𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐

631 33 6
                                    

Piccola colomba

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Piccola colomba.

Due parole, così pure, così innocenti, rimbombavano per la mia mente. Sembravano perdere il loro vero valore fuoriuscite dalle labbra di Aegon. E mentre il banchetto proseguiva allegramente, e mia madre e mio padre mi stringevano al proprio fianco dopo tanti anni, l'unica cosa che avrei voluto fare era semplicemente godermi il loro ritorno. Ma non ci riuscii. Ero tormentata da quegli occhi, da quel sorriso, da quell'ingiusto fascino da ribelle che gli donavano i capelli corti. "Ao vestretan nykeā udir, issa riñnykeā. Iksos mirros ao?" «Non hai spiccicato parola, bambina mia. Qualcosa ti turba?» concentrata sul mio calice di vino intoccato, la voce di Rhaenyra mi giunse ovattata alle orecchie. Fu la sua mano che pizzicò il mio fianco a risvegliarmi dal torpore. Il mio sguardo scattò, come fossi stata scottata da una fiammata rovente, e quando gli occhi ametista di mia madre avvolsero i miei, per poco non crollai. C'erano così tante cose che avrei voluto dirle, così tante paure da rivelarle, ma non sapevo se sarei stata abbastanza coraggiosa da poterlo fare.

Io ero nel mezzo tra verde e nero. Come avrei fatto a scegliere?

"Potrei avere la vostra attenzione, per favore?" e subito la sala calò nel silenzio, lasciando spazio al Re. "Prima di darvi la lieta notizia, vorrei augurare a mia figlia Helaena un felice compleanno, ed un caloroso abbraccio alla mia famiglia appena riunitasi a corte" Come in una reazione a catena, alzammo tutti i nostri calici per brindare. Poi Viserys proseguì. "Dopo averne discusso con attenzione, annuncio con piacere che ben presto il casato si allargherà, con l'unione in matrimonio tra Jacaerys Velaryon ed Helaena Targaryen"

Il sogno di mia madre. Un sogno che, tuttavia, pietrificò non soltanto la regina Alicent ed il Primo Cavaliere, ma anche i fratelli di Helaena, che non ne sapevano assolutamente niente. Io, in verità, mi scoprii essere particolarmente felice. "Con..con chi ne avresti discusso, mio re?" incalzò tentennante la regina, cercando di mostrarsi neutrale. Ma il suo viso era leggibile persino ad un cieco. Lei tollerava me, ma dubitavo che avrebbe fatto lo stesso con i miei fratelli. "Con la legittima erede al trono di spade dopo di me, naturalmente" le rispose Viserys, indicando sua figlia Rhaenyra. Daemon non riuscì a nascondere un sorriso compiaciuto dietro la sua coppa di vino. 

"Beh, mi sarebbe piaciuto quanto meno esserne al corrente. D'altronde parliamo di mia figlia" agitò le proprie mani la regina, cercando di mantenere la calma. La verità, tuttavia, era solo una. Alicent Hightower aveva sempre detestato il pensiero di unire sua figlia al presunto "sangue bastardo" che scorreva nelle vene di Luke, Jace e Joff. Un tempo aveva amato mia madre, un tempo ormai lontano quanto due vite. Ed era inevitabilmente finito. "Jacaerys sarà un ottimo marito per nostra figlia" concluse Viserys con un sorriso abbozzato, intimando i musicisti di cominciare a suonare. E violini e violoncelli riempirono la sala di musica dolce benché la tensione non la si potesse più dissipare. 

"Congratulazioni fratello" e dall'altra parte del tavolo, Jace - ormai uomo fatto, la cui peluria sul viso cominciava a mostrarsi - mi sorrise con sincera gratitudine. "Grazie sorella. Mi sei mancata"

❝☼☾❞ 

I corridoi verso le mie stanze erano silenziose, ma i passi di Helaena al mio fianco mi ricordarono di rimanere lucida

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

I corridoi verso le mie stanze erano silenziose, ma i passi di Helaena al mio fianco mi ricordarono di rimanere lucida. Tic. Tac. Tic. Tac. Rimbombavano tra muri antichi, tra i quali vi era racchiusa più storia di quanto si potesse immaginare, più di quanto erano riusciti a scrivere i Maestri della Cittadella sulle pagine dei loro libri.

"Sei felice," appurai "E' un sollievo, zia" E l'argentea mi rivolse un sorriso luminoso quanto il sole, uno di quelli che fanno sognare. "Mi sento finalmente libera da un peso che credevo mi sarei portata addosso per sempre. Nostra madre voleva unirmi ad Aegon per mantenere il sangue puro. Io ero terrorizzata alla sola idea e lei non ne aveva voluto sapere..Ringrazio Rhaenyra per essere la sorella che ho sempre desiderato"

Ancora una volta quel nome zampillò come sangue al cervello. Aegon era la rovina della mia esistenza, un diavolo travestito da angelo.

"Adesso sei al sicuro, con noi," le promisi.

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora