𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟔

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Sentivo lo sguardo di mio padre pesarmi addosso quanto un masso, tuttavia non osavo ricambiarlo

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Sentivo lo sguardo di mio padre pesarmi addosso quanto un masso, tuttavia non osavo ricambiarlo. Camminavamo distanziati dagli altri, ma le nostre mani erano così vicine che potevano sfiorarsi. "Continuo a sentire sussurri, su come Aegon ti voglia come sua donna, e persino delle due domestiche che ti ha donato per insegnarti a..-" Daemon si interruppe, disgustato al solo pensiero, ed io a quelle parole non potei che avvampare. Niente avrebbe potuto allontanare l'idea di quelle soffici labbra sulle mie, per quanto lo detestassi. E mi sentii orribile. "Lo zio parla semplicemente troppo..è sempre ebbro, probabilmente non ricorderà nemmeno ciò che ha detto" cercai di rassicurarlo, ma il Principe Canaglia era ben più preoccupato. "Sei cresciuta tra di loro, Maelys. Per quanto la tua fedeltà verso tua madre sia ineccepibile, sei comunque nella tela del ragno. E da troppo tempo aggiungerei. Dovresti tornare a casa-"

La prospettiva di tornare a Roccia del Drago sembrava non scalfire minimamente i miei pensieri, nemmeno quando mio padre nominò quell'isola dopo tanto tempo. "E' questa la mia casa adesso, Kepa. Helaena ed Aemond sono gentili con me, la regina mi tollera, e il re adora la mia compagnia.." Il volto di Daemon mutò all'istante. "Ma cosa stai dicendo? Loro non sono la tua famiglia! E a tua madre manchi molto, così come ai tuoi fratelli e alle tue sorelle!" Ma per quanto il senso di colpa mi mangiasse viva, io non mi sentivo pronta a lasciare tutto e andare via. "Ho bisogno di più tempo" supplicai, ma Daemon scosse categoricamente la testa. "Ma se non ce ne fosse? Sei stata lontana troppo a lungo Maelys" ripeté imperativo. "Dopo le nozze di tuo fratello tornerai a casa con noi. Non accetterò alcun rifiuto da parte tua"

I miei passi si interruppero ancor prima che il comando giungesse al mio cervello. Semplicemente lo feci e basta. "Se desideri che io sia felice, padre, lasciatemi vivere la mia vita come meglio credo. Sono adulta, so prendere le decisioni necessarie e per quanto mi dispiaccia sapere che non ti aggrada l'idea che io rimanga qui..beh, dovrai comunque accettarlo." Calò un silenzio spettrale, le labbra di Daemon si corrugarono in una smorfia prima di pronunciare la sferzata finale e girare i tacchi nella direzione opposta alla mia. "Spero tu non ti penta delle tue scelte"

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A tavola era stato servito del vino bianco di cui ignoravo la provenienza, ma su cui mi fiondai senza alcun ripensamento

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A tavola era stato servito del vino bianco di cui ignoravo la provenienza, ma su cui mi fiondai senza alcun ripensamento. Ero addolorata: il giorno seguente mio fratello e mia zia si sarebbero sposati, ed io ero triste e avvilita. Non riuscivo a guardare in faccia né mia madre né mio padre, cosa che non passò inosservata. Ad un certo punto della cena ebbi il desiderio di defilarmi, così quando feci strisciare la sedia per congedarmi dal re e la regina, un altro paio di occhi catturarono i miei, ch'erano sull'orlo di un pianto. "Con il vostro permesso, Maestà, avrei bisogno di ritirarmi." la mia voce tremò.

Aegon parve muoversi impercettibilmente verso lo spigolo della sedia, pronto a scattare.

Viserys, seppur preoccupato, acconsentì con un cenno. Alicent, invece, per la prima volta mi rivolse un abbozzo di sorriso. Un sorriso materno, comprensivo, che apprezzai con sincera onestà. Così mi lasciai alle spalle la grande tavolata, la mia famiglia, addentrandomi per i corridoi alla ricerca - nell'oscurità - dell'albero cuore. Fu allora, quando lo vidi, che le lacrime inondarono il mio volto. Singhiozzi mi scossero come una bambina e quel poco di vino che avevo buttato giù affluì tutto alle mie guance. Come un fiume in piena, non riuscivo a respirare. Riuscivo solo a buttare fuori tutto ciò che il mio cuore aveva trattenuto dall'arrivo della mia famiglia in capitale. "Maelys"

E quella dannatissima e fastidiosissima voce, per la prima volta, non mi apparve come tale. Parve volermi rassicurare. Era ferma, dolce, comprensiva. Quasi faticai ad associarla a lui. "Aegon" replicai, dopo aver tossito sperando di ricompormi. Mi asciugai frettolosamente le lacrime dal volto, e lo incontrai nell'oscurità. "Forse sono l'ultima persona che vorresti vedere in questo momento, ma proprio non riuscivo a vederti..così abbattuta"

Era buffo ritrovarsi lì fuori a parlare con lui, che - ancora una volta - sembrava più sobrio che mai. "E' solo che mi sento diversa. Diversa da come la mia famiglia si aspettava di ritrovarmi, diversa da come mio padre sperava fossi diventata. Ho sognato per anni di rivederli, di riabbracciarli, e quando li ho rivisti..mi sono sentita un'estranea." Nel frattempo Aegon venne a sedersi accanto a me, che con occhi acquosi, rimiravo le poche stelle nel cielo nella speranza che mi guidassero sulla giusta via. "Anch'io ho un sogno." pronunciò fermo "Vuoi sapere qual è?"

E non mi azzardai a fiatare. Volevo saperlo, una parte di me - quella che lo desiderava alla follia - voleva conoscere tutto di lui. Così annuii e basta, in attesa di sentirlo rivelarmi probabilmente uno dei segreti che non aveva detto a nessuno. "L'amore, Maelys. L'amore è il mio sogno. Quello che mi è stato privato, quello che ho sempre creduto di non meritare"

𝐀𝐄𝐆𝐎𝐍'𝐒 𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 [𝐀𝐞𝐠𝐨𝐧 𝐈𝐈 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora