Capitolo 48

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Pov Christian








Appena a casa per uno stupidissimo giorno di scuola.

Non ho voglia di andarci, non ho voglia di fare proprio un cazzo di niente ma è meglio se alzo il culo e non do altre preoccupazioni a mia zia.

Devo andare da Jonathan.

Mi sono reso conto di averlo trattato abbastanza male, per come si meritava e dovevo ringraziarlo.

Derek mi aveva raccontato che era piombato qui, dicendo di andare a casa di mio padre in piena notte.

E se non avessi visto lui, mio cugino e mia zia probabilmente non mi sarei ripreso tanto presto.

Anche se in gran parte, mi aveva aiutato Ryan.

So di essermi comportato da stronzo con lui, facendolo venire a letto con me ma ne avevo davvero bisogno.

Mi aveva aiutato proprio come pensavo, mi ero sentito esattamente come anni prima.

Non succederà mai più e mai nessuno lo saprà.
Ryan ama follemente il suo fidanzato e io non voglio che ciò giunga alle orecchie di Jonathan.

Ha fatto una cosa importante per me e so che lo ferirebbe molto, più delle altre volte.

Devo ringraziarlo.

E furono questi pensieri a portare le mie gambe davanti casa sua.

Mi avvicinai alla porta e prima che potessi suonare, essa si aprì.

Mi trovai davanti sua madre e sua zia, rivolsi loro un sorriso cordiale che non fu ricambiato.

"Se sei qui per Jonathan, puoi anche ritornare a casa" sbottò sua mamma e mi accigliai.

Le avevo parlato poche volte ma questo tono non le si addiceva proprio.

E se lei sapesse tutto ciò che è successo tra noi?

Questo spiegherebbe tutto.

"Non essere così dura con lui Jen" la riprese sua sorella e si voltò verso di me.

"Jonathan è in punizione, la bravata di andare senza dire nulla in un posto così lontano, è stata un'idea pessima.
Ci ha raccontato più o meno la situazione ma tu devi capire che lui è minorenne e che non l'abbiamo mai avuto lontano da casa" disse in tono tranquillo e il mio senso di colpa crebbe.

"Lo so è so che è colpa mia, se avessi saputo che stavano facendo una cosa del genere non glielo avrei permesso" risposi e notai Jennifer incurvare le labbra in un sorriso.

"Nonostante tutto, sono contenta che mio figlio tenga così tanto a qualcuno da fare follie" affermò.

Tu ci tieni allo stesso modo a lui? Mi chiese il mio subconscio e lo zittii, mandandandolo a fanculo.

"Beh, noi dobbiamo andare tu vai, è in camera che dorme" mi fece l'occhiolino Tessa e entrambe sparirono nelle loro macchine borbottando 'Ah i giovani d'oggi!'.


**




Entrai nella stanza quasi buia eccetto per la poca luce che filtrava dalla finestra.

Posai lo sguardo sul letto e sui suoi capelli color grano, che sbucavano da sotto le coperte.

Sorrisi al pensiero che a breve sarei stato avvolto dal suo inconfondibile profumo al cocco.

Dormiva a pancia in sotto, la testa appoggiata su un lato, tutto arrotolato nel piumino ed abbracciava o meglio stritolava un cuscino sotto di sé.

Everywhere I am there you'll beDove le storie prendono vita. Scoprilo ora