Capitolo 86

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Pov Jonathan





Le due del pomeriggio, di Max nessuna traccia.

Le ragazze lo stavano aspettando a casa mentre io, vagavo invano da un'ora ormai.

Derek non so se lo stia cercando o meno ma non mi interessa poi molto.

A lezione avevo dovuto trattenere Isabel con forza per evitare che Derek venisse preso a matite su per il culo

E non era stata un'impresa tanto facile.

Improvvisamente come una visione, vidi Max camminare dall'altra parte della strada.

Cappuccio in testa, sguardo basso, borsone in spalla.

"Max!" urlai e senza guardare attraversai la strada.

"Jonathan ma sei impazzito? Passavano le macchine!" sbottò appena fui sano e salvo davanti a lui.

"Ti stavo cercando!" esclamai, ignorando il suo commento.

"Stai bene?" domandai preoccupato.

"Sì, sto bene e per favore Jonathan non ne voglio assolutamente parlare, te lo chiedo per piacere" disse con i suoi occhi tristi e il tono duro.

Annuii velocemente, non volendo dargli un altro dispiacere.

"Hai gli allenamenti?" indicai il borsone nero.

"No, vado in palestra" rispose e una lampadina si accese nella mia testa.

"Ci vai per.." iniziai a dire ma mi fermò sul tempo.

"No Jonathan, ci vado da due anni tutti i lunedì, non di certo per quello che mi ha detto Derek" sputò acido e mi sentii un idiota.

Questo spiegava perché il lunedì avesse sempre da fare e anche il suo fisico.

Non si nasce mica con tutti quei muscoli.

"Scusa.." mormorai, abbassando lo sguardo.

"Non importa, perché non vieni con me? Potresti fare palestra anche tu e mettere su i muscoli che ti lamenti di non avere" propose e alzai lo sguardo di scatto.

Cosa? Io in palestra? Ma per favore è già tanto se mi alzo dal letto per vivere.

"No, non credo sia il caso poi io sono incapace"

"Secondo me dovresti almeno provare, forse scopri che ti piace. Fanno delle lezioni con un personal trainer e la prima è gratis giusto per provare, poi il prezzo non è molto alto.
Infondo non ti costa nulla" spiegò e beh, infondo provare, non mi sarebbe sul serio costato nulla.

"Ci penserò"








**









Due ore dopo, mi trovavo davanti all'entrata della palestra, con la tuta, una cannottiera, le scarpe da ginnastica, un cambio nello zaino e tanta voglia di scappare a gambe levate.

Finiva sempre così, mi autoconvincevo a fare qualcosa per aumentare la mia autostima e puntualmente, appena avevo davanti l'opportunità, ci ripensavo e mi riempivo la testa di preoccupazioni inutili.

Presi un respiro profondo e appoggiai la mano alla maniglia, abbassandola.

L'ingresso fu vuoto, e in lontananza, si sentivano svariati rumori.

Percorsi il corridoio e fortunatamente trovai subito ciò che stavo cercando.

"Mi scusi" dissi, schiarendomi la voce davanti all'anziano signore, seduto dall'altra parte della scrivania.

Everywhere I am there you'll beDove le storie prendono vita. Scoprilo ora