Capitolo 40

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Pov Derek







"Amore smettila" mugolò Max, ancora mezzo addormentato mentre massaggiavo il suo membro attraverso la stoffa dei boxer.

Avevo deciso di svegliarlo in maniera differente, quella mattina.

"Vuoi che smetta?" sussurrai al suo orecchio, prendendo il lobo tra le labbra, succhiandolo e mordendolo.

Un altro mugolìo di risposta, mi fece aumentare la pressione fino ad ottenere un gemito roco, dalle sue labbra.

Dio mio.

"Siete nudi?!" urlò Isabel, spalancando la porta e tolsi velocemente la mano dal pacco del mio ragazzo.

Ma questa ragazza non ha niente di meglio da fare? Per fortuna avevamo ancora i boxer.

"Mi dispiace Is, se entravi cinque minuti dopo" alluse Max e ridacchiai, quando vidi lei sbuffare e imbronciarsi.

"Io devo ancora fare quel video sexy eh!"

Scossi la testa.

"Dovremmo chiudere la porta a chiave" dissi al mio ragazzo.

"Ma io ho anche una copia della chiave della stanza, cosa credi!" sbottò e sgranai gli occhi.

"Ma un po' di privacy no?" chiesi.

"Tra noi non esiste la privacy Scott!" rispose lei e si buttò sul letto, senza motivo.

"Invece di fare porcate dovevate prepararvi, la biondina parte tra poco" continuò.

"Cazzo!" sbottò Max, alzandosi velocemente dal letto e recuperando alcuni vestiti.

Mi alzai anche io, indossando gli abiti del giorno prima.

Sarà imbarazzante.

Non ci siamo mai parlati e ora le devo augurare buon ritorno a casa.

Le sarò sembrato uno stronzo menefreghista.

Ma l'unico motivo per cui non mi sono avvicinato a mia cugina, è che voglio vedere come va tra lei e Chris.

Se ci affezionamo l'un l'altra e magari un giorno dovessi scegliere tra loro due, la mia scelta sarebbe sempre e solo Christian.

Voglio evitare cose del genere.






**





Una volta preparati, uscimmo di casa e camminammo fino alla fine del viale.

Trovai un Chris nervoso e pensieroso, intento a fumare.

Mi aveva raccontato della sua discussione con Jonathan e sapevo che non avevano ancora chiarito.

Questa volta avevo un brutto presentimento.

Forse perché i suoi occhi erano spenti quando aveva parlato di lui.

Speravo di sbagliarmi perché Jonathan riusciva a farlo stare bene, spensierato come non lo era da tempo.

"Ehi" lo salutai avvicinandomi a lui.

"Ciao piccolo" rispose, alzando un angolo della bocca.

Non sopportavo i suoi finti sorrisi.

"Parlerai con lui?" chiesi a bruciapelo.

Era stato sempre così tra noi, dritti al punto.

"Gli parlerò a breve, devo risolvere tutto" disse e il suo tono distaccato, non mi passò inosservato.

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