Capitolo 102

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Pov Christian



Entrai in casa dopo qualche ora passata da Jonathan e subito mi arrivò alle orecchie il suono di un pianto.

Percorsi il tragitto dall'ingresso al salotto, trovando una disperata Clara con Caleb in braccio e mia zia altrettanto disperata nel tentativo di aiutarla.

Mi schiarii la voce e Clara si illuminò in viso nel vedermi, ormai sapeva che ero un buon metodo per calmare suo figlio.

Nel giro di qualche secondo me lo ritrovai tra le braccia e dopo avermi riconosciuto si placò subito.

"Io amo questo bambino" dissi, portandolo all'altezza della mia testa per stampargli un bacio sulle piccole labbra.

"E lui ama te incondizionatamente e inspiegabilmente" ridacchiò Clara.

"Lo porto in giro per casa, se si addormenta te lo riporto" le accennai un sorriso e mi diressi verso il piano superiore.

"Dove sarà lo zio Aiden mh?" chiesi più a me stesso che alla creaturina.

Percorsi tutto il corridoio e mi bloccai sui miei passi al suono di una voce.

"Christian"

C'è un bambino qui, non posso commettere omicidi.

"Sì?" mi voltai verso quell'ammasso di ricci parlante.

"Spero che tu ed Aiden non abbiate litigato a causa mia" disse in un tono che lasciava trasparire la sua contentezza di ciò.

"No, abbiamo litigato perché dice che dovrei moderarmi quando lo scopo, con te per anni è stato abituato ad un cazzo piccolo e prestazioni scadenti quindi si trova un po' in difficoltà con me" sfoggiai un sorriso a trentadue denti da tipico bastardo quale ero.

"Sei visibilmente preoccupato che io te lo possa portare via, si nota parecchio la tua paura e il tuo astio" rispose, incrociando le braccia al petto e mi lanciò uno sguardo di sfida.

Beh l'ha voluto lui.

Mi avvicinai a lui, tanto da essergli a pochi centimetri di distanza e puntai gli occhi nei suoi.

"Io ed Aiden avremo anche litigato, ma sai chi stasera finirà con sbatterselo violentemente? Io. Lui ama me, non te e sono abbastanza sicuro che se io andassi in questo preciso istante a chiedergli di sposarmi la sua risposta sarebbe 'sì'.
Spero che tu abbia il buonsenso di sparire da casa mia, ma se non lo fai pazienza, sarai costretto a vederci pomiciare ogni fottuta volta davanti a te.
Non ho paura né di te né di niente, io ottengo sempre ciò che voglio"

Dire che le mie parole lo avevano fatto incazzare, era poco.

Fumava di rabbia, le sue pupille saettavano contro di me, il suo petto si alzava ed abbassava velocemente e la mascella come i pugni erano serrati.

Credo che il colpo di grazia sia stato il fatto che ho tirato fuori l'argomento del matrimonio.

Caleb intanto si agitava e rideva sul mio petto come se stesse esultando e cazzo io amo questo bambino.

Girai i tacchi e feci per andarmene non prima di avergli rivolto un finto sorriso.

Un verso acuto del bambino mi fece voltare nuovamente verso lo stronzo.

"Inutile sacco di pupu" sputai acido e con grande soddisfazione di Caleb me ne andai via.

"Siamo proprio una bella squadra io e te" scoppiai a ridere, seguito dall'ometto che iniziò ad agitare i pugnetti in aria.



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