𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟔

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Il suo piano era folle

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Il suo piano era folle. Perché una donna come lei desiderava tanto sacrificarsi per qualcuno la cui vita era di un rango superiore? Talisa era decisa, determinata, mentre la notte ci scorreva addosso tra quelle quattro mura. Il disappunto di Dyana invece era tangibile, lo si poteva leggere sul suo viso da ragazzina. "La Regina ci ha salvate, questo è vero, ma ricordi com'era la nostra vita prima? La paura aveva un sapore diverso, la speranza era la nostra unica via di fuga. Vuoi ostruire quella via?"

Mi strinsi il lenzuolo attorno alle spalle, angosciata dalla possibilità che un'innocente morisse per me, ma allietata dall'idea di tornare a casa. Alla mia vera casa, questa volta. Non avevo mai pensato che un giorno avrei potuto abusare della mia autorità,  avevo sempre creduto di essere una brava persona. Poi Aegon mi aveva imprigionata di nuovo, e le cose erano cambiate. La guerra mi aveva cambiata. "Se ciò può aiutare una donna a fuggire da un uomo vile e senza palle come il Re, allora si, soffocherò quella speranza." dichiarò secca la fanciulla dalla pelle olivastra. "Vostra Maestà," mi supplicò Dyana "Troveremo un altro modo per aiutarvi a fuggire, ma non chiedeteci di fare da esca"

Talisa scosse la testa. "Lei non ci sta chiedendo niente, sono io ad averle offerto il mio aiuto"

"Ma perché?" ribatté la bionda "Perché hai così tanta voglia di morire?"

Seguì un silenzio greve, pesante, che mi accapponò la pelle. Conoscevo i rischi di quello che al momento era solo un pensiero, e sapevo che se fossimo state scoperte non solo Talisa sarebbe stata impiccata in pubblica piazza, ma io avrei perso la mia autorità e a quel punto tutto sarebbe andato perduto. "Perché la mia è un'esistenza punitiva, non è vita" Quelle parole tristi e rassegnate mi fecero chiudere lo stomaco. Davvero avrei permesso una cosa simile? Davvero avrei condannato Talisa ad una fine senza onore perché avevo capito di aver sbagliato fazione?

 "Dyana ha ragione, non possiamo farlo" affermai gelidamente. Non era l'idea di perdere il potere a farmi paura, ma di diventare esattamente come tutti gli altri: cattiva e subdola solo per i miei scopi.  "Attenderò l'esito della prossima battaglia, e quando sarò liberata da questi appartamenti deciderò cosa fare. Adesso lasciatemi riposare per favore,"

❝☼☾❞ 

Due settimane di assoluto silenzio

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Due settimane di assoluto silenzio. Le mura attorno a me sembravano restringersi, soffocandomi con una lentezza straziante, mentre guardavo notte e giorno alternarsi dal balconcino degli appartamenti. I pasti venivano consegnati regolarmente, ma da quel poco di spazio lasciato dalla porta socchiusa, vedevo poco e niente. Poi una mattina la notizia giunse. Alla battaglia del Gullet il Serpente di Mare era riuscito ad abbattere la Triarchia, ma Jacaerys..il mio coraggioso fratello aveva perso la vita. A rivelarmelo furono le labbra di Otto Hightower, ch'era venuto ad aprire le porte. Aegon era troppo imbarazzato da se stesso per affrontarmi di persona. "Quando si inizia una guerra ci si dimentica in fretta il motivo per cui l'abbiamo iniziata." riflettei, stordita così tanto da non sentire nemmeno più il battito del mio cuore. Il Primo Cavaliere concordò con un cenno breve della testa, poi ordinò a Talisa e Dyana di prepararmi un bagno caldo.

"Tornerete al fianco del Re, Vostra Grazia, perché è il vostro dovere"

"E qual è il vostro dovere, Primo Cavaliere?"

Non ricevetti risposta da Otto, il quale girò i tacchi e abbandonò le mie stanze con una falcata. A quel punto non mi rimaneva che abissarmi nella vasca di ottone e sperare di non riemergere mai più. Tuttavia vi emersi eccome, e fui costretta ad indossare un abito nuovo in vista dell'incontro di quella mattina. Nemmeno gli Dei avrebbero potuto impedirmi di schiaffeggiare mio marito. Compresi che l'avevo perso, che si era lasciato modellare, manipolare e neppure il nostro amore che credevamo fosse forte l'avrebbe salvato da se stesso. Lo rividi seduto sul Trono di Spade, circondato da quei buffoni delle sue nuove guardie, e provai un'immensa rabbia. Osava guardarmi dall'altro in basso, come quando eravamo bambini, emulando il carattere fiero dell'uomo che aveva sempre desiderato essere.

 "Mi usate quando servo e mi gettate come carta straccia quando invece non avete più bisogno di me. E' questa la considerazione che hai di tua moglie?" la mia voce rimbombò per l'intera sala, i visi ammutoliti dei presenti tradivano una certa soddisfazione. Ovviamente quando sei una donna la tua parola non conta. La tua libertà, la tua vita, sono soltanto infimi. "Mi sono appellato alla prudenza, perché è questo che fa un Re quando è in guerra. Ho capito che mia moglie era troppo pericolosa per essere lasciata libera di scorrazzare per il regno quando sua madre vuole conquistare il Trono e tagliarmi la testa,"

Lui mi considerava una minaccia. Non lo riconobbi più. Che ne era di quella piccola parte di Aegon, che era gentile e sincera con me?

"Baratheon e Lannister sono pronti a proteggere il loro vero sovrano. Mio fratello Aemond è stato rilasciato per lo stesso motivo,"

Lo avevo perso.

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉

Sono arrabbiata con Aegon ovviamente 🙃

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora