𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑𝟎

312 25 6
                                    

Avevo fatto scaldare delle pietre nel caminetto, e poi avvolte in un panno, che premuto sul mio ventre avrebbe potuto lenire il mio dolore

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Avevo fatto scaldare delle pietre nel caminetto, e poi avvolte in un panno, che premuto sul mio ventre avrebbe potuto lenire il mio dolore. Ma quello era meno destabilizzante della situazione in cui mi trovavo. Avevo un posto nel concilio come Regina, ma non avevo alcun potere decisionale: difatti, era stato determinato che Aemond sarebbe partito per Capo Tempesta per il favore di Lord Borros Baratheon. Ma dubitavo mia madre non avrebbe fatto alcunché. Avrebbe spedito un corvo, oppure un messaggero. Per quel poco che conoscevo di lei, ero certa che non se ne sarebbe rimasta con le mani in mano.

"Nipote," si palesò improvvisamente l'oggetto dei miei pensieri. Il solarium era avvolto dalle luci del mattino, dall'odore della colazione e dalla presenza di Aemond. "Zio" replicai secca, non riuscendo ad alzare lo sguardo. Lui era sempre stato in grado di capire se mentissi o meno. Anche da bambini, i miei occhi erano il riflesso della verità. E lui lo sapeva. "L'avvenimento al concilio mi ha molto turbato. Stai bene?"

Aemond fu il primo a considerare me per prima, tralasciando il bambino, il che mi fece preoccupare invece di farmi sentire meglio. Aegon avrebbe dovuto saperlo da me, un giorno, e da nessun altro. E se il Guercio avesse sospettato della mancata gravidanza, probabilmente mi avrebbero fatta uccidere. "Si. Ho solo dolori dovuti allo shock, grazie del pensiero. Vedo che sei pronto a partire,"

"Vedi? Non mi stai nemmeno guardando Maelys, sembri infelice"

Premetti maggiormente le pietre contro il mio ventre, alla ricerca di una risposta, ma non ne trovai, perciò decisi di fuorviare. "Perché sei venuto qui?" Aemond mosse i suoi passi fino alla mia seggiola, chinandosi per potermi sbirciare negli occhi. Inginocchiato ai miei piedi, occhi dentro occhio, temetti che l'inganno non sarebbe durato poi così a lungo. Tuttavia egli mi rispose in diversa maniera. "Potrei incontrare qualche messaggero di tua madre, a Capo Tempesta. Hai qualche parola per lei?" Tante parole, avrei dovuto dirgli. Ma dovetti deglutire con forza e ricacciare indietro le lacrime. "Non ho alcuna intenzione di dirti ciò che penso. Forse sarebbe meglio se tu andassi, Aemond."

Sospirò profondamente, prima di rimettersi in piedi. E mi guardò con la stessa crudezza di una volta. "Dopotutto, sei rimasta la Maelys di un tempo. Non l'hai uccisa, piccola mia, l'hai solo soffocata. Devi nasconderti meglio."

❝☼☾❞ 

Quando mi affacciai alla balconata, Vhagar stava lasciando la città, mastodontica nella sua antica bellezza

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Quando mi affacciai alla balconata, Vhagar stava lasciando la città, mastodontica nella sua antica bellezza. Oh, quanto pregai affinché nessuno dei miei fratelli vi si imbattesse. Pregai che nessuno si mettesse in pericolo per recapitare quel messaggio. Avrei dovuto esserci io, al fianco di mia madre. A consigliarla, a farmi consigliare. E invece avevo preso il suo posto come Regina – consorte – un posto che non avevo mai desiderato ma che in qualche modo era divenuto inevitabile da occupare.

Poi la Regina dei draghi sparì oltre l'orizzonte, ed io rimasi nuovamente sola. Almeno finché Brea non decise di far ritorno dal mercato, con una lettera stretta in mano e uno sguardo che rasentava un agitazione incontrollabile. Si guardava attorno, dopo aver chiuso le porte. Anche i muri hanno occhi e orecchie, qui

"Brea-"  cominciai, ma ella mi interruppe, come se non ne potesse più di tenersi quelle parole per lei. Sembrò esplodere come un fiume in piena. "Mysaria mi ha pagato per recapitarti questa, e mi ha chiesto la massima discrezione. Dice che qui dentro c'è un rapporto confidenziale che dovrai leggere e poi bruciare," Capii dal colore della ceralacca che quella lettera apparteneva ad una persona soltanto. A mia madre. "Quindi adesso la Larva Bianca appoggia la causa dei Neri?" mi domandai, più che chiederlo a Brea. Forse aveva persino preso un posto tra la corte di Rhaenyra, il che non sarebbe stato affatto d'intralcio. Quella donna era una stratega nata, che aveva imparato nella povertà a farsi strada nella vita. Srotolai la lettera  e la lessi tutta d'un fiato, senza badare a quanto il mio cuore potesse battere forte: avevo già perso molto, che c'era di peggiore?

Ma quando la lanciai nel caminetto, con il panico disegnato in faccia, la realtà che tanto mi aveva fatto paura si palesò con violenza alla mia porta. Rhaenyra aveva spedito Lucerys a Capo Tempesta, e Jacaerys a Grande Inverno, e si augurava che l'avrei presto raggiunta. Non citava nulla che riguardasse le mie nozze con Aegon, o di quanto le mancassi. Niente di niente. Chiuse la lettera con una frase d'effetto, che mi fece gelare. "Non puoi aspettarti di danzare con i draghi senza esserne bruciata"

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉

Non siete pronti per quello che giungerà in seguito, parola chiave : casino.

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora