Capitolo 42

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Pov Christian






"Ehi Chris, mi stai ascoltando?"

No, non stavo ascoltando nessuno in realtà.

Rivedere Jonathan dopo circa una settimana, non era stata una bella sensazione.

Non l'avevo visto in faccia, per cui non sapevo in che maniera fosse ridotto.

Ma dal modo in cui strascinava i piedi sul pavimento, la testa china e i vestiti di almeno due taglie più grandi, non se la passava di certo bene.

Anche io avevo avuto nostalgia di lui e dei suoi modi di fare,ma ero troppo preso a riprendere in mano la mia vita e le mie abitudini, per preoccuparmene.

Finalmente ero ritornato il vecchio Christian di sempre.

"Cosa hai detto?" chiesi a uno dei cazzoni del mio gruppo che mi aveva rivolto la parola.

"Dovremmo organizzare una festa" ripeté e annuii.

"Si è vero, ci penso e vi faccio sapere" dissi e mi avviai verso il giardino nel retro.

In quel posto di solito non ci andava mai nessuno, per cui era perfetto per rifugiarsi.

Allungai una mano a prendere il pacchetto di sigarette dalla tasca e feci una smorfia disgustata, per tutta la presenza di marmocchi nel corridoio.

Almeno quando passavo io si spostavano tutti lasciandomi spazio ed adoravo avere questo tipo di potere.

"Christian?!" sentii una voce chiamarmi tra un misto di stupore e incredulità.

Mi voltai nella direzione di quella voce e sgranai gli occhi davanti al ragazzo di fronte a me.

"Manuel?" domandai ancora sotto shock.

Wow era cambiato tantissimo, era diventato decisamente più bello, ma quegli occhi di ghiaccio erano esattamente gli stessi.

"Che ci fai qui?"

"Io e i miei ci siamo trasferiti e questa sarà la mia nuova scuola.
Non sapevo che fossi qui, in effetti tuo zio è di qua, quindi avrei potuto immaginarlo" rispose, accennandomi un sorriso.

È strano come alcune persone che ritenevi importanti ed essenziali, poi le perdi per strada e diventano completi sconosciuti.

Anche se ho rovinato io le cose tra noi, o meglio ho scelto Ryan al posto del mio migliore amico.
E se devo essere sincero, rifarei quella scelta altre mille volte.

"Sei diverso" dissi, indicando il suo aspetto.

Quello che conoscevo io era un ragazzino magrolino dagli occhi di neve, invece ora era un bel ragazzo ben piazzato.

Mi chiesi mentalmente se fosse cambiato anche caratterialmente come me, ma mi bastò guardare il suo sorriso, per capire fosse rimasto lo stesso dolce ragazzo di sempre.

"Mica tanto, sono sempre io" rispose e potei notare il doppio senso nascosto.

Voleva evidenziare ancora una volta, il fatto che io ero cambiato moltissimo.

Non aveva mai accettato questo fatto ed è stato questo il motivo principale del nostro distacco.

Ma l'essere cambiato, è stata la cosa più bella che mi potesse capitare e per niente al mondo, ritornerei ad essere quel ragazzino impaurito.

"Ehi Jonathan!" esclamò Manuel alzando una mano.

Seguii il suo sguardo fino a trovarmi il biondino insieme ad Isabel nel corridoio.

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