𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟖

300 24 11
                                    

Ore, giorni, settimane

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ore, giorni, settimane. Non seppi dirlo con certezza. Affacciata alla balconata avevo visto il cielo mutare e cambiare colore, le campane del Tempio di Baelor suonare, il sole calare. "Non avete toccato cibo, Principessa" mormorò preoccupata Dyana, porgendomi però una caraffa d'acqua ed una coppa. "Bevete almeno, ve ne prego"

Distolsi lo sguardo dalla luna e congedai la fanciulla con un secco "Andate a riposare, tutte quante." e scacciandole via con la mano, come le mosche, ritornai ad affacciarmi alla balconata in attesa. Di qualcosa, di qualsiasi cosa. Ma più il tempo trascorreva sul mio corpo maggiore era il dolore, l'indolenzire dei muscoli e l'agitarsi del ventre. Irrequieta, mi tastai la pancia. Gonfia, come il dolore che provavo al seno. Ma non ebbi modo di accertarmi di pressoché nulla perché la porta della stanza si spalancò. Come aveva fatto quella mattina. Dall'altra parte c'era lui, mio marito. L'uomo che avrei dovuto piegare, soggiogare e indirizzare. Ma tutto ciò che vedevo era soltanto Aegon, con la corona del Conquistatore posata sul capo e la daga di Viserys nel fodero. Si fece largo con passi sicuri, sguardo fisso sulla mia figura, noncurante della rabbia e della frustrazione che montava dentro di me. "Maelys-" cominciò, ma il mio cuore parlò per me. "Come osi mostrarti a me con quella sul tuo capo?" Sfacciato, presuntuoso di un usurpatore.

Erano stati fatti degli errori. Avevo creduto che sposando Aegon avrei potuto manovrare i complotti dall'interno, tenere legati i fili neri e verdi. Ma avevo fallito. E la cosa peggiore era che, in qualche assurdo modo, non riuscivo a capire come il mio corpo e il mio cuore attendessero quel vile uomo che mi aveva sedotta e posseduta come fossi stata una proprietà. Come si muovessero in sua direzione nonostante la mia mente fosse un essere a se, che decideva in diversa maniera. "Maelys, sei la mia Regina"

Scossi la testa, con la vista annebbiata ed una forte sensazione di impotenza a pesarmi sulle spalle. "Tu hai cospirato contro tuo padre, contro tua sorella, contro di me!" Ma Aegon tentò di controbattere. "Ascoltami, mia luna-"

"E adesso cosa credi, che quella corona ti infonderà saggezza? Non sei nemmeno la metà di quello che un tempo è stato tuo padre"

Lui spalancò gli occhi. "Misura le parole, mia luna. Sarai pure mia moglie, ma non tollererò un comportamento del genere da parte tua" 

"Oppure? Mi farai uccidere?"

Aegon sospirò pesantemente. "Dobbiamo seguire l'ordine delle cose ed evitare che venga sparso sangue inutile. Se potessi convincere tua madre ad inchinarsi, la accoglierei senza alcun problema tra la mia corte. Rammenti del Conquistatore? E' stato lui a sedere sul Trono, non sua sorella Visenya, o sua sorella Rhaenys."

Un amarezza profonda mi colpì. Lo avevano manipolato così bene, sotto ai miei occhi, ch'ero stata così cieca da non accorgermene, perché troppo impegnata a farmi sedurre dal sesso e dal piacere. E da ciò che lui soltanto poteva darmi. Il brivido del proibito. "Ti aspetti che mi inchini, marito? Perché sono stata rinchiusa nelle mie camere contro la mia volontà, insieme alle mie ancelle, senza sapere quando avrei rivisto la libertà."

"Sei la mia Regina," ribadì  "Ma tu giurami fedeltà, e governerai al mio fianco come meglio desideri"

❝☼☾❞ 

Non mi ero inchinata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non mi ero inchinata.

Ero rimasta lì a fissarlo angustiata, fin quando – stanco del mio silenzio – non aveva lasciato la camera. "Mi aspetto che tu sia presente al concilio domattina"

Ma quando giunse il momento di varcare la soglia di quella sala, il ventre ricominciò a tuonare come in un temporale. Tentai di ignorarlo, e piegata da quella nuova realtà, fui costretta a sedermi accanto al nuovo "Re", fingendo che tutto ciò mi stesse bene. "Mia Regina," mi accolse Aegon, spostando la sedia accanto alla sua per farmi spazio. Occhi irriconoscibili seguivano la mia rigida camminata, occhi che mi avevano vista crescere. Mi sedetti con sguardo gelido, analizzando i volti presenti. Aemond era proprio di fronte a me, mostrandomi la sua soddisfazione con un sorriso tagliente. E fu il primo a prendere parola. "Vostra Maestà, Mia Regina," si alzò dalla sedia e puntò le mani sul tavolo. "E' tempo di sancire alleanze"

E tutti si lanciarono in discorsi senza senso e fondamenta, com'era solito facessero gli uomini. Avidi di potere e riconoscenze, ipotizzavano, rimarcavano e tentarono di corrompermi. "Sono figlia di mia madre, dopotutto. Lo avete detto voi," avanzai algida, soffermandomi su Otto che si lasciò scappare una smorfia. "Ma sono anche la vostra Regina adesso. Pertanto non sfiderete la mia autorità-"

Il ventre si contorse facendomi piegare in due dal dolore, interrompendo il mio discorso. "Vostra Grazia? Vi sentite bene?" intervenne Maestro Orwyle scattando in piedi. Sentii la viscosità del sangue colare tra le mie gambe, il cuore rullare nel petto come un tamburo e un dolore colpirmi a tradimento. "Vostra Grazia, lasciate che mi occupi di voi. Il Re porterà avanti il concilio,"

Quando fui stesa nello studio del Maestro, capii dal suo volto che qualcosa non andava. "State sanguinando, potreste aver perso il bambino" mi disse, disinfettandomi mentre cercava di capire come agire. "Avete smesso di prendere il tè di luna?"

"Certo, Maestro"

Crucciato, mi tastò il ventre con forza alla ricerca di qualcosa. Un gemito di dolore sfuggì dalla mia bocca. "Le mie scuse, Altezza. Ma devo.." col labbro stretto tra i denti, concentrato, continuò a premere finché non lo vidi sbiancare nel bel mezzo della visita. Come se in quell'attimo persino per un uomo come lui fosse possibile sbiancare. Maestro Orwyle farfugliò, cominciò a sudare, allontanandosi per andare a consultare il suo libro di medicina. "Che cosa succede? Maestro?"

Confusa, mi misi a sedere nonostante le fitte al ventre. "Che i Sette mi assistano, verrò scuoiato vivo" balbettò in agitazione, prima che alzassi la voce per farlo rinsavire. "Maestro Orwyle!"

Egli smise di muoversi e con la faccia di uno che aveva visto la morte in faccia, proclamò delle semplici parole che mai avrei creduto di udire in tutta la mia vita. 

"Mia Regina, voi non siete mai stata incinta, e non potrete concepire figli. Siete sterile."

Una risata isterica, dettata forse dallo shock, mi scosse il petto con una violenza tale che per qualche attimo non riuscii a respirare. Il bambino tanto desiderato, la speranza di rafforzare la pretesa di Aegon contro mia madre era svanita. Niente eredi per l'usurpatore, niente figli per una donna che non aveva mai creduto di voler essere madre.

𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ✉

Non riuscivo a dormire, eccoci qua. Adesso cambia tutto però :)



𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora