𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟑

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[+𝟏𝟖] - 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 !

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[+𝟏𝟖] - 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 !

Ero combattuta. Andando incontro ad Aegon, il pensiero di tornare da mia madre si fece più forte che mai. L'orgoglio era stato la mia corazza, non potevo permettermi di distruggere l'unica cosa che era in grado di proteggermi. Ma Rhaenyra mi mancava, il pentimento delle mie azioni mi sfiorava, la debolezza umana tentava di sedurmi e di rendermi sua schiava.

Attraversai discretamente il Parco degli Dei, sotto la placida luna piena. Il mio corpo avanzava meccanicamente quasi non rispondesse più dei miei comandi, e quella sensazione di non averne il controllo mi spaventava. Tuttavia continuai a camminare, ad ingannare i miei pensieri finché non giunsi dinanzi la porta delle nostre stanze. C'era silenzio, e la guardia notturna era stata defilata per permettermi di rientrare senza essere vista. Non mi restò che entrare, col cuore pesante, conscia di non poter cambiare il mio destino.

Aegon stava riposando a lume di una candela che si affievoliva mentre i secondi passavano, le braccia muscolose stese dietro la testa e uno sbuffo leggero che lasciava le sue labbra. Gli Dei erano stati generosi con lui per avergli donato tutta quella bellezza, ma mi domandai perché non fossero stati più gentili, lasciandogli anche un po' di raziocinio e furbizia. All'improvviso, quasi avesse ascoltato i miei pensieri, aprì gli occhi di scatto. Nel suo sguardo c'era sorpresa, c'era sollievo, e forse anche amore. Quello stesso amore che mi aveva confessato prima di partire. "Mia luna!" esclamò con calore, non riuscendo a credere che fossi lì con lui.

Sorrisi dolcemente. L'Aegon che desideravo era gentile, premuroso ed innocente, tutto il contrario di ciò che avevo imparato a conoscere crescendo. E adesso quell'Aegon era davanti a me.

"Sei tornata," dichiarò confortato, abbandonando subito quella posizione scomoda per venirmi incontro. Le nostre mani si cercarono immediatamente, come se si fossero mancate per tutta la vita: si sfiorarono, si saggiarono e cominciarono a vagare per i nostri visi. La mia si posò sotto il suo labbro soffice. "Sono tornata" affermai, chinandomi dolcemente per baciarlo. Aegon rispose al mio bacio con forza, con passione, travolgendomi come un fiume in piena e facendomi sentire emozioni che nel giro di qualche giorno avevo agognato tantissimo.

L'aria era satura di desiderio, e mentre le nostre labbra schioccavano, la mano di Aegon si posò sul mio seno. Lo strinse, strappandomi il fiato. "Mi sei mancata da morire..ho temuto di non rivederti.." sussurrò impaziente, scendendo lungo il mio busto con sicurezza fino a raggiungere i bottoni dell'abito. "Ti ho sognata e ti ho desiderata al mio fianco, nel mio letto-" mi scappò un ansito mentre le sue dita slacciavano il corpetto e le mie labbra gonfie bruciavano per i troppi baci. "E adesso finalmente posso averti," concluse, lasciandomi col seno scoperto sotto i suoi occhi famelici. Presi coraggio, e mi sfilai il resto dell'abito mentre Aegon faceva lo stesso con la sua camicia e i suoi pantaloni. Quel desiderio era dannatamente reciproco. Faceva cose al mio corpo e al mio cuore che non sarei mai riuscita a spiegarmi. E lo amavo. Nonostante tutto.

Quando ci stendemmo a letto l'atto fu insolito e singolare, ma piacevole e soddisfacente. La mia schiena poggiava al suo petto e la sua intimità premeva contro la mia, desiderosa di possedermi. Aegon si accostò al mio orecchio, mentre mi stringeva un seno e sussurrò che mi amava. E finalmente lo sentii dentro di me, a riempirmi con spinte vigorose e insaziabili, mentre il cuore scalpitava senza sosta e le mie pareti si stringevano attorno al suo membro. "Oh-Aegon" gracchiai, quando colpì il mio punto debole. Strinsi le coperte con la mano mentre mi torturava il collo con i denti e le sue spinte continuavano con forza, percependo lacrime di piacere inumidirmi gli occhi.

Era diverso dalle altre volte. E non seppi spiegarmi perché. Ma venni con un gemito rumoroso, seguita a ruota da Aegon che dopo l'orgasmo continuò a cavalcare quel piacere insieme a me, continuando a muoversi e intrufolando il volto accanto al mio collo. "Ti amo mia luna, ti amo.." spinse un'ultima volta, finché il calore non si spinse definitivamente.

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Tornai a presiedere al concilio ristretto il mattino seguente, ma l'aria era pregna di una conquista che non avevo ottenuto io

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Tornai a presiedere al concilio ristretto il mattino seguente, ma l'aria era pregna di una conquista che non avevo ottenuto io. Per quanto la mia autorità avesse favorito l'allontanamento di Ser Criston Cole e la prigionia di Aemond tra le mura della sua stessa casa, sentivo che qualcuno non era sfuggito al giogo dei suoi familiari. Lo scoprii così, con la presunzione di Otto Hightower che vantava di aver spedito Ser Tyland Lannister a trattare con la Triarchia.

Mi sentivo tradita, umiliata e surclassata. Di nuovo. Perché per quanto una donna al potere lotti, sarà sempre messa da parte dagli uomini nelle decisioni finali.

"Avevi giurato che avremmo deciso insieme, marito" commentai aspramente, decidendo che non me ne sarei rimasta seduta lì, a farmi prendere in giro. Non ero una sciocca. Ero figlia di mio padre, e quello bastava. Aegon mi guardava con occhi colpevoli. Dopo quella notte trascorsa insieme ero davvero convinta che avremmo affrontato tutto insieme. A quanto pare mi sbagliavo. "Proprio perché siete figlia di vostro padre, altezza, che dovete farvi da parte adesso. Il Re deve combattere per tenersi il trono-"

"Non ho chiesto il tuo intervento, Primo Cavaliere" stroncai Otto con un'alzata di mano. Tenevo a bada la mia furia a malapena e questa bruciava sotto la pelle come un ferro incandescente. Scoppiò definitivamente nel tentativo di Aegon di giustificarsi. "Lo sai che non avevo scelta,"

Strinsi i pugni dietro la schiena, ferendomi la pelle; ma ciò non attutì la rabbia crescente nel mio petto. "Invece ce l'avevi, ma hai preso quella sbagliata" dichiarai tra i denti. "Questa guerra..la tua guerra..non è la mia. Sei uno sciocco se credi che appoggerò la tua ultima decisione con leggerezza."

Feci il giro del tavolo, proprio con l'intento di sovrastarlo mentre sedeva come un cucciolo indifeso al posto impostogli. "Ho ancora la mia autorità, pertanto d'ora in avanti sarò libera di lasciare Approdo del Re secondo i miei desideri."

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉
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𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora