Iris – Goo Goo Dolls
«Sei sicura di volerlo fare? Non hai detto niente di cos'è successo là dentro e inizi a spaventarmi» dice Aura sovrastando il rombo della pioggia.
«Prima ho bisogno di vederlo» mormoro, aprendo lo sportello.
«Vengo con te» dice Levi prima di uscire dall'auto.
«Vi aspettiamo qui» aggiunge Halima.
Annuisco brevemente e scendo anch'io, la pioggia mi inzuppa da cima a fondo all'istante, ma non me ne importa un bel niente. Levi mi affianca mentre percorriamo il breve vialetto e i tre scalini che ci separano dalla porta d'entrata.
Suono il campanello prima che possa pentirmene. Levi mi stringe un braccio attorno alle spalle. Più per impedirmi di stramazzare a terra.
Sentiamo dei passi avvicinarsi alla porta, poi viene aperta da una donna. Ha il volto pallido, gli occhi chiari gonfi e arrossati e un fazzoletto in una mano. Riconoscerei quel verde quasi trasparente ovunque. Charlotte, la madre di Nemesi.
«Chi siete?» domanda guardinga.
«Scusi se la disturbo, questo è Levi e io sono Nova. Siamo... siamo amici di Nemesi. Posso vederlo?» mormoro.
«No» nega subito.
«La prego, Charlotte. Ci siamo sentite al telefono domenica scorsa, ero... ero con Nemesi. La prego, me lo faccia vedere.» Singhiozzo, incapace di trattenermi. «Ho bisogno di... di vederlo un'ultima volta.»
«Mi dispiace.» Scuote il capo. «Mi hanno già strappato mio figlio, ora abbiamo solo bisogno di stare in famiglia.»
«Signora, potrebbe almeno farci sapere dei funerali?» prende parola Levi.
Un uomo appare al fianco di Charlotte, si regge su un bastone. Anche in lui noto dei tratti somiglianti a Nemesi. «Andatevene» sibila.
La moglie gli mette una mano sul braccio. «Sarà una cerimonia privata. Per favore, siate rispettosi e andate. Per stasera abbiamo sopportato abbastanza.» Distoglie lo sguardo addolorato.
Trattengo i singhiozzi, piangendo silenziosamente mentre mi costringo ad allontanare Levi. «Stanotte ho perso una parte di me, Charlotte. Vorrei che mi facessi sapere quando si terranno i funerali. Se non vuoi lasciarmelo vedere un'ultima volta, almeno concedimi un ultimo saluto.»
I suoi occhi si riempiono di lacrime ma resta in silenzio, si limita a un cenno veloce e poi chiude la porta.
Mentre ritorniamo in auto e le lacrime si confondono alla pioggia, volto il capo in direzione della casa. Alla finestra, a spiare dalla piccola flessura tra le tende, scorgo i volti pallidi di Laney e Josh. Il cuore si frantuma, sfracellandosi al suolo.
Non hanno più Nemesi. Non potranno più andare per il suo compleanno alla pista di pattinaggio. Né rivolgersi a lui quando ne sentiranno il bisogno. Non sentiranno più la sua voce... Tutto a causa del mio stesso padre. Tutto a causa mia.
Al ritorno, non faccio domande quando Levi mi dice che rimarrò da lui. Riservo un cenno veloce alle ragazze e, stremata dalle ultime ore, raggiungo camera di Nemesi. È tutto come l'ha lasciato questa mattina. Mi chiudo la porta alle spalle e raggiungo la fine del letto. Afferro la felpa che vi era poggiata sopra e crollo sul pavimento. Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e cerco Iris nella playlist che Nemesi ha creato per me.
And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
STAI LEGGENDO
𝐏𝐑𝐈𝐃𝐄
ChickLitUniversità di Princeton. Il lasciapassare per chi ha in programma una carriera brillante. C'è chi accede tramite denaro o nepotismo e c'è chi accede tramite borsa di studio. È il caso di Nova Taylor e Nemesi White. Due poli opposti. Lei studia lingu...