31 - Nova

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Love On The Brain – Rihanna

Gennaio volge al termine senza sorprese. Strano a dirsi ma il mio corpo ha il tempo di riprendersi, giusto in tempo per l'inizio degli allenamenti. In settimana abbiamo ricevuto gli esiti degli esami e, con mio sommo sollievo, sono andati tutti alla grande. Non mi aspettavo tale rendimento visto il forte stress dell'ultimo periodo, tuttavia mi sono promessa di dare tutto ciò che ho in modo da lasciare il prima possibile Drake. Sapere di essere sulla strada giusta è di conforto.

Nel fine settimana ne ho approfittato per fare un po' di compere. Ho un nuovo cappotto adesso, comprato alla metà del prezzo originale in un mercatino dell'usato. Era in ottime condizioni, un'occasione che non mi sono fatta sfuggire. Ho acquistato anche un paio di scarpe nuove e alcuni maglioni, calzamaglie incluse. A seguire ne ho approfittato per prendere un pensiero per i miei amici: due semplici profumi e un portachiavi a forma di laptop, nulla di costoso, ma ci tenevo. Halima è stata così gentile da portarmi una bellissima sciarpa direttamente dal suo paese e Levi, giusto qualche settimana fa, mi ha offerto una cioccolata calda.

Tornata a casa, ieri, ne ho approfittato anche per portare a termine un'ultima cosa. Sono sempre grata a chi mi offre aiuto, mi spiace solo non riuscire a dimostrarlo come si deve.

Ora, nervosa, recupero le mie cose e lascio la biblioteca. Lungo il corridoio abbottono il cappotto e quando sollevo il capo non posso fare a meno di notare Aura. Ancora una volta si chiude la porta dell'ufficio del rettore alle spalle e si affretta a lasciare il corridoio.

Aggrotto la fronte, confusa. Se fosse nei guai ma non vuole dirmelo? È strano. Del resto, è già la seconda volta che la vedo lasciare l'ufficio del rettore e svignarsela come se avesse chissà chi alle calcagna.

Impensierita mi avvio verso la palestra. Ci vogliono una decina di minuti, trovandosi nei pressi della piscina. Percorro il solito percorso, sospirando sollevata quando vengo accolta dal calore dei riscaldamenti. Sfilo il cappotto e supero la piscina, poi svolto a destra ed entro in palestra.

È uno spazio grande tanto quanto la piscina ma diviso in due sezioni. La prima, vicino alla porta d'entrata, raggruppa i diversi attrezzi e macchinari, la seconda consiste in uno spazio ricoperto di tappetini su cui è possibile fare esercizi di qualsiasi tipo. Anche qui sono presenti degli spogliatoi.

Dall'altro lato del campus, vicino ai due stadi – il 1952 e il Weaver – sono locate altre due palestre, di cui una munita di un campo da basket interno. Sono più grandi di questa, ma è comprensibile se consideriamo che le squadre si allenano lì.

Individuo Nemesi proprio al centro dei materassini, sta scrivendo qualcosa sullo schermo del cellulare. Muovo qualche passo nella sua direzione e questo basta a fargli sollevare lo sguardo. Non indosso niente di adatto per un allenamento, questo perché non lo posseggo. Be', in realtà ho giusto un paio di leggings ma hanno alcuni buchi e... ecco, la mia situazione è già abbastanza precaria in presenza di questo ragazzo, non voglio continuare a dargli motivi per prendermi in giro.

«Cambiati» è la prima cosa che mi dice quando sono vicina abbastanza.

«Non ho nient'altro.» Mi stringo nelle spalle, il viso già arrossato e non solo a causa del freddo.

Nemesi rilascia un sospiro frustrato. «Nel mio armadietto, negli spogliatoi, c'è un cambio. Indossa quello.»

«Cosa?» mi assicuro di aver sentito bene.

«Muoviti, abbiamo un'oretta e mezza prima che la palestra chiuda. È il primo della fila, all'entrata.»

Colta alla sprovvista non ribatto, faccio come mi dice. Raggiungo in fretta gli spogliatoi maschili e, proprio sulla soglia della porta, individuo la prima fila di armadietti. Mi piazzo davanti al primo e lo apro, trovando un borsone. Deve essere quello che usa quando combatte all'Ade. recupero un paio di pantaloncini lunghi fino al ginocchio e una maglia.

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