𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟕

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In seguito a quel concilio, mi sentii una fallita

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In seguito a quel concilio, mi sentii una fallita. Credevo di tenerlo in pugno, di avere potere su di lui, ma quelle erano soltanto mie mere illusioni. Tutti lì dentro portavano il peso di aver avvelenato il Re, anche Aegon. Ed ora che sapevo tutto, temevano che sarei fuggita, che avrei voltato loro le spalle per raggiungere "la pretendente", come la chiamavano sprezzamente, unendomi alla sua causa.

"Una lettera, Principessa"

Brea sembrava afflitta quanto me, se non peggio. Tuttavia quella ceralacca rossa a chiudere la pergamena mi dava un po' di speranza. Chissà se mia madre sapeva di Viserys, però. La srotolai e ne lessi il contenuto mentre la mia fidata preparava il mio rinfresco. Ne fui sorpresa, per quanto banale potesse sembrare, poiché era trascorso molto tempo ed era chiaro che prima o poi sarebbe avvenuto. "Helaena sta per dare alla luce un figlio," dichiarai, abbassando quella carta pregiata per intercettare lo sguardo di Brea, che chinò il capo con un sorriso abbozzato. "Che gli Dei la benedicano" poi però tornò alle sue faccende, e scomparve per un po' dal mio solarium. Speravo che una volta dato ad Aegon un figlio sarei potuta tornare dalla mia famiglia, ma non avevo riflettuto su come mi sarei potuta sentire abbandonando una parte di me. Una creatura che non aveva colpe se non quella di essere nata nel momento sbagliato.

Mi avvicinai allo specchio dinanzi a me, e provai ad immaginare il grembo crescere e mutare forma, ma ora ch'era piatto, non vidi nient'altro che il mio riflesso. Che sia femmina, pregai. Che lo sia affinché la loro pretesa venga surclassata da quella di mia madre, com'è giusto che sia. Ma se avessi saputo, forse avrei taciuto.

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Quel pomeriggio stesso, dopo aver consumato i pasti nelle mie camere e lontana da Aegon, la porta delle mie stanze venne bruscamente aperta

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Quel pomeriggio stesso, dopo aver consumato i pasti nelle mie camere e lontana da Aegon, la porta delle mie stanze venne bruscamente aperta. Brea e le fanciulle al mio servizio vennero spinte dentro da una delle guardie della Regina. E tra di loro c'era anche Ser Criston. "Possiate perdonarmi Principessa," ammise il dorniano, lasciando cadere lo sguardo su Dyana che inciampava sul pavimento. Non poteva sostenere il mio, poiché in difetto. "Ma Aegon diverrà Re oggi stesso, e sappiamo che tu proverai ad impedirlo. Tuttavia dobbiamo farlo,"

"Volete rinchiudermi?" replicai fuori di me. Ser Criston increspò le labbra, nel tentativo di ammansirmi con le parole giuste. Ma l'uomo al suo fianco prese parola senza alcun riguardo e rispetto. "Prova a saltare dalla finestra se ci tieni tanto ad impedire che il legittimo erede prenda posto sul Trono di Spade" Brea si rimise in piedi con difficoltà, con l'aiuto di Talisa. "Usurpatori" marcai profondamente, cercando di avvicinarmi alla porta prima che questa venisse chiusa. "Tutti traditori del reame.." avanzai, notando come la guardia avesse intenzione di sfoderare la spada nella mia direzione. Ma Ser Criston alzò la mano e glielo impedì. "Lo sai che mia madre verrà per il Trono, e per le vostre teste. Potete aver avuto un trascorso poco piacevole con lei, ma questo è troppo e supera la moralità che tutti decantate di possedere."

"Tu sarai la sua Regina, Maelys, e potrai convincere Rhaenyra a retrocedere per il bene del casato-" balbettò Criston, ancora con la mano alzata. "Il bene del casato? Hai idea di quello di cui stai parlando? Il mondo cadrà nel caos e tante persone moriranno! Inchinatevi, o fatevi da parte e mia madre avrà pietà. Oppure mi vedrete saltare da quella finestra e mio marito non avrà l'erede che tutti voi agognate"

"Soltanto parole, Principessa" si indurì il cavaliere, ignorando le mie intenzioni. "Attendete il ritorno del nuovo Re, così che possiate inchinarvi a lui. E forse perdonerà la vostra impudenza."

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉
Capitolo corto ma intenso 🧍

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora