|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟓𝟖|

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Non ho mai sofferto di claustrofobia in tutta la mia vita, ma adesso in questo ascensore che sembra andare a due all'ora, mano nella mano con Cheryl che ho fatto incazzare involontariamente per colpa di Kir e... non è che questa è una sua vendetta? Se è così mi sembra un tantino esagerato portarmi nella tana del lupo e rischiare che mi uccidano per un bacio. Poteva rendere chiaro il concetto che sono sua in altri due miliardi di modi.

<Toni ora ascoltami.> Mi giro a guardarla non sapendo se tirare fuori la parte di me più cazzuta e stendere la prima persona che vedrò non appena l'ascensore aprirà le porte, o quella cauta e glaciale che analizza ogni minimo dettaglio.
<Sei schermata da ogni tentativo di rintracciamento, Mal ha avvisato la base che sei in una missione per ogni evenienza e Crys è al sicuro te lo posso giurare.> Tutto il silenzio che mi aveva riservato sembra essere un ricordo lontano alla valanga di informazioni che mi sommerge.
<Per favore, non aggredire nessuno.> Ok niente parte cazzuta che vuole uscire viva da questo posto, dovrò farlo essendo più furba di loro. Una stretta nella mia mano mi riporta nell'ascensore e scopro che adesso mi sta guardando negli occhi. Agitazione. Sicurezza. Determinazione. Questo vedo in lei e che non deve essere esattamente quello che lei vede in me ora.
<Ma soprattutto non andarmi contro.>

<Cosa?? Che hai intenzione di fare?> Le domando rompendo il silenzio dello shock per porle quella domanda che esige una risposta ben precisa e non una vaga o diversiva.

<Non discutere con me.> Mi ripete seria non muovendosi dalla sua posizione ed io ho l'istinto di iniziare a fare proprio questo e...
<Lo faremo dopo quando saremo sole. Ora sii dalla mia parte.> Ma se non so nulla dannazione! Come sa che non mi cattureranno o peggio prenderanno lei per essere mano nella mano con me?

<Se uscirò effettivamente di qui, dovremmo parlare sulla comunicazione io e te.> Le dico reprimendo la rabbia che è sorta non appena lo scenario di lei in pericolo è parsa davanti ai miei occhi e in quell'istante...

<Dammi piuttosto le tue armi ora.> Già... Proprio questo ho pensato adesso. Io... sono disarmata. Sono uscita dalla base per andare da lei completamente disarmata. Non è mai successo in due anni, da quando avevo perso Crystal. Quando le raccontai di quel giorno le dissi anche del perché uscivo sempre armata e adesso... mi trovo indifesa solo perché...

<Io... non... non ne ho.> Dico con difficoltà in un sussurro facendole sgranare gli occhi e abbassare la mano che aveva sollevato per prendere le armi che pensava che avessi.

<Tu...> Non conclude la frase perché non ha tempo. Il din dell'ascensore cattura l'attenzione di entrambe e l'istante successivo le porte iniziano ad aprirsi facendo comparire una donna.

Pov. Cheryl

<Dammi piuttosto le tue armi ora.> Non posso rispondere a ciò che mi ha detto, potrebbe essere il tizzone a una discussione con i controfiocchi e in questo momento e posto non posso permetterlo. La sua espressione si tramuta facendo sparire la durezza, ma a rimanere è la sorpresa che però sembra aumentare maggiormente.

<Io... non... non ne ho.> Sgrano gli occhi per lo shock che condividiamo a quella informazione. Non deve essersene resa conto nemmeno lei di non averle fin'ora perché io le credo, l'idea adesso di essere indifesa in questo posto la sta mandando nel pallone, ma non permetterò che debba cercare di procurarsene una. Nonostante ciò la mia mente non si separa dalla scoperta della prova che dimostra quanto lei... lei si sente al sicuro con me.

<Tu...> Non so esattamente cosa le avrei detto, ma il suono dell'ascensore è l'unico avvertimento che la nostra scansione è terminata e che le porte si stanno aprendo facendo comparire lei: Nadia.
Non c'è momento di ricerca, sa esattamente il punto in cui sono e i suoi entrano in collisione con i miei. Dannazione si è preparata per bene.

My exception is you - Un amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora