19 - Nova

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Sexy Bitch – David Guetta, Akon

Ho sempre pensato che ci debba essere un motivo preciso per festeggiare qualcosa. L'idea che, durante una festività, la gente debba per forza divertirsi mi innervosisce sotto ogni aspetto. Voglio dire, sarò libera di non festeggiare il compleanno, il Natale, Capodanno o qualsiasi altra cosa, no?

Il problema alberga nella società, fin dai primi tempi. Ci sono standard da rispettare. Standard che ignorati portano a una diretta emarginazione. La parte più triste di tutto ciò è che le cose non cambieranno mai.

L'essere umano può lottare tanto per ottenere l'accettazione che tanto brama ma sarà ugualmente emarginato. È una regola non scritta. Un lupo è più pericolo di un gregge intero, per questo si cerca di farlo fuori. E allora ci si adegua, si diventa l'ombra di se stessi e ci si conforma a una società che si vorrebbe calpestare.

Mi rendo conto quanto macabro e pessimista risulti questo pensiero, tuttavia negare l'evidenza è inutile.

Anni di lotte per i diritti gettati al vento. Dittature travestite da beni popolari. È una continua maschera. Siamo solo burattini che, se provano a tagliare i fili, vengono bruciati. Perciò è meglio fingere, adeguarsi alla finzione e far finta che il mondo reale sia quello di carta pesta che ci hanno creato attorno.

Così eccomi qui, a una festa di Capodanno, in uno degli appartamenti per gli studenti. In realtà, è tutta la palazzina a essere coinvolta.

So di aver detto che volevo sperimentare tutto ciò che la vita ha da offrire, la penso ancora così perché tanto vale farlo, ma attualmente mi sento un pesce fuor d'acqua. Dopo l'orrenda nottata natalizia trascorsa in ospedale, temevo che anche stasera sarebbe potuto accadere qualcosa. Aura ha insistito affinché venissi, Halima invece è ancora con la sua famiglia. L'ho accontentata perché pochi giorni fa l'ho fatta spaventare ma sono lieta che adesso conosco la verità, mentire sull'accaduto sarebbe stato inutile. Non vedo Nemesi da domenica mattina, quando mi ha accompagnata al discount vicino casa. Gli ho detto che dovevo acquistare un paio di cose e che sarei tornata a piedi dato che si trattavano di pochi passi. Per fortuna ha ceduto. In tutta onestà, non so cosa sarebbe successo se avesse incrociato Drake anche solo per qualche secondo. È elementare capire che si tratta di un brutto ceffo, basta guardarlo in faccia.

«Ho preso da bere!» esclama Aura piombando al mio fianco.

Mi volto di scatto nella sua direzione. «Non—»

«Rilassati» interrompe. «Ti ho preso un succo alla mela verde direttamente dalla bottiglia.»

Le spalle tese si allentano. «Grazie.» Sorrido. «Tu dove hai preso la birra?»

«Dal frigo, era sigillata» aggiunge l'ultimo dettaglio per farmi stare tranquilla. Non mi fidavo prima, figuriamoci dopo essere stata drogata sotto al mio stesso naso.

Ho riflettuto due lunghi giorni sull'accaduto e mi sembra ancora surreale. Certo, sono conscia di quanto pericolosa sia la gente ma Tristan aveva tutta l'aria di uno a posto. Non che gli avessi dato chissà quali confidenze, però... be', non posso piangere sul latte versato e sta di fatto che se dovessi rivederlo a Trenton si pentirebbe di ciò che mi ha fatto. Ho una sottile nota vendicativa che freme di essere liberata. L'unico sfogo che mi concedo è su Drake. A volte confondo le etichette del sale e dello zucchero, altre gli faccio credere di aver fatto qualcosa quando non è così. La mia vendetta preferita è il televisore. Ho acquistato un secondo telecomando di nascosto così che, quando Drake è sul divano a sonnecchiare, possa accendere la tv a tutto volume. Vederlo sobbalzare dallo spavento all'incirca due-tre volte è un balsamo per la mia salute mentale. A volte penso che dovesse lasciarci le penne mi darei una pacca sulla schiena. Anche questo è parecchio macabro, me ne rendo conto, ma mi si può davvero biasimare quando vivo con un elemento del genere? Il mio corpo ha smesso di essere intatto da anni. Non ricordo più quand'è stata l'ultima volta che non possedessi un livido o un graffio.

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