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In questo periodo sono tutti nervosi, gli animi si sono scatenati per via della questione della scarsa pulizia e non c'è più la stessa atmosfera di una volta.

Spero che sia soltanto un momento di passaggio e che presto tornerà tutto alla normalità... che ovviamente vede me e Joseph in conflitto.

<<Cosa stai preparando per cena?>>

Mi si avvicina un ragazzo di nome Christian, in arte Mida, con cui ho avuto la fortuna di stringere un buon rapporto di amicizia.

Sorride curiosando nella pentola piena d'acqua. Roteo gli occhi verso il cielo.

<<Pasta in bianco con le zucchine, te ne metto un po' da parte?>>

Annuisce e mi ringrazia con un bacio sulla testa. All'improvviso, una voce roca e mascolina, ci spaventa più del previsto.

È Joseph, appena rientrato dalla sua ultima lezione della settimana, furioso come non l'ho mai visto. Si ritira nella sua stanza, senza degnarsi nemmeno di salutare.

<<Cosa sarà successo?>>

Chiedo a Gaia, che chiaramente fa spallucce.

Quando noto che nessuno si preoccupa di andare a vedere come sta, mi sale il sangue al cervello.

Di certo Holden non è il mio essere umano preferito, ma se una persona sta male ogni sentimento di odio passa in secondo piano.

Per questo motivo lascio tutto in mano a Mida e raggiungo il mio compagno con una scusa banalissima.

<<Posso entrare?>>

Lo sento borbottare infastidito, ma non mi interessa. In realtà non ho bisogno della sua approvazione, dato che questa è anche la mia stanza.

<<Ho detto che non puoi entrare>>

Sforzo un sorriso. Non perdere la pazienza Ginevra, sei qui per aiutare una persona in difficoltà.

<<Smettila di fare lo stronzo e raccontami cos'è successo a lezione>>

Alza gli occhi al cielo e stringe i pugni visibilmente frustato.

Potrebbe picchiarmi da un momento all'altro? . Mi interessa e lascerò stare? Assolutamente no.

<<Io non voglio parlare con te. Noi non siamo amici e non ne trovo il senso>>

Faccio un lungo respiro.

<<Dici sempre che noi non siamo amici e che ti sto antipatica ma mi sembra che qui a cercare di aiutarti ci sono soltanto io e nessun altro>>

Sgrana gli occhi, sicuramente sorpreso per la mia sfacciataggine nel farglielo notare.

Sembra ragionarci per parecchio tempo, ma poi si arrende e comincia a parlare, anche se con freddezza e tono di voce scocciato.

<<Rudy non fa altro che attaccarsi alle piccolezze per provocarmi e farmi perdere la pazienza>>

La mia espressione si addolcisce e mi metto comoda ad ascoltare il suo discorso.

Non mi guarda mai negli occhi e posso capire il disagio che sta provando nello sfogarsi con una persona che di solito insulta e prende in giro.

<<Dice che io non sono grato di essere qui, che sto prendendo questa esperienza come se fosse una vacanza e che non voglio vivere di musica, al contrario di molti altri artisti che sono fuori e sperano di entrare nella scuola>>

Dice tutto d'un fiato, io mi torturo le mani con agitazione. Più o meno siamo nella stessa situazione, per questo comprendo il suo dolore.

<<Non dargli retta. Sappiamo tutti che sei perfetto, dice così perché è un imbecille>>

Arrossisco non appena mi accorgo di quello che ho detto. Dio santo.

<<Cosa?>>

Mi chiede sorridendo. Quando noto l'accenno di una risata sulle sue labbra mi imbarazzo ancora di più.

<<Intendevo che... sei un artista perfetto, nel senso che sei completo e...>>

Inizio a balbettare.

<<Va bene così Gine, ho capito>>

Tiro un sospiro di sollievo, ma quando sento l'abbreviazione che ha usato per il mio nome lo stomaco mi formicola.

<<Hai fame? Ho preparato la pasta con le zucchine, sempre se Mida non l'ha già mangiata tutta>>

Era meglio restare in cucina...

Cadiamo insieme// HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora