Essere schernita dal ragazzo di fronte a me non è esattamente ciò che mi sarei aspettata dopo il nostro ultimo incontro. Ho riflettuto a lungo su quale maschera avrebbe indossato una volta rincontrati - perchè ero sicura che ne avrebbe indossata una - e mi sono immaginata di tutto ma non questo... La sua fronte è aggrottata e sembra seriamente infastidito dalla situazione che ha davanti ai suoi occhi, ma non capisco perchè; dovrei essere io quella irritata dalla sua presenza e dal suo comportamento, non di certo lui.
«Blake...» esclamo sorpresa.
Continua ad avanzare con passo sicuro verso il centro della stanza. Ma non guarda me, il suo sguardo è rivolto a Victor e posso notare una scintilla di sfida che gli accende le pupille. È diverso dal solito, c'è una nota di asprezza a dipingergli il volto. Non mi piace per niente.
D'istinto gli blocco la strada non volendo in nessun modo che si crei qualche assurda litigata fra di loro. Guardo Ilias in cerca di aiuto, è una presenza mitigante e potrebbe spegnere ogni accenno di discussione in un secondo. Ma non mi dà corda, anzi, fissa insistentemente il vicecomandante con un ghigno interessato. E questo mi piace ancora meno.
«Cosa ci fai qui?» continuo non sapendo esattamente come gestire la situazione che si è appena creata. È tutto surreale, una brutta sensazione si espande nel mio ventre.
«Sono venuto a supervisionare il tuo allenamento...» un altro passo verso di me, si fa sempre più vicino. «Non credevo consistesse in qualche sciocco trucchetto di magia...» sussurra tagliente.
Alzo le sopracciglia a dir poco stupita dalla sua sfacciataggine e dalla sua maleducazione. «Come, scusa?» il nervoso mi solletica le punte delle dita, non esiste che si permetta di avere un simile atteggiamento, soprattutto non ora che il nostro rapporto è più solido.
«Credevo ti dovessi allenare per riuscire a difenderti, non per intrattenere un pubblico di bambini...»
Questo è davvero troppo. «Ma come ti permetti?» Sono io a muovermi verso di lui ora, non mi interessa se reagirà. «Con che faccia tosta ti presenti qui e spari sentenze su ciò che vedi senza nemmeno conoscere la realtà dei fatti?»
«Lo hai appena detto, parlo di quello che vedo.»
«Beh, cerca di non parlare affatto. Non mi interessa cos'hai da dire sul mio allenamento, non sai nulla di quello che faccio ogni giorno!» alzo il tono di voce in preda alla rabbia. Il sangue inizia a ribollirmi nelle vene, non tollero la villania in nessuna delle sue forme.
«E qui ti sbagli, Daphne. So tutto sui tuoi allenamenti e non ne sono per nulla soddisfatto.» Si avvicina a me come se fossimo da soli nella stanza e mi sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio. «Ti ricordo che oltre ad essere il vicecomandante di Solis, sono anche parte di questa missione... Se tutto seguirà i piani e le previsioni, avrai la necessità di essere ben allenata e di saperti difendere.»
Scosto la sua mano infastidita, non voglio che mi tocchi. «È quello che sto facendo, mi alleno tutto il giorno...» Sono ancor più infastidita dal fatto che io abbia l'impellente bisogno di giustificarmi.
«Non è abbastanza.» Esclama mentre raccoglie il piccolo cigno di carta e lo schiaccia. «Devi essere preparata o non ce la farai...» Trattengo il respiro nel momento in cui il bellissimo origami di Victor si trasforma in un ammasso di carta informe.
Sto per ribattere, per insultarlo, quando il ragazzo dietro di me si scaglia contro Blake afferrandogli il colletto e scaraventandolo sul muro dietro di lui. L'impatto è talmente forte da farmi sussultare. Fortunatamente il vicecomandante riesce ad attutire la botta posando una mano sulla sua nuca.
Mi manca il respiro alla visione di una tale reazione. Sono a conoscenza del carattere particolare di Victor ma non avrei mai creduto che potesse rispondere ad una provocazione in questo modo, che nascondesse questa violenza dentro di sé.
