Capitolo 106

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Pov Jonathan




Isabel era andata via da poco e mancavano cinque minuti alle otto.

Non avevo la fronte attaccata alla finestra come un bambino che aspetta in ansia la neve a Natale, no no.

Ma poi ansia per cosa?

Io e William ci eravamo già baciati, già andati a letto insieme, già fatto un mucchio di cose senza rispettare nessun ordine in cui si dovrebbero fare.

E più ci pensavo più la testa mi scoppiava.

Se pensavo a Christian, sentivo tutte le emozioni che avevo sempre provato.

Se pensavo a William, provavo una certa emozione che non sapevo ben definire.

Ma una persona non può amare due persone allo stesso tempo, giusto?

È così sbagliato e confuso.

Non che io mi sia innamorato di William, ma non mi è più tanto indifferente, oh che cazzo mi scoppia la testa.

E poi devo ancora capire per quale motivo mi interesso sempre a ragazzi che non vogliono relazioni.

Christian ha cambiato idea alla fine, ma non con me.

Per fortuna o sfortuna la vista della macchina di William che parcheggiava nel vialetto, sfuse i miei pensieri e di corsa, non prima di avermi dato un'occhiata allo specchio, scesi al piano inferiore.

Inutile dire che mi inciampai almeno quattro volte e con un salto da dieci e lode evitai di morire verso gli ultimi gradini.

Spalancai la porta, lasciando il dito di Will a mezz'aria in direzione del campanello.

"Ciao" mi disse con gli occhi sgranati, sicuramente preso alla sprovvista dal mio teatrino.

Prima figura di merda della serata: fatta.

"Ti avevo visto arrivare dalla finestra" spiegai, gesticolando distrattamente.

Il suo sguardo era ancora lo stesso di poco prima e mi accigliai.

"Mi ero ripromesso di non metterti le mani addosso prima che finisse la serata, ma cazzo.." mi attirò a sé tanto da farmi sbattere contro l'ammasso di muscoli sotto la sua maglietta.
"Sei stupendo"

Mi sciolsi come cera al sole, almeno il destino o chi sia mi voleva un po' bene.

"Tu lo sei sempre" sussurrai, lasciandomi stringere da quelle braccia forti, ma dal tocco delicato.

"Andiamo prima che mi vengano strane idee in testa e finiamo nel tuo letto" scherzò, ridacchiando e prese la mia mano nella sua, accompagnandomi fino alla sua auto.

Quanto potevamo essere fraintesi come coppia?

Ma se c'è una cosa che ho imparato a mie spese è di smetterla di voler trovare per forza, una definizione, un qualcosa di concreto, rovinando ciò che si ha tra le mani.

Sono stanco di piangermi addosso, le cose difficilmente vanno come si vuole, questa è la vita e se ora ho un ragazzo con cui sto bene, anche se ci sono un trilione di casini in mezzo, voglio godermela e basta.

"Dove andiamo?" domandai, una volta che entrambi fummo nell'auto.

"Non sono neanche partito!" rise, mettendo in moto.
"E comunque non te lo dico"

"E che ne sai se mi piacerà?"

Sinceramente anche se mi avesse portato in una casa infestata, mi sarebbe piaciuto lo stesso, solo perché c'era lui.

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