Sola.
Per la prima volta, circondata da persone, mi sentii estremamente sola. A capo tavola sedeva Viserys, d'improvviso gracile e giallastro, con accanto la regina Alicent. Aemond ed Aegon sedevano dall'altro lato, mentre io e Daeron sembravamo specchiarci negli occhi di chi avevamo di fronte. Aegon scocciato, con una brocca di vino piena accanto al suo calice, attendeva il momento giusto per fiondarsi su di esso. Tipico di lui, rimembrai con amarezza. Poi il cibo fu servito con fluidità, gesto alla quale mi sentii di essere grata, perché il mio unico desiderio era di tornare nelle mie stanze quanto prima. Anche se lì dentro mi sarei sentita perseguitata dai fantasmi del piacere che Aegon mi aveva procurato, mi sentivo comunque al sicuro. "Il coraggio è per pochi" aveva detto la zia, prima di baciarmi la fronte e partire con l'uomo che meritava di starle accanto sin da principio. Ma lo ero davvero, coraggiosa?
Un pollo arrosto fu posto nel bel mezzo della tavola, ma lo stomaco era troppo chiuso per poter godere del profumo speziato e del sapore succoso di quella prelibatezza. E questo a Daeron non passò inosservato: per essere un ragazzino, era estremamente acuto ed intelligente. "Non mangi, Lys?" così mi chiamava, come la città libera, da quando aveva appena cominciato a parlare, perché secondo lui il mio nome era troppo complicato da pronunciare.
Quanto mi sarebbe piaciuto essere libera. Ma purtroppo per me, il mio nome era Maelys Targaryen. Simile al drago della Principessa Rhaenys.
Scossi la testa, ma gli occhi purpurei di Daeron si incupirono. "Sono solo stanca..e triste" mi giustificai, il che non era errato, arrancando per afferrare un calice e riempirlo di vino. Aspro, una volta in bocca mi pizzicò la lingua. Poi riposai il calice a tavola, mentre i commensali si intrattenevano col cibo e con la musica di sottofondo per non cedere all'imbarazzo del silenzio. Fu in quel momento che non ebbi più il coraggio di proseguire. Fu in quel momento che un conato mi pervase lo stomaco, costringendomi a scattare in piedi. "V-vostra maestà" balbettai. Il malessere era tale che se non fossi corsa via avrei rigettato quel poco di vino ingerito su quella bellissima tavola imbandita di leccornie, e non sarebbe stato affatto un bello spettacolo. Viserys, preoccupato, mi ascoltò all'istante. "Mi dispiace arrecarvi disturbo, ma ho davvero bisogno di congedarmi. Il vino deve avermi fatto male-" e non appena ricevetti il consenso, senza guardarmi intorno, scattai come una saetta per quei corridoi. Con lo stomaco in subbuglio, le lacrime salate a scorrermi sulle guance, e la testa dolente, mi fermai ad un muretto e rigettai. Non m'importava dove fossi: che non mi vedesse nessuno era irrilevante.
Il frutto di quel dolore era chiaramente il primo sintomo dell'abbandono. Abbandonata da mio padre, abbandonata al mio destino. E quando mi pulii le labbra col fazzoletto e mi asciugai le lacrime, passi leggiadri invasero il mio udito. "Sei stata fin troppo coraggiosa a rimanere qui," incalzò la voce di Aemond, che a quanto pare mi aveva seguita, silenziosamente come fanno i gatti. E se avesse capito cosa tramassi?
"Approdo del Re è la mia casa da sempre"
"Non vorrai farmi credere che ti piaccia stare qui, tutta sola. Dopo che la tua unica amica e confidente è andata via con la tua famiglia."
Una pugnalata. Un secchio d'acqua ghiacciata.
"Helaena è sposata, ha una vita dinanzi a se e mi auguro che il suo sia un cammino piacevole e sereno..-" ma Aemond rise. Cresciuti insieme, quasi - e dico quasi - come fratelli, mi leggeva anche senza guardarmi in faccia. "So chi è Maelys. Una ragazzina che deve crescere e che deve imparare a nascondersi meglio."