«Victor! Fermo!» urlo in preda al panico quando lo vedo portare un braccio all'indietro per caricare un pugno mentre la mano sinistra tiene ancora ben saldo il colletto dell'uniforme dell'altro. È almeno venti centimetri più alto di Blake e questo vantaggio non promette nulla di buono...
Mi volto verso Ilias per cercare un aiuto ma lo trovo a fissarmi intensamente. «Fermali, figlia di Oromasis. Fai vedere loro il tuo potere. Adesso!» parla con urgenza prima che io possa dire qualsiasi cosa.
Torno a guardare i due ragazzi appiccicati al muro ma non faccio in tempo a fare nulla perchè il pugno di Victor si scontra contro lo zigomo di Blake producendo un rumore sordo che mi fa venire voglia di vomitare. Quest'ultimo non reagisce, cerca semplicemente di proteggersi come meglio può e non ne capisco il motivo.
«Era il mio origami! L'avevo fatto io, per Daphne!» grida incollerito. La sua voce è quella di un adulto ma il tono mi ricorda un bambino indifeso e nonostante la situazione, non riesco a fare a meno di provare pena per questo ragazzo così segnato dai traumi della sua infanzia.
Blake grugnisce chiaramente sorpreso dalla quella reazione ma continua a ripararsi il viso senza contrattaccare.
«Victor, basta!» sbraito spaventata quando lo vedo tirare indietro il braccio una seconda volta per rincarare la dose. Non ha freni inibitori, sembra assente e totalmente assorbito dall'aggressività che gli deforma il volto.
Non mi sta ascoltando e io sto andando in iperventilazione, la frustrazione fa aumentare il ritmo del mio respiro a dismisura. Ilias ha detto che devo essere io a fermarli, quindi chiaramente intende che io debba usare il mio potere ma non so come utilizzarlo senza fargli del male. Mi viene da piangere, il peso della responsabilità sembra schiacciarmi i polmoni ma non posso mollare adesso.
L'energia che si sprigiona dal mio corpo si diffonde nelle particelle che compongono l'aria intorno a me, devo solo indirizzarle dove voglio. In questo caso devo farle passare fra di loro e creare un'aderenza fra i loro corpi per poi separarli. La teoria è facile ma il pericolo più grande è quello di ferirli, di non dosare la mia potenza e colpirli. Non deve accadere.
Respiro cercando di ritrovare il ritmo costante del mio cuore che mi ha abbandonata nei minuti precedenti e chiudo gli occhi. Mi collego con la fiamma che arde e la direziono verso le mie mani. Scorre sulle dita, le avvolge in una morsa e poi si diffonde nell'aria. La direziono verso lo scontro. La sento scalpitare, vuole sprigionarsi a suo piacimento. Ogni tanto mi sfugge ma riesco a recuperarla prima che si sottragga al mio controllo, è così impegnativo.
Rivoli di sudore scivolano sulla mia fronte e sulle tempie, le gambe iniziano a tremare perchè lo sforzo è di gran lunga più di quanto il mio corpo possa riuscire a sopportare al momento. Mi viene da piangere perchè mi fa male tutto, ogni osso, muscolo, tendine o articolazione. Ma devo resistere.
Il mio potere raggiunge i corpi e non appena trova la misera fessura tra le loro sagome, lo lascio andare. Tutta l'energia si riversa fuori di me abbandonando il mio corpo, la sento prosciugarmi. Non mi rimane nemmeno un briciolo di forza per riuscire a controllarla, l'ho esaurita del tutto.
Esplode.
I due ragazzi vengono catapultati verso i due lati opposti dell'ampia palestra e precipitano rovinosamente a terra. Prego l'Universo che nessuno dei due si sia fatto del male.
Ma non ho il tempo per accertarmene perchè cado anche io, stremata dall'eccessivo sforzo.
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Ecco il capitolo 51!
Spero che, se siete arrivati fino a qui, la storia sia di vostro gradimento. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un abbraccio!

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Oromasis | Il fuoco interiore
FantasyLa realtà si presenta come un organo schematico e meccanico. Ma se ci fosse un'eccezione? Se fosse giunto il tempo del cambiamento? Un divampare, un fuoco. Il fuoco interiore. Oromasis. ________ Daphne è una ragazza di venticinque anni che vive una...