𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑𝟗

215 20 1
                                    

Il desiderio impellente di vedere mia madre divenne più forte col passare del tempo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Il desiderio impellente di vedere mia madre divenne più forte col passare del tempo. Anche se avevo ottenuto autorità, ciò non mi dava la libertà di spostarmi. Almeno dinanzi agli occhi del concilio o del popolo: se l'avessi fatto, sarei stata vista come una traditrice della corona. Una voltagabbana che torna tra le sottane della madre, una regina che non adempie ai suoi doveri. E poi c'era il problema del Gullet, bloccato da settimane impedendo al commercio di prosperare e portando la gente a morire di fame.

"Torna a letto, mia luna" bofonchiò Aegon contro il cuscino, muovendo la sua mano lungo le lenzuola al contatto con lo spazio vuoto. Seduta sulla poltrona, guardavo le stelle venir sostituite dal sole con una lentezza disarmante. "Scusa, non riesco a dormire" replicai, avvolta in un soprabito trasparente che lasciava intravedere ogni centimetro della mia pelle. Era vero. Dopo aver fatto l'amore, Aegon era crollato a dormire, mentre io non avevo potuto fare a meno di riempirmi la testa di domande e di timori. Non volevo che ci fossero altri segreti tra di noi, ma come potevo dirgli che volevo vedere mia madre?

"Ti prego Maelys.." continuò Aegon, aprendo delicatamente gli occhi e tirandosi su col lenzuolo a coprirgli metà del busto. Sospirai pesantemente, le mani che prudevano dal fastidio. Ero regina, ma ancora impotente. "Ogni tuo fardello è il mio, dovresti saperlo"

"Tu non mi amavi nemmeno quando mi hai sposata. Ero un capriccio dettato dall'alcol, o dalla tua sfacciataggine. Se adesso ti dicessi davvero quale fardello mi porto sulle spalle, lo accetteresti?"

Aegon si incupì all'istante, trafiggendomi col suo sguardo deluso. "Ma ho imparato a farlo, ho imparato ad amarti! Accetterei qualsiasi cosa pur di sollevarti da quel peso," mi strinsi nel soprabito, con un magone alla gola e gli occhi lucidi. "Io desidero tornare a casa e riabbracciare mia madre" bofonchiai, arrancando alla ricerca del respiro nel tentativo di non piangere. E chiusi gli occhi per paura di vedere Aegon voltarmi le spalle.

Rhaenyra doveva sapere che l'amavo, e mio padre..beh, avrei voluto accertarmi che non mi odiasse. Non potevo vivere con quel dubbio, non dopo il nostro addio.

"Soltanto se prometti di tornare da me" rispose dopo attimi di silenzio. I miei occhi si spalancarono di sorpresa, lasciandosi scappare qualche lacrima. "Hai sacrificato te stessa e la tua felicità, e nonostante sappia che infondo tu non mi voglia vedere sul Trono di Spade, meriti di rivedere la tua famiglia. Devi risolvere con tuo padre, e tornare qui con le idee chiare. Lo farai per me?"

Mi alzai dalla poltrona, con il cuore che aveva cominciato a galoppare. "Tu faresti questo per me?" rivoltai la domanda, mentre il vigore della felicità tornava ad impossessarsi lentamente del mio corpo e del mio animo. Anche se Daemon era ad Harrenhal, avrei trovato un modo per raggiungerlo. "Si, mia luna." promise solenne. Tornai a letto, strisciando tra le coperte come un serpente d'acqua dolce, soltanto per baciarlo con tutta la forza che avevo. Avvinghiata a lui, le sue braccia a sorreggermi, mi sentivo la donna più amata del mondo. Poi le nostre labbra si separarono schioccando delicatamente, e persa nei suoi occhi, trovai l'Aegon che mi aveva confessato il suo sogno. "Ti amo," pronunciai, e il suo sorriso mi sembrò il più bello di tutti i continenti messi assieme.

❝☼☾❞ 

Partii con Moonfyre quella stessa sera

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Partii con Moonfyre quella stessa sera. Aegon mi avrebbe protetta dal concilio, almeno il tempo necessario affinché potessi giungere a Roccia del Drago e tornare indietro. Il buio era calato placido sulla città, e il silenzio si era impossessato della fossa.

 «īlon issi lenton, perzys hūra» "Andiamo a casa, luna di fuoco" picchiettai gentilmente il dorso del drago, sfiorando le sue dure scaglie argentee, e lui in risposta gorgogliò con impazienza. Prese la rincorsa, e una volta fuori dalla fossa, si librò nel cielo con le sue bellissime ali riflettendo la luce lunare. La città da quell'altezza aveva qualcosa di magico, o forse era l'idea di starla lasciando dopo tantissimi anni. Non vedevo casa da quando ero una bambina, e l'emozione mi scuoteva tutta, da capo a piedi.

Volammo mentre riccioli di vento si infilavano tra le mie dita, liberi di essere noi stessi, liberi. Ma quando superammo la Baia delle Acque Nere, avvicinandoci sempre più a destinazione mentre l'ombra di Moonfyre apparì sull'increspatura dell'acqua, la paura si presentò alle porte del mio essere. E se mia madre non avesse voluto vedermi? Cosa sarebbe successo se anche lei avesse deciso di spezzarmi il cuore come aveva fatto mio padre?

Moonfyre ruggì nella notte, sfiorando l'acqua con le zampe, prima di riprendere quota. In lontananza il castello di Roccia del Drago si ergeva imponente, maestoso, scolpito nel tempo. C'era una sola luce proveniente da esso, forse dalla sala della tavola dipinta. Lei era lì, dinanzi al camino come quando ero piccola: potevo immaginarla già, chinata verso le fiamme nel tentativo di riscaldarsi, mentre i pensieri le occupavano la mente. Dovevo trovare il coraggio di affrontarla, dovunque esso fosse, perché lei era più importante di qualsiasi altra cosa. Mi aggrappai a ciò mentre il mio drago cominciava ad abbassarsi verso il camminamento in pietra che portava al castello.

Poi vi atterrò con delicatezza, stridendo, affinché si accorgessero di noi.

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉

Probabilmente nel prossimo capitolo si piange <3

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora