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Era una fredda giornata d'autunno, io stavo raggiungendo il nonno per raccontargli la mia giornata. Ormai era diventata un'abitudine: io andavo da lui nel pomeriggio e nonna ci preparava una tazza di gelato alla crema. Non potevo farne a meno, nonno Marcello era meglio di un qualsiasi psicologo.

<<Ciao nonna, come mai questa faccia?>>

Dissi alla seconda donna più importante della mia vita, ovviamente dopo mia madre.

<<È per il nonno>>

Mi rispose con tono addolorato. Io non potei trattenere un piccolo singhiozzo, dovuto allo spavento.

<<Sta male?>>

Chiesi, e lei annuì di tutta risposta.

<<Non sta bene già da qualche giorno, ma oggi sembra proprio stanco. Mi raccomando Ginevra, parlate un po' e poi lascialo riposare>>

Le dissi di stare tranquilla, che non avrei fatto affaticare il nonno e che la nostra mezz'ora di chiacchiere sarebbe diminuita a quindici minuti.

<<Perfetto>>

Allora mi incamminai e arrivai fino alla camera da letto, dove mio nonno mi aspettava sempre con un grande sorriso.

<<Gine, quanto mi sei mancata. Vieni a darmi un abbraccio!>>

Sorrisi anch'io, lo raggiunsi con passo svelto e lo strinsi il più forte possibile. Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei nonni, forse perché ho sempre vissuto con la consapevolezza che un giorno non troppo lontano li avrei persi e lasciati nel mio passato.

<<Anche tu mi sei mancato tanto... ma oggi devo andare via prima del previsto. La nonna mi ha detto che non ti senti bene e sai che contraddirla può diventare pericoloso>>

Si mise a ridere e io con lui.

<<Hai ragione. Allora, cosa mi racconti?>>

Mi misi comoda sulla mia poltroncina e cominciai a raccontargli la mia giornata: la discussione che avevo affrontato con un mio compagno di classe durante l'intervallo, la verifica che purtroppo non era andata come volevo e il pranzo squisito che la mamma aveva preparato per me, una volta tornata da scuola.

<<Tu che hai fatto?>>

Gli chiesi io stupidamente.

<<Ho guardato un po' di televisione con tua nonna, poi ho mangiato un minestrone di verdure caldo e infine mi sono messo a riposare in camera. Niente di che, ma sai che preferisco le cose semplici>>

Annuii. Mio nonno diceva sempre le stesse cose, ma io amavo comunque ascoltarlo.

<<Certo che lo so, e la penso come te. Preferisco le cose semplici a quelle importanti. La semplicità andrebbe apprezzata di più>>

Dissi per renderlo orgoglioso, ci riuscii alla grande.

<<Principessa... posso chiederti una cosa?>>

Gli risposi di sì.

<<Promettimi che continuerai a pensarla così. Non voglio saperti cambiata. Il mondo fuori è crudele, Ginevra, devi giurare che non permetterai a nessuno di sovrastare la tua anima pura. Nessuno>>

Lo promisi, e fu l'ultima cosa che riuscii a promettergli. Il cuore del mio adorato nonno si fermò la sera stessa, poco dopo che io lo salutai per tornare a casa a fare i compiti.

Lasciai mio nonno con un "promesso".

Cadiamo insieme// HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora