Pov Jonathan
Quante volte ognuno di noi deve vedere o subire qualcosa di doloroso e magari fingere che vada tutto bene?
L'ho fatto così tante volte in vita mia, che ci ho fatto l'abitudine.
Ma stavolta è diverso.
Non so se ci riesco.
Non so se sono capace di non pensare a quello che ho visto, di stamparmi in faccia un sorriso finto e dire 'non fa niente'.
"Jonathan.."
Quella voce mi faceva sempre lo stesso fottuto effetto.
"Ehi, devo fare delle fotocopie, ci vediamo dopo ciao" dissi frettolosamente, guardandolo di sottecchi.
Non volevo incrociare il suo sguardo.
So di non essere il suo ragazzo, ma non mi aspettavo di vederlo con un altro così presto.
Solo ieri mi aveva detto che gli piacevo.
E poi lui non era uno qualsiasi, Andrew mi aveva picchiato davanti ai suoi occhi.
Quanto gli importa realmente di me?
Mi voltai, proseguendo per il corridoio ma mi sentii strattonare per il polso.
Avevo perso il conto di quante volte, mi avesse preso e trascinato a suo piacimento.
"Christian per favore, mollami" sbottai infastidito.
Ma lui non si fermò fino a quando non arrivammo nella vecchia aula vuota.
Quella dove mesi prima, mi aveva chiesto un favore.
Quel favore che avrei dovuto mantenere,invece di innamorarmi di lui.
Mi poggiò a sedere sulla cattedra cigolante, esattamente come quella volta e mi intrappolò tra le sue braccia.
"Ti ho detto che devo fare le fotocopie.." sussurrai, cercando una via d'uscita da lì.
In realtà non mi importava nulla delle fotocopie, volevo solo fuggire da quei occhi profondi.
"No mi devi far spiegare, io ti stavo venendo a cercare, volevo vederti e Andrew mi ha beccato in corridoio, mi è saltato addosso e siamo finiti nello sgabuzzino, me lo sono levato dalle palle con una scusa e sono uscito ma tu eri lì fuori, so che sembra una cazzata ma io volevo vedere te e basta" spiegò velocemente come se avesse paura che potessi arrabbiarmi, non seppi quanti battiti persi nel sentire ogni singola parola.
Si stava sentendo in colpa e io mi ero fatto tanti film mentali per niente.
"Accadrà comunque un giorno, me ne devo fare una ragione" sorrisi, alzando le spalle mentre ammettevo solo la verità.
Sospirò e chiuse gli occhi, come se stesse combattendo una battaglia interiore che non sarei mai riuscito a comprendere.
"Non con Andrew, lui ti ha fatto male, quei lividi non me li scorderò mai." mormorò, portando le sue grandi mani sulla mia schiena.
Mi toccò nei precisi punti dove c'erano stati i lividi e mi stupii della sua memoria, infondo li aveva visti una volta sola.
Quelle parole dovevano farmi sentire meglio ma il mio cervello aveva già messo in moto i miei soliti ragionamenti.
Si stancherà di me, questa specie di cotta gli passerà e tornerà con Andrew o con qualcun altro, alla sua altezza.
Non sono bello come loro.
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Everywhere I am there you'll be
Teen FictionEsiste un quartiere tra la Queen Street e la Fulton Street a Dover, nel Delaware un po' diverso da tutti gli altri. La vita di sei ragazzi verrà messa a dura prova dalle vicende di ogni giorno e soprattutto dai sentimenti che inizieranno a scoprire...