❝☼☾❞
[+𝟏𝟖] - 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢!
Le uova di Moonfyre e Sunfyre si erano schiuse in un giorno di eclissi solare. Insieme. Avevo sempre detestato l'idea di Helaena, secondo la quale io ed Aegon avessimo un legame predestinato. Anche se non ci era dato sapere di quale natura. Avevo presupposto senza alcun ombra di dubbio che quel legame fosse l'odio. E mentre osservavo quella luna splendente dalla mia finestra, in attesa che il maestro mi portasse una medicina per alleviare il dolore allo stomaco, continuai a odiare Aegon ancora di più. Faceva cose al mio corpo, al mio cuore, al mio animo: mi faceva reagire in un modo non consono ai miei ideali. Ma cosa sarebbe successo se avessi sfogato quell'odio?
Il bussare alla porta però, mi fece sussultare. "Avanti, Maestro Orwyle" mi schiarii la gola. Senza voltarmi, rimasi a contemplare fuori da quella grande finestra qualcosa che noi comuni mortali non avremmo mai posseduto. Avevamo i draghi, ma questo non ci rendeva affatto delle divinità. Il rumore di una ciotola che veniva posta sul tavolo da tè mi distrasse, portandomi a volarmi per ringraziare il Maestro. Peccato che quello non era l'uomo istruito dalla pelle cacao. Era Aegon.
"La tua medicina" la indicò, preoccupato. A corto di domande, perché con lui erano inutili, mi appigliai a quel poco di lucidità che mi era rimasta. "Non fingere che ti importi, adesso. E poi non mi pare che tu sia un maestro, avevo richiesto-" ma lui mi interruppe, facendo un passo avanti.
"Io mi preoccupo per te. A me importa di te."
Scossi la testa amareggiata. "Ci odiamo da quando siamo bambini.."
"Ma adesso non siamo più bambini. Ora prendi la medicina e non costringermi a forzarti,"
Silenziosa, e messa a tacere proprio da lui, bevvi l'intruglio tutto d'un fiato. Prima di dare di matto, lui doveva andare via. "Puoi congedarti..Grazie della medicina" ma Aegon non si mosse, almeno non prima di aver controllato che la ciotola fosse vuota. "Maelys.."
"Per una buona volta ascoltami per davvero e va via! Più tempo rimani qui, solo con me, più il mio raziocinio si affievolisce. Non posso permettertelo" mi voltai nuovamente alla finestra, e con l'amarezza della medicina sulle labbra, sospirai. Chiaramente non sarebbe andato via. E infatti un paio di braccia mi avvolsero, stringendosi attorno al mio grembo mentre il mio capo si poggiava involontariamente sulla sua spalla. "Non mi piace tutto questo..Perché..perché proprio tu?"
Il calore del suo fiato sul mio collo mi fece rabbrividire. "Io ti sposerò, mia luna." borbottò contro la mia pelle, facendo scendere una delle sue mani lungo la mia gamba. La infilò tra le mie cosce, facendosi strada tra la veste da notte, e come l'ultima volta, mi penetrò. Annaspai. Gli occhi si ribaltarono dalla sorpresa, dal piacere. "Mia dolce luna," gemette, continuando a darmi piacere mentre le gambe cominciavano a cedermi. Avanzò ad un ritmo sempre più veloce, portandomi alla pazzia, alla perdita di raziocinio che, quando venni sulle sue dita, non riuscii più a vedere chiaramente chi fossi.
"Togliti i vestiti, Aegon" ordinai imperativa. E lì capii di essere perduta.
𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉
Io vi avevo avvisato, spicy spicy spicy. Non ho più parole, aggiungetele voi per me HAHAH
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𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
Hayran Kurgu❝Avevo sempre detestato Aegon. Dalla sua fossetta sul mento, a quei suoi capelli ribelli e corti; dalla sua insaziabile ebbrezza, al suo ingiusto fascino; dalla sua ingordigia di donne al suo scarso senso del dovere. Ma era giunto un giorno in cui a...