𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟎

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Mi sentivo osservata

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Mi sentivo osservata. Dopo aver abbandonato il letto per vestirmi, - dato che Aegon era stato convocato al concilio ristretto - udii Moonfyre ruggire per i cieli della Capitale insieme ad un altro drago. Sunfyre, ovviamente. Avevano un legame, loro due, che un semplice essere umano non avrebbe mai potuto comprendere. E forse nemmeno io, che cavalcavo uno di loro.

"Parlate, Brea. Leggo la curiosità nei vostri occhi." e l'inserviente, che rimaneva quasi sempre sulle sue, tentò di nascondermela chinando lo sguardo sul mio abito. Era di un colore chiaro, tenue, che non attirava l'attenzione. Lo aggiustò, eliminando le pieghe, e vi aggiunse un ciondolo dorato in vita. "Vi ha trattata bene, Principessa?" domandò schietta, allontanandosi per darmi la possibilità di osservarmi allo specchio. E si, chiaramente si riferiva alla notte di nozze. Lo rimembrai vividamente, facendomi arrossire. "Si," Fu la mia risposta, e bastò a tranquillizzarla. "Ma se dovesse..osare," avanzò "Non esitate a chiedermi aiuto. Ho servito vostra madre prima di servire voi"

Annuii incerta. Non sapevo se quella passione col tempo sarebbe scemata, oppure ci avrebbe bruciati entrambi. Ma di una cosa ero sicura: io non ero rimasta a corte per sollazzare e perdere tempo. Avevo sposato l'unica persona che poteva deporre mia madre, e dovevo giocare d'astuzia per allontanarlo dalle serpi che gli giravano intorno. Ma dovevo anche fingere, ed essere accondiscendente se necessario. Difatti, poco dopo la colazione, Dyana entrò nel mio solarium privato con una lettera. Questa era posta su un vassoio, nascosta sotto un cesto di frutta. "Principessa, perdonerete l'irruzione" cominciò, posando il vassoio sul tavolino e spostando il cesto. "Ma vostra madre ha mandato una lettera, e colei che me l'ha portata ha aggiunto che è molto importante che voi la leggiate." Trafelata per la corsa, congedai con gentilezza Dyana, che avrebbe atteso disposizioni in qualsiasi momento. Poi io e Brea ci guardammo, e capimmo che qualcosa non andava. Aprii la lettera, ch'era scritta in Alto Valyriano così che nessun altro, a parte Aemond probabilmente – che lo parlava fluentemente – ne comprendesse il contenuto, e rimasi di sasso quando lessi quelle parole. Il problema era molto più grave di quello che credevo, e quando balzai in piedi e bruciai la lettera con una candela, mi accorsi a far visita al Re.

❝☼☾❞ 


Veleno di scorpione

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Veleno di scorpione. In piccole dosi, lasciate nel vino, o nei pasti, avrebbe portato ad una lenta cancrena ed infine alla morte. Non ne sapevo molto di veleni, e l'unico antidoto – quello verde – era rarissimo da trovare. Mia madre non aveva ancora dato disposizioni su come agire, per cui le parole furono il mio unico espediente. Viserys mi accolse ch'era ancora nel suo letto, stanco e affaticato, con una mano bendata. Chissà da quanto tempo lo stavano avvelenando! Ma soprattutto, chi?

"Nonno," abbandonai le formalità, ancora sconvolta da quella lettera. A quanto pare la Larva Bianca si era già schierata con mia madre, altrimenti non avrei saputo dire come potesse lei mandarmi una lettera senza essere intercettata. Il Re si voltò sorpreso. "Maelys..-" gracchiò, tentando invano di mettersi a sedere. "Nonno, mi dispiace disturbarti nelle ore in cui riposi, ma ho bisogno che tu sappia una cosa. E' questione di vita o di morte" Ma non ebbi la reazione sperata da lui. Apparve totalmente assente, indifferente al mio allarmismo, alla mia preoccupazione. "So già cosa hai scoperto," mi rispose fissando un punto indefinito della stanza. "Il veleno, Vostra Maestà!" insistetti. Eppure, Viserys abbozzò un sorriso e scosse il capo. "Quando ne sono venuto a conoscenza era già troppo tardi-"

Sentii il sangue fluirmi al cervello al fatto che apparisse già rassegnato, come se morire in quel modo in fin dei conti nemmeno gli dispiacesse. "Perciò vi arrendete? Senza sapere nemmeno chi è stato o chi ha avuto l'idea?"

"Io so tutto, nipote cara. Il corpo è debole, ma la mente è lucida. Maestro Orwyle mi prepara le medicine ogni giorno per conto del Primo Cavaliere-"

"Ed ogni giorno voi assumete quel veleno conscio che sta per uccidervi! E' egoista da parte vostra lasciare la nostra dinastia al caos! E se non riuscissi a convincere Aegon? E se fosse già sul piede di guerra? Sarà superficiale, sarà condizionato, e pure stolto, ma quando un uomo assaggia un po' di potere, in seguito ne agognerà fino a diventarne avido." Il Re sospirò. "E' per questo che siete destinati. Tu, soltanto tu, puoi riportarlo sulla retta via" Ma l'amarezza mi colpì profondamente che quando mi permisi di dire quelle parole, non me ne pentii affatto. "A quanto pare lo stolto siete voi. Non me ne vogliate, Vostra Maestà, ma io non sono la sua salvatrice. Non crederete che lo ami, e che con esso io possa curarlo? Perché sarebbe stupido"

A quel punto ero esasperata. Avevo cercato di non alzare la voce, perché Criston Cole era ancora di guardia là fuori, ma ero sul punto di esplodere. Finché il Re non calmò le acque come per magia. "Non mi aspetto che tu lo ami. Ma hai potere su di lui, un'arma potentissima che potrà aiutarti a cambiare le cose. E no, Maelys, non mi offendo certo se mi definisci stolto. Lo sono. Lo sono da quando ho rifiutato la proposta di Corlys Velaryon e accettato la figlia di Otto Hightower come mia sposa."

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉

Maelys non è una crocerossina, è un drago che si è appena svegliato :) Ma attenzione, non è maturata per via l'intimità creatasi tra lui ed Aegon, bensì per il dovere nei confronti di sua madre. Ps, il Veleno di Scorpione in verità è differente nel mondo di ASOIAF, ma io ho preferito cambiare qualcosa in base alle esigenze della mia storia.

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora