Capitolo 34

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Pov Jonathan





Sentii la serratura della porta scattare e mi alzai subito dal divano.

"Bimbo!" urlarono contemporaneamente mamma e Tessa prima di raggiungermi e stringermi in un soffocante abbraccio.

I minuti che seguirono furono pieni di baci, carezze e domande del tipo 'Hai mangiato? Stai bene? Ti siamo mancate? Come è stato? Avete usato le precauzioni?'

Perché fanno mille domande tutte insieme senza neanche darmi il tempo di rispondere?

Ah, le donne.

Riuscii a sfuggire da quella morsa letale e sospirai di sollievo.

"Sto bene ma ora sedetevi, vi devo parlare" dissi, facendo un cenno verso il divano.

Mi guardarono con un cipiglio in fronte.

"Jonathan Allen non mi dire che aspetti un bambino!" mi puntò un dito contro Tessa.

Ma cosa cazzo eh?

"No, aspetta non puoi rimanere incinto" disse prendendosi il mento tra le dita.
"Jonathan Allen non mi dire che ti sei sposato!" esclamò nuovamente.

Avevo dimenticato quanto mia zia fosse fuori di testa.

"Non sono incinto e non mi sono sposato, giuro!" dissi, trattenendo una risata.

"Comunque, ho invitato una persona a stare qui per un po' spero che non vi dispiaccia" mormorai, mordicchiandomi il labbro.

"Tutto questo mistero, per dirci questo!" esclamò mamma "Chi è, Christian?"

"No mamma, è sua sorella o meglio sorellastra" risposi.

Vidi le loro facce farsi ancora più confuse.

"Devo raccontarvi un po' di cose"






**







Un'ora e mezza dopo, mi trovavo in camera per riposare un po', avevo raccontato più o meno la situazione a mia madre e mia zia, omettendo i particolari, quelli erano cose private di Chris e non volevo certo spifferare tutto.

Loro avevano capito e senza farmi altre domande, avevano acconsentito la permanenza di Ines a casa.

Avevo provato a bussare in camera degli ospiti ma non aveva risposto, così mi ero rintanato nel mio letto a riflettere sulle ultime vicende.

Christian.

Non so cosa significhi quello che stiamo facendo, tutto quello che è successo.

Di certo non siamo una coppietta felice, questo lo so.

E se fossi solo uno svago per lui?
Come Andrew e tutti gli altri?
Però a quel punto, avrebbe già provato a portarmi a letto, no?

E se..andasse a letto con altri anche dopo i nostri baci? Non lo sopporterei.

Chissà se in questo momento mi sta pensando come sto facendo io..

Non lo vedo da poche ore e già mi manca.

Il flusso dei miei pensieri venne interrotto fortunatamente, dalla suoneria del telefono.

Scattai a prenderlo, sperando che fosse proprio il ragazzo dalle iridi verdi a chiamarmi.

Mi morsi il labbro leggermente deluso nel notare di essermi sbagliato e accettai la chiamata.

"Ehi Is, dimmi"

"Stasera si festeggia!" urlò così forte che dovetti allontanare il telefono dell'orecchio, per evitare di perdere completamente l'udito.

"Ehm, cosa si festeggia di particolare?" chiesi, mantenendo il telefono a distanza di sicurezza.

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