Paint The Town Red - Doja Cat
«Muoio di fame. Sul serio, se non mangio nei prossimi trenta secondi potrei morire.» Aura si accascia sulla prima sedia libera che trova.
Halima sospira. «Quant'è teatrale.»
Sbuffo una risata e mi accomodo al suo fianco. È proprio vero. Se non viene nutrita, Aura comincia a fare i capricci e non è un bello spettacolo. «Forza, vai a metterti in fila, sembra già lunga.»
Ho già detto che adoro punzecchiarla?
Lei mi scocca un'occhiataccia ma sfreccia in direzione della fila e recupera un vassoio.
«Cosa offre il menù oggi?» domanda Halima. Sono contenta che sia riuscita a raggiungerci, era da un po' che non ci vedevamo.
«Il mio o quello della mensa?» replico.
«Il tuo. So già cos'ha in serbo la mensa per noi ed è per questo che mi sono attrezzata» dice, tirando fuori un carinissimo cestino del pranzo.
«Sarebbe?» Copio le sue azioni, con la differenza che io non posseggo nessun portapranzo accessoriato, ma un semplice sacchetto di carta.
«Pizza, il che significa orde di gente pronta a saltarsi al collo pur di averla.»
«Buon per noi, allora» asserisco. La verità è che non mi sarebbe dispiaciuto addentare una fetta di pizza unta e saporita, specie dopo due ore di letteratura cinese I e due di linguistica generale, sarebbe stata una magra consolazione. «Il menù della sottoscritta prevede... una mela» dico mentre la tiro fuori, «e due favolosi toast con prosciutto e maionese.»
«Uh. Ti invidio. Io ho una tristissima fetta di pollo e dell'insalata di contorno» borbotta Halima, afferrando la forchetta.
Se solo sapesse. Allo stato in cui mi ritrovo adesso, pagherei oro pur di mettere una fetta di carne nello stomaco. «Vuoi metà della mia mela? È l'unica cosa che posso scambiare» scherzo. Posso rinunciare a quella ma non alla mia fonte primaria di energie.
«Sono attrezzata.» Indica un riquadro nel portapranzo.
«Kiwi. Deliziosi!» E buoni. Molto, molto buoni. Non ricordo nemmeno quand'è stata l'ultima volta che ho mangiato una fetta di kiwi.
Halima annuisce, entusiasta. «Li adoro. È il mio frutto preferito.»
Chiacchieriamo del più e del meno fino all'arrivo di Aura. I capelli scuri sono scompigliati e lo sguardo esprime chiaramente decisione mentre posa con forza il vassoio sul tavolo. «Una giungla.»
Butto giù il boccone e ridacchio. «Hai vinto? Sei riuscita ad aggiudicarti il premio?»
«Scommetto di sì» prende parola Halima. «Sembra essere uscita vittoriosa.»
«Infatti.» Sorride fiera. Due grandi fette di pizza, una bottiglietta d'acqua e due mandarini riempiono il vassoio. Ho l'acquolina in bocca.
Accartoccio il fazzolettino usato per tamponare la bocca e afferro la bottiglietta d'acqua. «Spero per te che tu non abbia litigato con nessuno.»
«Ovvio che ho litigato» mi fissa ovvia. «Questo idiota patentato continuava a dire che non potevo prendere più di una fetta di pizza, allora gli ho chiesto se per caso fosse della polizia della mensa e quando mi ha risposto di no ma che dovevo comunque prenderne una per lasciarne anche agli altri gli ho fatto gentilmente notare di non rompermi le palle e che aveva problemi peggiori a cui pensare.»
«Tipo?» Ride Halima.
«Le scarpe arancione fluo abbinate alla camicia di flanella verde a quadretti. Ha soldi che gli escono dal culo, abbia almeno la decenza di vestirsi bene.»
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𝐏𝐑𝐈𝐃𝐄
ChickLitUniversità di Princeton. Il lasciapassare per chi ha in programma una carriera brillante. C'è chi accede tramite denaro o nepotismo e c'è chi accede tramite borsa di studio. È il caso di Nova Taylor e Nemesi White. Due poli opposti. Lei studia lingu...