28 - Nova

5K 312 14
                                    

Bad Liar – Imagine Dragons

«Perché brucia così tanto?» borbotto, continuando a tamponare il sopracciglio.

Ho preso coraggio giusto qualche minuto fa e mi sono guardata allo specchio, inorridendo all'istante. Sembro una tela d'arte astratta, diversi colori ammucchiati tra di loro sparsi ovunque. Per non parlare della schiena. L'addome ha solo qualche graffio ma è la schiena a preoccuparmi di più. Da quel poco che sono riuscita a vedere ci sono tagli anche lì, suppongo a causa della gabbia.

Di solito sono abituata a qualche livido, pertanto non ho bisogno di contorcermi per raggiungere determinati punti. Accetto l'ematoma, metto un maglione e attendo che passi. Fine della storia. Questo, però, è tutt'altra storia. Come dovrei disinfettare la parte posteriore?

Sbuffo, esasperata, e mi volto lateralmente, in modo da riuscire anche solo a intravedere qualche graffio. Ne raggiungo a malapena due, uno all'altezza della costola destra e uno vicino alla spalla. Gli altri sono più centrali, quindi dovrò semplicemente fare più attenzione.

Recupero dell'altro disinfettante e inizio a tamponare piano il fianco, pizzica un pochino ma è tollerabile, il taglio al braccio è stato peggio. Picchietto sulla ferita, riflettendo su quanto sia penosa la vita che conduco. Anni fa avevo una famiglia graziosa, non perfetta, ma mia. Avevo dei nonni che mi apprezzavano, una madre che, nonostante tutto, tentava di agire come tale. Avevo una vita. La danza, i pomeriggi al centro commerciale o gli sleepovers dalle amiche dopo una lezione particolarmente dura. Era un'esistenza modesta che avrei cercato di migliorare crescendo, mai avrei creduto che l'esistenza di una singola persona su otto miliardi avrebbe reso la mia così misera.

È triste che sia "abituata" al mio corpo ricolmo di chiazze colorate, triste che "accetti" la vita com'è adesso. Ma non c'è molto che possa fare e ripercorrere gli stessi pensieri di volta in volta è inutile. Devo solo aspettare. Non faccio altro che ripetermelo.

A volte fingo di avere un'altra vita, di tornare a casa e sentire il profumo di arrosto, di trovare nonna in cucina pronta a rimpinzarmi di biscotti prima di cominciare a studiare. O ancora, di inscatolare tutte le mie cose prima della partenza per Princeton. Immagino mamma, orgogliosa, che mi accompagna insieme ai nonni, facciamo il giro del campus e mostro loro la mia stanza. Li renderò orgogliosi. Perché sono una studentessa dell'Ivy League adesso e come tale ho degli standard da mantenere. La mia compagna di stanza è Aura e andiamo subito d'accordo. Nonna piange mentre li riaccompagno in macchina, nonno mi stringe affettuosamente a sé e la mamma si prende un momento per abbracciarmi e sussurrarmi che, anche se ci sono state delle mancanze, è fiera di me.

È quella frase che mi riporta alla realtà. Ogni. Singola. Volta. Perché non saprò mai se mia madre lo è. Forse non dovrebbe importarmi visto dove mi ha portata una delle sue tante scelte sbagliate, eppure una parte di me vorrebbe saperlo.

Sei fiera di me, mamma?

Ti dispiace di avermi lasciata con Drake?

Avrei così tante cose da chiedergli ma, nonostante tutto, so che la perdonerei. L'ho già fatto. Rimuginare sul rancore per azioni passate non ha senso, specie se quella persona non c'è più. Non nego che a volta è dura passare sopra tutto quel risentimento, però faccio del mio meglio perché voglio essere migliore di persone come Drake e voglio rendere orgoglioso chi ha provato a crescermi secondo certi valori.

Scosto l'ovatta dal taglio e rilascio un piccolo sospiro. Devo pensare a cosa dire a Drake. Non gli importerà se gli dico che sono stata picchiata in un vicolo, parlerà solo della spesa e poi peggiorerà la situazione con il suo tocco. Non mi sono ancora ripresa dall'ultimo attacco che ne ho subito un altro, di gran lunga peggiore e traumatico, e adesso ne seguirà un altro ancora. Sono stanca già al pensiero. Anzi, farò meglio a non perdere troppo tempo. Devo solo passare da Aura e chiederle di prestarmi dei trucchi, i miei sono quasi finiti ma conto di acquistarne degli altri fra qualche giorno, il mese di gennaio è quasi giunto al termine e lo stipendio è alle porte.

𝐏𝐑𝐈𝐃𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora