungo respiro.
<<Sono solo preoccupato>>
Sgrano gli occhi.
<<Noi non siamo amici, non vedo perché tu debba essere preoccupato per me>>
Cerco di nascondere il mio imbarazzo.
<<Senti Gine, fai come cazzo vuoi. Buona fortuna per la tua fottuta lezione, che te devo di'>>
Non parlarmi in dialetto, brutto stronzo di un Joseph. Questo sarà per sempre uno dei miei punti deboli. Aspetta, ma cosa sto dicendo?
<<Buongiorno maestra, non mi aspettavo di vederla così presto>>
Dico sorpresa quando noto la presenza anticipata della Celentano, che mi sorride e mi fa segno di accomodarmi.
<<Ho degli impegni più tardi, per questo ho chiesto di invertire le lezioni. Vorrei parlarti Ginevra, se non ti dispiace>>
Annuisco e mi siedo a terra, con vicino una bottiglietta d'acqua.
<<Cosa deve dirmi?>>
Le chiedo con aria preoccupata. È arrivato il momento di tornare a casa? Spero di no.
<<Dobbiamo cominciare a spingere, e per farlo dobbiamo affrontare uno dei tuoi più grandi problemi: l'insicurezza>>
Sforzo un sorriso. Questo è un tasto dolente, ma spero di riuscire a superare il limite che non mi permette di fare di più.
<<Ho preparato una coreografia sensuale, sui tacchi. Prima Giulia ti dimostrerà il compito, poi ne parleremo>>
Annuisco, saluto la professionista e mi faccio da parte.
Dopo circa due minuti, Giulia finisce di esibirsi e io applaudo con gli occhi spalancati. Questa coreografia è bellissima, ma è anche tanto complicata. Riuscirò a portarmela a casa?
<<Ti piace?>>
Mi chiede la maestra. Annuisco.
<<Nella danza ci vuole anche sensualità, femminilità... sono convinta che tu abbia queste qualità, dobbiamo semplicemente spingere per tirarle fuori>>
Mi allontano leggermente, cercando di non darle le spalle, e indosso i tacchi che sono stati messi a mia disposizione.
Sono altissimi, soprattutto per me che non sono abituata ad utilizzarli. Non appena mi metto in piedi, sento la testa girare e per poco non perdo l'equilibrio.
<<Ti senti bene?>>
Annuisco. Concentrati Ginevra, cerca di non pensarci. È solo un po' di spossatezza, ma vedrai che passerà presto.
<<Sì, non si preoccupi. Possiamo cominciare>>
Allora mi metto vicino a Giulia, che mi spiega come devo procedere con alcuni passi di danza. Mi dice cosa devo fare per non perdere l'equilibrio con i tacchi, e copio i suoi movimenti.
<<Scusate...>>
Tremolante mi avvicino al mio borsone, bevo un goccio d'acqua... ma la situazione non migliora per niente.
<<I-io n-non credo di sentirmi molto bene>>
Poi buio totale, un mal di testa allucinante.
<<Ginevra!>>
Vedo il viso sfocato della professionista, che cerca di chiamarmi invano. Sono troppo stanca per risponderle.
<<È bollente. Credo abbia la febbre altissima, dobbiamo chiamare qualcuno che la riporti in casetta>>
Dice la Celentano, alzando il livello della sua voce.
<<Credo che ci sia Holden nella stanza accanto, è l'unico che può aiutarci>>
Risponde Giulia, poi vedo la maestra andarsene via di fretta... e poco dopo rientrare affiancata da un ragazzo alto, carino e antipatico.
<<Gine... te l'avevo detto>>
Mi sussurra all'orecchio. Vorrei prenderlo a schiaffi, ma non credo sia il momento adatto per rimproverarlo. Mi sta aiutando.
<<Ce la fai a camminare?>>
Faccio segno di no con la testa.
<<Vieni qui allora...>>
Dice, prendendomi in braccio con il minimo sforzo. Mi sorride e mi sistema la cerniera della felpa, coprendomi come se fossi una bambina.
<<Ti riporto a casa>>
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Cadiamo insieme// Holden
RomanceC'è questo filo, tra me e te, che ha un nome solo nostro. Un filo che, in qualunque posto sarai, anche a chilometri di distanza, anche con le vite stravolte e le decisioni prese, anche tra un'eternità, quando tu tirerai un po', io tirerò a mia volta...