Capitolo 121

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«So che sei stato ferito tante volte e ti senti come se dovessi raggiungere la fine del mondo.
So che fa male quando tenti di sorridere, che quello che vuoi è dormire perché se ti alzi piangi, piangi così tanto che sembra piovere.
Lascia che mi prenda cura di te.
So che la tua anima è rotta e che pensi sia irreparabile.
Lasciami ripararti.
Quando cadi, prendi la mia mano, io sarò lì.
Quando vagherai senza meta, segui i miei passi, io ti condurrò.
Non voglio lasciarti, so che pensi di essere irreparabile.
Sono qui, non me ne vado.
Lasciami ripararti







Pov Jonathan





"Come cavolo si aprono queste tende" borbottai tra me, tirando a caso la cordicella bianca che teneva su le tende color azzurro della finestra.

Meglio concentrarsi su questo che su tutto il resto.

William.

William che è da qualche parte in questa enorme villa, probabilmente a scegliersi una stanza.

Perché è qui?

Credevo fosse per me, ma mi ha ignorato per tutto il viaggio, quando appena l'avevo visto, il mio primo impulso era stato quello di saltargli addosso.

Impulso frenato in tempo quando non mi aveva rivolto neanche uno sguardo, figuriamoci un misero 'ciao'.

Che lui e Chris fossero diventati amici? Lo dubito, insomma me l'avrebbe detto no?

Ce l'ha ancora con me?

Mi odia?

Sbuffai spazientito dai miei stessi pensieri e tirai giù con uno strattone la cordicina, non ottenendo nulla.

"Se la tiri giù così, si rompe"

Mi immobilizzai, lasciandomi percorrere da un brivido sulla schiena per la sua vicinanza, della quale non mi ero neanche accorto.

Vidi le sue braccia sporgersi ai lati del mio corpo ed afferrare la cordicella che avevo tra le mani, mentre il suo profumo si faceva strada nelle mie narici fino ad arrivarmi nel cervello e scaturire diversi ricordi.

Con un semplice movimento, la tirò quel che bastava per far scorrere le tende che diedero spazio al bellissimo panorama del lago.

Mi persi nel guardare quella distesa d'acqua, mossa solo dal leggero vento il quale, faceva ondeggiare anche la ricca vegetazione intorno di un intenso verde scuro.

E in quel attimo fui talmente rapito da quella visione da scordarmi tutto il resto, finché non sentii la mia schiena poggiarsi ad un petto tonico e muscoloso.

Mi morsi il labbro inferiore sapendo di dovermi scostare e scusarmi, ma quel minimo contatto mi era mancato così tanto che non riuscivo a farne a meno.

"Perché sei qui?" mormorai dopo lunghi attimi di silenzio, avrei dovuto intavolare la conversazione in modo migliore, ma avevo bisogno di risposte e chiarimenti.

"Per te" rispose sicuro e schietto, circondandomi il busto con entrambe le braccia, mozzandomi così il respiro per la decima volta da quando era lì.

"Io.." mi bloccai subito dopo non sapendo neanche cosa dire.

Molti pensieri si affollavano nella mia testa, molte cose che avevo sputato, tirato fuori, mettendomi a nudo davanti a quei ragazzi che non avevano mai voluto afferrare il mio cuore e prendersene cura.

Cuore che ogni volta diventava un po' più marcio e ferito.

Stava per accadere un'altra volta?

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