Capitolo 116

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Pov Jonathan






Un mese.

Un mese dall'ultima volta che avevo visto William.

Lo avevo cercato, telefonato, mi ero presentato fin sotto casa sua e anche in palestra.

Ma l'unica cosa che avevo ottenuto erano state chiamate rifiutate e Marvin che mi aveva cacciato malamente, sia dalla palestra che da casa sua.

La scuola era finalmente finita e io a dispetto di tutti i miei amici, ero stato promosso con il massimo dei voti, da bravo 'secchione' come diceva Isabel.

Era stato proprio per i miei voti, che mamma aveva deciso di regalarmi un'auto che tante volte avevo nominato nella lista dei desideri.

Una macchina piccola ma almeno era un mezzo di trasporto tutto mio ed era stato parecchio divertente farci salire Christian e vedere come non ci entrasse, quel gigante.

Ryan ed Eric erano ritornati a casa poco dopo l'annuncio della non partenza di Ines, così anche Aiden, avevano i corsi al college da seguire e i vari esami.

Christian era rimasto qui per frequentare la scuola nell'ultimo mese, in vista degli esami finali e per dedicarsi a qualcosa dall'entità misteriosa.

Dire che Chris fosse stato irritabile era a dir poco, la lontananza di Aiden lo aveva reso ingestibile, nonostante il suo ragazzo cercasse di venire su ogni giorno che poteva, mentre lui ritrovava a casa per il weekend.

Isabel e Ines sembravano ogni giorno più innamorate anche se non si erano ancora dichiarate l'un, l'altra.

È bello vedere come Isabel finalmente si sia sbloccata del tutto, lasciando entrare una persona che possa renderla sul serio felice.

Credeva di poter passare la vita senza legarsi a qualcuno e poi è comparso quell'angelo di ragazza che l'ha stregata.

Gli eventi della settimana sono il diploma di Chris, la partita di calcio di fine stagione di Max e Derek e il ballo di fine anno a cui non andremo.

Il solo ricordo dello scorso ballo di primavera, ci faceva venire i brividi.

Così a consiglio del papà di Christian, andremo a fare una festicciola nella casa al lago della famiglia Scott, quella in cui ero rimasto bloccato con Christian in mezzo alla pioggia  mesi fa.

Sembravano essere passati tempi lunghissimi da allora, la mia vita era stata stravolta in tutte le maniere possibili da quando la prima volta, i miei piedi avevano calpestato l'asfalto di Dover.

E infine, mio padre che aveva chiamato tre volte circa quel mese, e mi era sembrato strano.

Era più gentile e ripeteva in continuazione di volermi vedere e che appena riusciva, sarebbe salito sul primo aereo.

Da una parte ne ero assolutamente felice, ma dall'altra non mi fidavo, non potevo fidarmi di un uomo che mi aveva ferito più volte e che invece, avrebbe dovuto amarmi più di chiunque altro.

Sospirai e afferrai il telefono, aprendo la casella dei messaggi.

A: William

Buongiorno xx

Era quella la mia routine ormai ogni mattina e ogni sera.

Messaggi di buongiorno e buonanotte che non avevano mai ricevuto risposta.

Ma continuavo a farlo, un po' per fargli sapere che lo pensavo e un po', per snervarlo a tal punto da essere costretto a rispondermi.

Avevo avuto tempo per riflettere su me stesso, sui miei sentimenti, su di lui.

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