Pov Christian
"Porca puttana sono in ritardo!" sbottai, correndo per le scale attento a non far volare il portatile e tutti i fogli che tenevo tra le braccia.
"Chris!" esclamò mia zia e mi voltai verso di lei, trovandola con un'espressione sopresa e sorridente.
"Ma dove vai così elegante?" chiese,squadrandomi dalla testa ai piedi.Okay, non ero proprio elegante, ma neanche in tuta.
Una camicia bianca, dei jeans aderenti neri e delle scarpe eleganti.
Mi sembrava il giusto compromesso per un 'colloquio di lavoro' se proprio così lo devo finire.
"Ti dico dopo zia ora devo scappare" corsi verso la porta, lasciandole un bacio sulla guancia prima di uscire.
Merda.
Proprio oggi che mi ero vestito bene doveva piovere?
Mi affrettai a raggiungere la macchina che avevo stupidamente parcheggiato davanti casa invece che nel garage.
Dalla strada completamente bagnata,potevo intuire che pioveva da molto e io non me ne ero neanche accorto.
Misi in moto e iniziai a guidare.
La strada era deserta e il rumore delle goccioline contro il vetro dei finestrini, mi rilassava.
Il mio attimo di pace finì bruscamente, quando misi a fuoco qualcuno appoggiato ad un muretto con lo sguardo assente verso terra.
Quel qualcuno che conoscevo perfettamente.
Accostai la macchina accanto a lui, ma neanche se ne accorse.
Abbassai il finestrino e lo chiamai.
"Jonathan?"Che cazzo ci faceva qui in mezzo a..
Mi guardai intorno, notando che era il posto in cui eravamo incontrati la prima volta.
Al suono della mia voce scattò la testa,puntando le sue iridi d'oro su di me.
"Sali" dissi, cercando di sembrare calmo.
In realtà l'ansia e la preoccupazione mi stavano salendo ogni secondo di più.
Lo vidi fare il giro della macchina e salire sul sedile accanto al mio.
Lo osservai meglio, completamente fradicio dalla testa ai piedi.
"Mi spieghi che cazzo facevi lì con tutta questa pioggia e il freddo? Vuoi ammalarti per caso?" chiesi con poca delicatezza, ma poco mi importava.
Mi stava davvero innervosendo.
Nessuna risposta solo una fottuta alzata di spalle.
"Jonathan" lo chiamai ammorbidendo il tono e allungai una mano al suo mento, facendoglielo voltare.
"Mi dici che succede?" chiesi, cercando di avere un contatto visivo.
"Nulla ero solo un po' triste" sussurrò,tirando su con il naso.
"Christian ti muovi! Sei in ritardissimo!" esclamò Sam dal fottuto viva voce che apriva le chiamate da solo.
"Sto arrivando ho detto dammi dieci minuti" sbuffai e vidi Jonathan aprire lo sportello dell'auto.
"Che fai?" lo bloccai, afferrandogli una mano.
"Vado a piedi tu hai da fare" disse come se fosse la cosa più normale del mondo e mi accigliai.
"Non se ne parla, ti porto a casa" affermai e prima che potesse replicare,misi in moto l'auto.
Gudai fino a davanti casa sua in completo silenzio.
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Everywhere I am there you'll be
Novela JuvenilEsiste un quartiere tra la Queen Street e la Fulton Street a Dover, nel Delaware un po' diverso da tutti gli altri. La vita di sei ragazzi verrà messa a dura prova dalle vicende di ogni giorno e soprattutto dai sentimenti che inizieranno a scoprire...